Folletti - La Processione

Concetta aveva appanellato[1]la sera, di buon'ora, prima di andare a letto. L'indomani aveva intenzione di infornare presto in quanto sarebbe stato il giorno dei morti e lei, come ogni anno, intendeva trascorrerlo al cimitero. Le steariche le aveva comprate già da due giorni ed i crisantemi, appositamente coltivati a margine del proprio orto, li aveva recisi al momento di rientrare e li aveva lasciati per la notte con gli steli immersi nell'acqua del secchio affinché non sfiorissero.

Si alzò che non aveva quasi dormito, con l'assillo degli impegni che l'attendevano nella giornata e, scalza ed in sottana, raggiunse la cucina. Qui accese il lume ad olio e lo sollevò sulla madia per controllare la crescita dell'impasto, vi affondò l'indice e giudicò che era pronto per la cottura.

Le fascine erano fuori, sul ballatoio. Aprì piano l'uscio, procurando di non far rumore. La notte era fresca e limpida; inspirò profondamente.

Un insolito, tremulo chiarore, in fondo alla strada, richiamò la sua attenzione. Si sporse dalla balaustra: la luce veniva da via della Dogana e cresceva di intensità. Sembrava quasi un incendio, ma subito comparvero le prime torce sorrette da uomini che indossavano i sai della congrega di San Francesco. Era dunque una processione in onore dei defunti! Non ne aveva saputo nulla, ma non se ne stupì: da un po' di tempo frequentava poco la chiesa. Si ritrasse, in attesa, nell'ombra. Era sconveniente mostrarsi in sottana e con la capigliatura discinta.

La processione, lenta e silenziosa, cominciò a risalire via Torre e ben presto fu sotto il ballatoio. Lei si protese in avanti a sbirciare la folla dei fedeli, procurando di non uscire dall'ombra che la nascondeva. Erano in tanti a quell'ora del mattino: uomini, donne, bambini...; soprattutto tanti bambini quanti mai ne aveva visti ad una processione. Strano, però, che non riconoscesse nessuno.

Si stropicciò gli occhi, si sporse ancor più, ed ecco, fra la folla anonima, un volto familiare, una donna, Filomena, ma morta già da un anno.

Terrorizzata, Concetta si rifugiò in casa e fece appena in tempo a richiudere l'uscio che crollò sul pavimento priva di sensi dove fu rinvenuta, qualche ora più tardi, dai familiari.


[1]Modellato l'impasto a forma dipani pronti per essere infornati

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