Può precedere il verbo in tutte le voci dei suoi modi e dei suoi tempi, sia semplici che composti, con esclusione delle sole prime persone plurali, del gerundio, del participio passato e dell’infinito:
Es: Me toccato (Mi toccò).
Me sentessero (Mi sentissero / sentirebbero).
Può essere preceduto da preposizione, nel qual caso può assumere, indifferentemente, il suffisso “Ne”:
Es: A mene (A me).
Addò mene (Da me).
Può trasformarsi in enclitico:
1) Sempre il gerundio, con il participio passato e con l’infinito:
Es: Accattannone (Comprandomi).
Sintutome (Sentitomi).
Sentutame (Sentitami).
Vererme (Vedermi).
si noti che, nella formazione del genere, il participio passato segue le regole dettate per l’aggettivo. L’infinito del verbo, prima di assumere il pronome, aggiunge una “r” alla propria desinenza.
2) Facoltativamente con le seconde persone, singolare e plurale, del modo imperativo, con la seguente distinzione:
a. se esprime invito, nel quale caso la parola risultante (verbo + pronome) è sdrucciola o bisdrucciola, il pronome resta invariato:
Es: Saluteme (Salutami).
‘Nfrotecateme (Ficcatemi).
Adducisceme (Addolciscimi).
Viriteme (Vedetemi).
Si noti che la desinenza in “a” dei verbi di prima coniugazione e quella in “i” dei
verbi di seconda
coniugazione si trasformano in “e” prima di assumere il pronome.
b. limitatamente alla seconda persona singolare del modo imperativo, se esprime ordine, nel qual caso l’accento viene a cadere sulla penultima silliva dell’insieme (verbo + pronome), il pronome raddoppi a la “m”:
Es: Salutamme (Salutami)
si noti che:
· con i verbi di seconda e terza coniugazione, l'ordine viene espresso facendo ricorso alla voce della terza persona singolare dell'indicativo presente:
Es: Veremme (Vedimi); Riremme (Ridimi).
· i verbi di terza coniugazione, la cui terza persona singolare dell'indicativo presente si formi in “g”, perdono la desinenza prima di assumere il pronome e le vocali “u” ed “i” eventualmente contenute nella radice si trasformano, rispettivamente, in “o” ed “e”
Es: Addocemme (Addolciscimi) - Fenemme (Finiscimi).
· in ogni caso, i seguenti verbi raddoppiano sempre la “m” del pronome;
Fà (Fare) = Famme
Rà (Dare) = Ramme
Stà (Stare) = Stamme
I’ (Andare) = Vamme
Rì (Dire) = Rimme
Sapè (Sapere) = Sapemme (usato anche “Sacceme”)
Quando, usato come enclitico, viene seguito dal pronome oggetto pure enclitico, raddoppia la “m” con entrambe le seconde persone, singolare e plurale, dell'imperativo, trasformando nel contempo “mme” in “mmi” quando il pronome oggetto sia di genere maschile, sia singolare che plurale.
Il verbo concorda col genere del pronome oggetto, secondo le regole gia viste:
Es: Finimmillo (Finiscimelo); Fenemmella (Finiscemela).
Virimmilli (Vedimeli); Veremmelle (Vedimele).
‘Nfrotecatimmillo (ficcatemelo); ‘Nfrotecatemmella (ficcatemela);
Saccimmillo (Sappimelo); Saccemmella (Sappimela).
Quando il secondo pronome è costituito dalla particella “ne”, si applica la stessa regola, parimenti raddoppiandone la “n”:
Es: Virimminne rui (Vedimene due - maschile).
Veremmenne roie (Vedimene due - femminile).
Ratimminne uno (Datemene uno).
Ratemmenne una(Datemene una).