Quale maggiore calamità, per un'economia quasi esclusivamente basata sull'agricoltura, di una tempesta estiva? Un piccolo appezzamento di terreno rappresentava l'unica fonte di sostentamento per la quasi totalità delle famiglie che, di regola, superavano le dieci unità, e non di rado una sola grandinata vanificava il duro lavoro di un intero anno.
In tempi molto remoti, l'espediente in uso per scongiurare il pericolo di grandinate era costituito dal conficcare nel terreno la lama di un coltello dall'impugnatura di corno animale di colore nero.
A tale difesa si sostituì il suono a distesa delle campane, quasi a contrapporre alla furia degli elementi la possente voce di Dio.
Alfine, con la diffusione della polvere da sparo, invalse l'uso di esplodere colpi di fucile contro l'ammasso di nuvole in un estremo tentativo di intimidazione o, forse, con l'intento di causare improbabili spostamenti d'aria al fine di sospingere altrove il temporale.
Ma di sicura efficacia rimase sempre l'intervento dell'incantatore di nuvole. Questi, levando le braccia contro il minaccioso addensarsi della nuvolaglia, evocava forze occulte da opporre alla furia degli elementi.
Quella che si riporta, italianizzata nel corso della tradizione orale, per i riferimenti biblici e per il linguaggio erudito, è presumibilmente di origine ecclesiastica. Qui l'incantatore di nuvole, invocando l'intervento divino, veniva ad ingaggiare una strenua lotta con le forze del male, consapevole che una momentanea deconcentrazione o l'involontaria omissione, nel corso della declamazione, di una sola delle parole di cui si compone la formula‑preghiera potevano risultargli fatali.
Signore, abbi misericordia!
Cristo, abbi misericordia!
Esaudisci la mia adorazione,
il mio clamore venga a Te,
Signore Gesù Cristo!
Con la Vostra potenza
avete creato il mare,
e il cielo, e la terra,
e tutte le cose che sono in essa;
ed avete benedetto il fiume Giordano,
ed in quello avete voluto essere battezzato;
avete voluto stendere le Vostre sacratissime mani,
e le braccia, sulla Santa Croce,
la quale ha santificato l'aria.
E preghiamo con grande umiltà la Vostra potenza
di negare la potestà del demonio,
acciò che non faccia danneggiare i beni della terra.
Circonda la nuvola, Dio Padre!
Circonda la nuvola, Dio Figlio!
Circonda la nuvola, Dio Spirito Santo!
Santo Dio,
Santo Forte,
Santo Immortale,
abbi pietà di noi!
Disperdi, o Dio, la nuvola
perché non minacci noi.
Ricordati della Croce di nostro Signore Gesù Cristo!
Fuggite, parti avverse, perché il leone della tribù di Giuda ha vinto
e regna nei secoli dei secoli,
e così sia!
La figura dell'uomo, eretta nei campi, madida di pioggia, scossa dal turbinio dei venti, accesa dalla luce surreale dei lampi; la sua voce che sovrastava il cupo brontolio del tuono, incutevano nelle anime semplici un terrore reve renziale e, nel contempo, alimentavano rancore in quanto la furia degli elementi, scacciata per effetto del sortilegio, con maggiore intensità e protervia si sarebbe abbattuta sui poderi vicini.