Rito 1
Questo rito trae le sue ragioni da un aneddoto secondo il quale Gesù Cristo andava pellegrino per il mondo ed una sera ottenne asilo presso un cascinale abitato da un brav'uomo, la cui moglie però era di una cattiveria proverbiale. L'uomo, ospitale, lo invitò a cena, mala moglie gli servi una lisca di pesce. Per punirla, Gesù, quando lasciò la casa, le procurò un terribile mal di pancia. L'uomo rincorse il Divino Pellegrino e lo supplicò di guarire la moglie che, sebbene cattiva, era pur sempre la sua compagna.
L'episodio si propone, in maniera enigmatica, nella formula pronunciata. San Cosimo impersona Cristo. Il mulo e la felce assurgono a simboli di sterilità, invocati per neutralizzare la deleteria azione degli ascaridi.
La guaritrice, al fine di 'nganda' li pappuli (neutralizzare gli ascaridi), faceva distendere supino il paziente, ne afferrava e tratteneva nella mano l'adipe addominale, all'altezza dell'ombelico, e recitava:
Santo Cosimo a Roma veneva,
na palla r'oro teneva.
A na casa, lo pellegrino, s'alloggiavo:
no buono marito e na male mogliere.
Paglia 'n/ossa e vietti re Sacramento
a'f atto corca' a Cristo onnipotente.
Viernirì Santo, Sapeto Santo, Pasqua rosata:
capo re trotta bene sporpata;
mulo cbi non fa' figli e felece non fa' semente,
fui, fui male re ventre.
San Cosimo andava a Roma,
un pomo d'oro recava.
Presso un'abitazione il pellegrino alloggiò:
un buon marito ed una cattiva moglie.
Su paglia bagnata e fascine consacrate (avendo lacerato le carni ed essendosi imbevute di sangue divino)
costei ha fatto giacere Cristo onnipotente.
Venerdì Santo, Sabato Santo, Pasqua fiorita di rose:
testa di trota ben ripulita; mulo che non fa figli e felce che non produce seme,
fuggi, fuggi mal di ventre.
Rito 2
È questa una semplificazione del rito precedente col quale presenta evidenti analogie. La guaritrice, fatto distendere supino il paziente, vi tracciava sull'addome, sfiorandolo, ripetuti segni di Croce con la mano destra disposta verticalmente, per ciascuno di essi ripetendo:
Santo Pietro ra Roma veneva,
lo calece r'oro 'mmano portava.
Paglia 'n/ossa, spina pongente,
fange passa' so male re ventre.
San Pietro da Roma veniva,
il calice d'oro in mano portava.
Paglia bagnata, spina pungente,
fagli passare questo mal di ventre.
Di origine completamente diversa appare questo procedimento per la cura dello stesso male.
La guaritrice faceva distendere supino il paziente e, con la mano destra faceva il segno della Croce toccandosi la fronte, il petto e gli omeri ed invocando:
In nome del Padre,
del Figlio,
dello Spirito Santo.
Quindi, col pollice della mano sinistra, tracciava per dieci volte il segno della Croce sull'ombelico del paziente, scandendo:
Ciglio re panza uno,
ciglio re ganza rui,
ciglio re ganza tre,
ciglio re panza quatto,
ciglio re panza croco,
ciglio re panza sei,
ciglio re panza sette,
ciglio re ganza otto,
ciglio re panza nove,
sbcatta lo verme ra coppa lo core.
Fitta addominale uno,
fitta addominale due,
fitta addominale tre,
fitta addominale quattro,
fitta addominale cinque,
fitta addominale sei,
fitta addominale sette,
fitta addominale otto,
fitta addominale nove,
crepi il verme che opprime il cuore.
Rito 3
Non molto dissimile dal precedente, qui la guaritrice, fatto disporre supino il paziente, col pollice della mano destra gli imponeva per dieci volte il segno della Croce sull'addome, scandendo:
Pappolo uno,
pappolo rui,
pappolo tre,
pappolo quatto,
pappolo cinco,
pappolo sei,
pappolo sette,
pappolo otto,
pappolo nove,
shcatta, pappolo, ra int'a la pania.
Ascaride uno,
ascaride due,
ascaride tre,
ascaride quattro,
ascaride cinque,
ascaride sei,
ascaride sette,
ascaride otto,
ascaride nove,
muori, ascaride, all'interno della pancia.