Per nessuna ragione, pena la cecità, la formula per la passata (cura) della sciatica poteva essere rivelata.
Perché la cura risultasse più efficace, era indispensabile che il paziente non fosse stato precedentemente sottoposto ad alcuna terapia.
La guaritrice accertava preventivamente la presenza del male il quale poteva svilupparsi all'interno, a contatto cioè delle ossa, nel qual caso i risultati potevano essere non del tutto soddisfacenti; oppure manifestarsi in superficie, rivelando al tatto una serie di gibbosità appena accennate che dall'anca si propagavano giù per la coscia e la gamba.
Un unguento costituiva elemento indispensabile al compimento del rito. Per la sua preparazione la guaritrice ricercava tredici viscoli (lombrichi) e tredici purcielli sarevatichi (letteralmente: maialetti selvatici = isopodi del genere Porcellio Laevis, comunemente detto porcellino di terra) che, lavati, venivano messi a friggere, vivi, in olio d'oliva fin quando non risultavano ben arrosolati e considerevolmente ridotti di volume.
L'unguento veniva quindi versato in una boccetta e serbato per la terapia che richiedeva almeno sette sedute, in giorni successivi o anche ad intervalli di dieci o dodici ore l'una dall'altra.
La cura, che poteva indifferentemente essere iniziata in periodo di crescenza, cioè in fase di luna crescente, comunque andava conclusa in periodo di mancanza, cioè in fase di luna calante. La guaritrice faceva distendere il paziente sul letto e ne metteva a nudo l'anca e la coscia, quindi, lasciate cadere sul palmo della mano alcune gocce del contenuto della boccetta, massaggiava ripetutamente, rigorosamente dall'anca in giù, la parte dolorante.
Ultimata tale operazione, la guaritrice pronunciava, per ventuno volte (tre volte sette), la seguente formula, contemporaneamente imponendo più volte, a partire dall'anca fin giù alla caviglia, una serie di Croci col pollice della mano destra:
Saiatica, stetica, stateca,
vatte otta a mare!
La carne umana mai operane.
Sciatica, antiestetica, immobilizzatrice,
vai a buttarti a mare!
La carne umana mai più manipolare.
In caso di persistenza del male la cura poteva essere protratta fino a nove, quindici ed anche ventuno sedute, comunque sempre per un numero dispari di volte, avendo l'accortezza di operare l'ultima seduta in periodo di mancanza.