Di origine antichissima, scongiuri, suppliche e frasi augurali, intesi a salvaguardare la salute ed i beni materiali, caratterizzavano i rapporti sociali. L'impiego del frasario augurale non solo era indice di buona educazione, di correttezza e di benevolenza, ma soprattutto veniva ad assumere un ruolo esorcizzante volto ad immunizzare l'oggetto del discorso dagli influssi malefici che eventualmente le parole avessero potuto concretizzare.
Così, nell'esprimere ammirazione per un bambino non potevano essere omesse espressioni come "Crisci santo!" (cresci in santità!) o "Shcatta maluocchi!" (crepi l'invidia! ); nei confronti degli animali domestici era d'obbligo l'augurio di "Binirica, crisco!" (sii benedetto, cresci!) e, specificatamente per il maiale, di "Santo Martino!", affidandone la crescita al Santo, peraltro già protettore dei raccolti autunnali; il rifiuto dell'offerta di cibo era sempre accompagnato dalla frase augurale di "Lassalo cresce!" (lascia che esso aumenti).
Si era soliti manifestare gratitudine ad una fanciulla con l'espressione `Mmaretata ricca!" che costituiva l'augurio per un matrimonio vantaggioso, e in occasione di ricorrenze e di festività religiose si auspicava lunga vita augurando "Pe' cient'anni!"
Per preservarsi dagli incubi, dalle forze del male in agguato nella notte, appena a letto, ci si premurava di recitare la seguente preghiera scongiuro:
Santo Francisco, moneco re Cristo,
vardeme st'anema fino a che m'addormisco.
Si lo riavolo me vene a tenta',
Sango re Cristo aiuteme tu!
San Francesco, monaco di Cristo,
vigila su questa mia anima fino a quando non sarò addormentato.
Se il diavolo viene a tentarmi,
Sangue di Cristo aiutami tu!
I bambini, affinché venisse loro su una dentatura sana e forte, erano invitati a scagliare sul tetto della propria abitazione ciascun dente di latte al momento della caduta, recitando i seguenti versi:
Titto, titto, titto,
teccote lo rente stuorto
e meneme l'addiritto.
Tetto, tetto, tetto,
tienti il dente caduco
e mandami quello giusto.
Perché cessasse un fastidioso singhiozzo, era indispensabile portarsi presso un pozzo ed ivi recitare:
Sigliuzzo, sigliuzzo,
vavattenne int'a lo puzzo,
vavattenne int'a lo mare,
va' addò la commare;
viri che te rice e
bienimmillo a dice.
Singhiozzo, singhiozzo,
vattene nel pozzo,
vattene nel mare,
vai dalla comare:
ascolta ciò che ti dice e
vieni a riferirmelo.
Le espressioni augurali e questi pochi semplici riti propiziatori avevano valore preventivo, restando di esclusiva competenza delle masciare (maghe guaritrici) le pratiche esoteriche a fini terapeutici.