Notizie Storiche sulla Miracolosa Effige di Maria S.S. della Consolazione - Capitolo 7
I miracoli che registrati si leggono negli atti autentici della causa dell’Incoronazione di Maria SS. di Consolazione, oltre i già due riferiti miracoli del muto Giovanni Battista d’Amato, e del Signor Gennaro Cubelli sono i seguenti
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Vincenza Mortifera della terra di Caposele, zoppa di maniera che le erano uscite due ossa dalla coscia, ed appena poteva reggersi poggiata su due stampelle: condotta avanti la Sacra Immagine di Maria SS. si buttò su i gradini dell’altare, e stette per due ore di faccia a terra, implorando caldamente il suo aiuto; se le unse l’olio della lampada della Vergine, e dopo alquanto tempo si rizzò in piedi, e camminò liberamente, e dopo di aver resi i dovuti ringraziamenti, si restituì nel suo paese, e non cessò mai di raccontare a chiunque, e da per tutto le glorie della sua pietosa Benefattrice.
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Caterina Ricciardi della città di S. Angelo dei Lombardi, storpia, e rotta in tutte le giunture, fu portata su di una macchinetta di legno in forma di bara, e collocata accanto l’altare della Vergine SS. Vi dimorò più giorni assistita da persone pie, e devote, ed ella sempre cogli occhi in pianto, e con fievole voce si raccomandava alla pietà dell’amorosa Signora: in ogni giorno si faceva ungere l’olio della lampada, ed alla fine dopo alcuni giorni ottenne la sua guarigione, e ritornarsene in casa sua, e finché visse continuò in ogni anno a fare la visita alla sua Madre di Consolazione.
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Un religioso Francescano del convento di Montella per un tocco apopletico già muto da sei anni, con speciale devozione, ed umiltà si portò a visitare la Vergine SS. per ottenere la loquela, ma non tantosto se gli fece inghiottire un cucchiaio di olio della lampada, che cominciò liberamente a parlare.
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D. Vittoria moglie di D. Pasquale Troiano della Rocca di S. Felice, da più anni era gravemente tormentata in una mammella la quale ad onta di tanti rimedi adoperati già si era resa tutta putrida ed incurabile. Vedutasi dà Medici abbandonata ricorse alla pietà di Maria della Consolazione, fece voto di venirla a visitare, la visitò, e si fece ungere la mammella dall’olio della lampada, e dopo alquanto tempo si vide perfettamente sana. Le donò un gran regalo di oro.
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Francesco Garofalo di unita con sua moglie, di Lioni, ambedue da moltissimo tempo infermi con una tediosa febbre quartanaria; si portarono a visitare questa Vergine SS. e fecero cantare in suo onore una messa solenne, si confessarono, e si comunicarono con molta devozione, e da quel tempo in poi non più lor sopravvenne la febbre, e si ristabilirono perfettamente.
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Michele Boccella di Castel di Franci, etico, sputante continuo sangue dalla bocca, estenuato, e quasi ridotto agli estremi periodi della vita. Dall’ascoltare le grandi beneficenze, che, compartiva la Vergine SS. della Consolazione, concepì una viva speranza che se egli avesse visitata questa Madre di Dio nella sua Chiesa sarebbe certamente guarito: come in effetti vi si fè condurre su di una sedia, e fattosi ungere l’olio della lampada, cessò il sangue, e non istette molto a vedersi sano perfettamente.
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D. Giustina di Mattia di Paternopoli, zoppa da più anni, che appena faceva qualche passo con due stampelle sotto le braccia; fattasi portare avanti l’altare della Vergine SS. si unse l’olio, e si vide sana, e lasciati i bastoni sull’altare da se stessa ritornarsene in sua casa, gridando, e dando gloria festivamente a Dio, ed alla Vergine Madre.
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Francesco Vorillo della Città di S. Angelo Lombardi aveva un figlio storpio, senza giunture, lo portò sopra l’altare di Maria SS. e gridando, e piangendo diceva: Madre mia o fatelo sanare, o morire: e continuando per qualche tempo con queste voci a pregare, si vide il fanciullo alzarsi, e rizzarsi in piedi: ma dopo otto giorni morì.
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La Signora Emanuele d’Amato Marchesa di Castel de Franci, tormentata da forti dolori di viscere, e da una violentissima febbre oppressa, era già destituita da medici: vedendosi presso alla morte, altro non diceva: Maria SS. della Consolazione di Paternopoli aiutatemi; si fece ungere l’olio della Vergine; e fece voto, che se guariva, sarebbe andata a visitarla nella propria Chiesa: passò migliore, si sedarono i dolori, ed il giorno seguente si ritrovò all’intutto sana. Fu subito a visitarla, e le portò in dono un anello prezioso e un Crocefisso d’oro.
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D. Nicoletta Mattioli di Gesualdo, inferma da sei mesi con febbre continua: fece voto di visitare la Vergine SS. e la visitò con maggiore ossequio, e devozione, ed in un subito le cessò la febbre, e continuò nella più perfetta salute.
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Grazia Guarini di Solofra fu per un anno intiero oppressa da continue febbri, e resa etica, ed esaminata fu abbandonata dà Medici. In questo stato ricorse con calde lagrime al patrocinio di Maria di Consolazione, la pregò liberarla da quella odiosa infermità, e fece voto di venirla a visitarla. Dopo pochi giorni guarì perfettamente, e venuta poi di persona a rendere le dovute grazie a Maria SS. le lasciò una veste di seta con molti altri donativi.
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Angiola Rosa di Mirabella, caduta sotto di un carro, tre volte gridò: Maria SS. di Consolazione di Paternopoli aiutatemi: la ruota del carro le passò per sopra le gambe, che dovevano fratturarsi, ma le cagionò soltanto alcune lividure, con grande ammirazione della gente, che vi era presente. Venne subito a rendere le grazie alla Vergine SS. e le recò in dono un rosario d’oro.
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Pasquale Iannuzzi di Paternopoli, tirando i bovi col carro, questi non so per quale oggetto spaventati cominciarono precipitosamente a fuggire, non potendoli egli trattenere, cadde, e nell’atto istesso chiamò la Vergine della Consolazione in soccorso: all’istante si fermarono i bovi, ed alzatosi, subito seguirono i bovi col carro il loro corso precipitoso, e restò egli da ogni minimo male libero, ed illeso.
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La Signora D. Antonia Ferrara figlia di D. Cosimo agente della città di Acerno da tre anni era ossessa, e veniva agitata dalle furie più tormentose e spietate, portata ligata su di una mula a viva forza si fece entrare nella Chiesa, e condotta avanti l’altare di Maria SS. con i vari e gridi diede segno dello spirito maligno, di cui era invasata, e fattisele gli esorcismi dall’Arciprete della Chiesa D. Tommaso di Mattia, per più ore stiede ostinata. Se le pose la sacra stola sul collo, ed essa allora a guisa di serpe si distese a terra, e strisciando con la pancia per terra correa appresso all’esorcista, e così strascinando la trasportò avanti al tabernacolo del SS. Sacramento, dove se la fecero anche gli esorcismi; ritornò poi appresso dell’esorcista anche nella medesima maniera trascinandosi avanti l’Altare della Beata Vergine ed ivi si pose di faccia a terra, e ripetuti gli esorcismi ella tramandò un sospiro, e poi disse: grazie, grazie Maria SS., ed alzatasi in piedi si vide libera all’intutto.
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Un certo Giuseppe naturale di S. Fele da più tempo anche era agitato dallo spirito maligno condotto avanti la Immagine di Maria SS. faceva grandi strepiti; e nel farsegli l’esorcisma si contorceva con tutta la persona, facendo orribili movimenti colla bocca, ed aveva gli occhi si accesi e torbidi, che apportava spavento, ed orrore à circostanti. Alla fine l’esorcista lo segnò con l’olio della Vergine, ed impose allo spirito per tre volte in nome di Maria Vergine di Consolazione di partire e lasciare libero quel corpo: l’ossesso subito restò tramortito a terra, e dopo fattolo alzare tutto spossato, e debole con voce fievole ripeteva grazie Madonna mia; e restò così sano e libero.
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La moglie di Antonio Forgione di Castelfranci da tre anni stava inferma, e quasi disperava della sua salute: venuta a visitare Maria SS. ed untasi l’olio della sua lampada, si migliorò da giorno in giorno, e dopo poco tempo si trovò sana perfettamenteLorenzo Ciane di Bagnoli talmente storpio, e guasto era di membra che si portò a visitare Maria SS. legato su di un asino stando gittato a terra avanti l’altare con caldi e profondi sospiri umiliava le sue preghiere. Fece cantare una messa solenne, e fattasi ungere con l’olio della lampada ottenne la grazia di guarirsi, e volle ritornare a piedi al suo paese.
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Un certo Domenico della Città di Bari, intese i numerosi prodigi della nostra Madre SS. fin in quei remoti paesi, essendo in tutto cieco da molti anni: volle venire a visitarla colla viva fiducia di ricevere la vista, e restò pienamente appagato del suo desiderio. Non cessando nel suo ritorno di narrare da per tutto le glorie della nostra amata Signora.
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Polisto Omirro di Bonito da molti anni ammalato, fattosi condurre a visitare la Vergine SS. ottenne pienamente la sua sanità.
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Grazia Salimene di Cassano con una febbre maligna, ridotta quasi all’ultimo della vita, pregò per la sua salute la nostra Madre Consolatrice, e si obbligò con voti di venire a visitarla: subito passò meglio, e guarì; venne poi a rendere le grazie a Maria SS. e le fece dei ricchi donativi.
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Disperata da medici era la guarigione del Reverendo D. Nicola Angrisano arciprete del Luogosano oppresso da maligna febbre mortale, e già si era munito di Sacramenti,. Tutte le donzelle del suo paese processionalmente vennero scalze, e scarmigliate alla Vergine della Consolazione per la salute del loro pastore, ed egli fece voto di visitarla di persona, ed al momento cessò la gravezza del suo male e dopo due giorni ritornò alla primiera salute.
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Pasquale Sopito di Chiusano infermo con una febbre di coagolo, e munito dei Sacramenti, quasi perdei l’uso dei sensi: lo esortarono a ricorrere alla Vergine di Consolazione, e fece voto di visitarla, ed untoli l’olio della Vergine subito acquistò il perfetto uso dei sensi, e dopo breve tempo si alzò sano dal suo letto.
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Letizia Colucci della Città di Conza, per lunghissimo tempo inferma ricorre al Patrocinio di Maria SS., e si applicò al petto una sua Immagine, e subito riacquistò la salute, quindi venne a renderle, le dovute grazie.
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Luca Andreotti della Baronia, cavalcando una furiosa giumenta, che velocemente correa, cadde, ed in quell’atto disse: Maria SS. di Paternopoli salvatemi; e tra le pietre, in cui cadde, non si fece alcun male.
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Cruciata per undici giorni da spasimanti dolori di testa la Signora Caterina Gregori di Bagnoli, e sperimentati vani tutti gli umani rimedi, ricorse alla Vergine SS., ed untasi il suo olio, con obbligarsi di visitarla, all’istante cessò il dolore, e rese alla Vergine SS. i ringraziamenti con ricchi donativi.
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Tormentata per più tempo Caterina Amatucci di Montemiletto da gravi dolori di stomaco, dimodocchè nei poteva prendere molto cibo, nè poteva ritenerlo, ma subito presto lo rigettava; onde si era estenuata in maniera, che poca speranza di vita poteva restarle. Untosi però l’olio della Vergine SS. e fatto voto di visitarla, si sentì sana, prese cibo con appetito, nei mai più in appresso fu incomodata da tali dolori.
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Angiola Andreone di S. Andrea tormentata fieramente da dolori viscerali, invocando il S. Nome di Maria di Consolazione, e baciando con devozione la di Lei Immagine, all’improvviso restò guarita.
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La Signora D. Agata Mattioli di Fontanarosa, inferma da moltissimo tempo, ed oppressa da vari complicati incommodi, fece voto di visitar la Vergine SS. e fra due giorni fu libera e sana.
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Anna Giannini della Città di Nusco, per un difficile e disperato parto, stava abbandonata, e già presso a morire. La segnarono con l’olio della Vergine, ed in quell’atto invocando essa il Nome di Maria SS. della Consolazione, in un subito felicemente sgravò, e diede alla luce la sua prole. Innumerabili sono stati i simili avvenimenti dei parti felici conceduti dal Signore per la intercessione della sua Madre, e nostra Avvocata Maria, e non vi è chi l’ignori.
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Una certa donna di Montella avendo un figlio con una gamba molto più lunga dell’altra per un infermità sofferta, lo portò innanzi l’altare di Maria SS. l’applicò l’olio, e quello riacquistò l’eguaglianza delle gambe.
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Un uomo di Taurasi, il cui nome non viene registrato negli atti, per un’antrace maligna, abbandonato dai Medici, e munito dell’estrema unzione, giaceva presso a morire. L’applicarono una Immagine della Vergine SS. ed egli fè voto, se guariva di visitarla: la mattina seguente si trovò migliorato, e dopo due giorni guarito all’intuito.
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Il Signore Giovanni Iorio di Paternopoli, Amministratore della Cappella venerabile di Maria SS. della Consolazione, anche con giuramento attestò, che nell’anno 1764, anno penurioso, e di carestia, essendo terminato l’olio per la lampada di Maria SS. di Consolazione, nei per qualunque diligenza, e ricerca fattane potè trovare a comprarne; onde stava inquieto, e spesso diceva: Madonna mia, provvedi tu. Una mattina stando in casa sua, andò da lui il Sacrestano della Chiesa per il detto olio, e gli rispose, che non ne aveva affatto. Il Sacrestano non credendolo l’insistea, ma egli infuriato, lo condusse nel luogo, dove tenea il vaso dell’olio, per fargli vedere, che era vuoto; ma con istupore, e meraviglia trovarono il detto vaso ricolmo di olio, il quale fu sufficiente per tutto quell’anno, non ostante, che lo dispensava largamente a devoti sì Cittadini, che forestieri.
Il sopraddetto Arciprete di Mattia attestò ancor -di aver fatti gli esorcismi ad altri ossessi, anche guariti dalla Vergine SS. come pure in unione dei sopradetti Sacerdoti attestò che molti altri ciechi, storpi, ed infermi miracolosamente avevano ricevuta in diversi tempi la sanità, dei quali tutti ne ignoravano i nomi e le patrie.