A piedi da Paternopoli a San Gerardo racconto breve di Andrea Forgione

050917 a piedi a san gerardo

Che cos’è il cammino? Il cammino è come la vita: un viaggio alla ricerca di qualcosa, di qualcuno. E’ una strada che si intraprende per scoprire se stessi e quello che ci circonda. Un viaggio interiore, un lungo sentiero in cui ognuno segue la stessa direzione, anche se spinto da motivazioni differenti. Nel percorso si è soli con se stessi, anche se circondati da molti compagni. Perché il cammino è soprattutto questo: una ricerca interiore, un modo per dedicarsi alla propria intimità.
Erano le 23, 30 di sabato 26 agosto e dopo aver salutato mia moglie ed i figli , in macchina di Felice Zorba , ho raggiunto piazza kennedy. Scarpe comode , un bastone in mano, zaino in spalla ( con una pila un panino una bottiglia d'acqua cambio di indumenti ) ed in testa il desiderio di camminare tutta la notte per arrivare al Santuario di San Gerardo.. E sopra alla testa una paglietta appartenuta al mio amato padre , morto nel 2012 , pochi giorni prima del Santo Natale. Fin da quando ero piccolo mio padre , ogni anno, mi portava a san Gerardo . Lui era molto devoto al Santo , tanto che mi impose come secondo nome Gerardo. Nell'anno della sua morte dovevamo far visita al santo ma per alterne vicende non era stato possibile farlo . Dopo la sua morte giurai di onorare l'impegno disatteso e questa notte onorero' la promessa viaggiando con la paglietta di mio padre che lascero' poi al santuario. Un cammino lungo 32 chilometri in compagnia di papa'. Tornando al viaggio mi accorgo di essere in anticipo sulla tabella di marcia e siccome fa parecchio caldo mi fermo su una panchina in compagnia di Franco La Terza, Franco Rosanio , Celli Rachele , Celli Olga , Garofano Vincenzo per parlare del piu' e del meno. Sanno che di li a mezzanotte partira' il pellegrinaggio a piedi da Paternopoli a San Gerardo. Il primo ad arrivare al luogo del raduno e' Ivan , un uomo di origine polacca che vive a Paternopoli da 20 anni. Fa il fabbro ferraio in una piccola officina. La signora Olga Celli lo interroga sulle sue origini e nota che e' vestito solo con una maglietta. Senza esitazione Olga prende un maglioncino e lo offre ad Ivan . Un gesto di solidarieta' che risultera' provvidenziale per Ivan sulla salita del bosco di oppido preta , fra Lioni e Caposele. Un gesto di solidarieta' umana che fa onore alla signora Olga. Ivan capisce che saremo compagni di viaggio e mi spiega , con un italiano timoroso, che lui ama Dio e che vuole fare questa esperienza di cammino. Che la sua terra e' pianeggiante ed immensa e che e' abituato a camminare . Alla chetichella si materializzano altri pellegrini fra i quali Nicola Memmolo , storico organizzatore del pellegrinaggio. Subito dopo giungono William e Fabio insieme ai ragazzi della Misericordia con il pulmino e la panda della protezione civile , che ci assisteranno durante il cammino. A guidare i ragazzi della Misericordia ci sono l'amico architetto Livio Zoena , componete del direttivo , ed il Governatore amico geometra Giovanni Tecce. Entrambi sono miei amici d'infanzia. Il primo e' da sempre un credente e praticante. Il secondo e' un convertito al quale mi lega una lunga militanza nel materialismo dialettico. Ci salutiamo con affetto e stima , lo si capisce dal sorriso e dal piacere che scaturisce nel vedersi. Intanto si sono fatte le 00, 15 e dovremmo partire. Pochi minuti ed arriva anche Carrmela Sandoli con Michelangelo e la carovana puo' partire. Viaggiamo alla velocita' di 4,5 chilometri all'ora e dopo sei km arriviamo al bar Perillo in contrada Vallicelli, fra i comuni di Torella Lombardi e Castelfranci. Il bar e' ancora aperto nonostante siano quasi le due di notte. Gustiamo un caffe' avvolti da una strana e magica armonia , anche se a camminare ci sono tre generazioni di uomini e donne.. Nessuna fatica avvertiamo e per ora rimaniamo uniti e compatti. Dieci minuti e siamo di nuovo in marcia. Superato il ponte sull'ofantina entriamo nel Comune di Nusco e scolliniamo nella contrada Tavernassa . Da qui comincia la lunga discesa verso Lioni. Sopra di noi un cielo stellato di una bellezza struggente mentre la fatica comincia ad avvolgere i nostri corpi. Siamo intorno all'undicesimo chilometro percorso e le gambe cominciano a farsi pesanti mentre il desiderio di dormire inizia a farsi strada dei pensieri di ognuno di noi. Il gruppo si fraziona. Livio, potente ed instancabile camminatore, guida la carovana affiancato dai giovani. Io chiudo il gruppo in compagnia del Governatore della Misericordia. Improvvisamente , fra il latrare e l'abbaiare dei cani, una madre cinghiale con alcuni piccoli attraversa la strada . Lei guarda noi, noi ci fermiamo e la guardiamo. L'animale non si scompone e riprende il suo viaggio entrando in una macchia di spine e querce. Sono ormai le quattro di mattina e nel cielo e' apparsa la stella “ re lo valano”. In verita' essa non e' una stella, come comunemente credevano i nostri antenati, ma un pianeta , Venere. La stella appare nel cielo alle quattro di mattina e riappare poi prima del tramonto. Il valano era colui che veniva ad arare i terreni con un di buoi e la sua giornata di fatica era scandita dal tempo nel cielo del pianeta venere . Di qui il nome di stella re lo valano. Pochi chilometri ci separano da Lioni , dove arriviamo lievemente in anticipo sulla tabella di marcia. Sono le cinque ed il bar “ sweet art cafe' “ , allertato prima , ci apre . Una tappa agognata e desiderata per tutta la notte. Si scherza e ci si prende in giro ma negli occhi si legge la soddisfazione di aver percorso 20 chilometri a piedi .. Mai cappuccino e cornetto caldo sono stati piu' sinceramente graditi. Alle sei riprendiamo il cammino. Ormai e' giorno. I lionesi gia' svegli ci guardano con occhio benevolo. Sanno cosa stiamo facendo . La domenica seguente tocca a loro fare il viaggio. All'altezza della stazione ferroviaria di Lioni attraversiamo i binari e comincia la salita verso il bosco di Caposele con sulla sinistra il fiume Ofanto a farci compagnia. La strada asfaltata si fa quasi mulattiera , circondata da sparute masserie di campagna, con pendenze del sette per cento. Restano da fare solo dieci chilometri , i piu' duri. Io , Livio ed il governatore prendiamo la testa del pellegrinaggio. Dietro , nel frattempo, si sono aggiunti altri pellegrini che sono arrivati a Lioni in auto e fanno a piedi solo la parte finale del cammino. La salita e la stanchezza prendono il sopravvento . Le gambe non le senti piu'. In verita' sembrano andare da sole . La mente si sgombra di ogni residuo pensiero che non sia la meta da raggiungere. Camminiamo vicini senza parlare. Ognuno , adesso, e' da solo con la sua intimita' , con le sue paure ed i suoi sogni. Il governatore e' silenzioso da diversi chilometri. Livio, al contrario , sembra essersi appena svegliato. E' fresco e pimpante. La sua fede incrollabile lo rende immortale . Se non ce la fai piu' puoi sempre salire sulle macchine della Misericordia ma vai avanti. E lo fai non perche' temi il giudizio degli altri ma perche' accetti la sfida con te stesso. Dietro ad una curva fermo per un attimo il governatore e gli propongo di mettere negli zaini due grosse pietre che avevo adocchiato sul ciglio della strada . Il governatore mi guarda perplesso e mi chiede il valore di questa cosa. Gli sorrido e manifesto il mio pensiero. “ Amico Giovanni ,dobbiamo aumentare la fatica per spurgare dal corpo e dalla mente tutti i cattivi pensieri , le malizie , i peccati che , nonostante la nostra indole pacifica , quotidianamente ed inconsapevolmente facciamo per distrazione” . Il governatore si toglie lo zaino e me lo porge . Effettivamente pesa diversi chili, come il mio, ed anche senza pietre e' gai' un fardello duro da portare su questa salita. Livio intanto se la ride di gusto. Ci raggiunge Milena Modano che cammina con i sandali e non si e' scomposta per tutta la notte. E' evidente che ha una motivazione forte ed importante . In silenzio scolliniamo e finalmente in lontananza si intravede il santuario. Mancano solo pochi chilometri a Materdomini. Gli altri si fermano ad aspettare la coda del gruppo. Io continuo per qualche chilometro. Sono solo , ho una notte insonne nelle vene e trenta chilometri nelle gambe. Mi rivedo bambino , in macchina con mio padre e mia madre, Mamma prega in silenzio con un rosario . Mio padre mi insegna i nomi dei paesi attraversati e per ogni luogo ha un aneddoto da raccontarmi.. Con la voce di mio padre il viaggio passa presto. Siamo a san Gerardo. E tu papa' e' come se camminassi di fianco a me. Siamo tutti e due giovani e ci somigliamo. Io con in testa il tuo cappello. Il tempo sembra non esistere . Una voce da lontano mi chiama e mi riporta sulla strada . Il governatore ha riunito il gruppo . Siamo all'entrata di Materdomini. Arriviamo al ristorante convenzionato. Il proprietario, gentile, ci fa cambiare e lavare , a turno. Nel frattempo sono giunte altre persone in macchina. Ora siamo piu' di cinquanta. Ci guardiamo tutti come appartenenti allo stesso gruppo familiare. Ci raccontiamo le emozioni della notte . Poi Nicola Memmolo ordina di ricomporci per andare sulla tomba del Santo , nella chiesa vecchia. Da un cofano di una macchina emerge uno striscione . Attraversiamo tutta Materdomini come una sola falange .Ecco siamo sulle scale della Chiesa. Entriamo . Un prete ci attende e dall'altare ci benedice . Io sono vicino alla storica statua e ne bacio il piede, un gesto che faceva sempre mio padre. Terminata la benedizione sostiamo tutti in silenzio sulla tomba del santo . Usciamo dalla chiesa e sulle scale comincia la saga delle foto ricordo. Ai piedi della facciata un grosso vaso di fiori delimita la zona parcheggio. Li infilo il bastone di viaggio e sopra lascio il cappello. Papa' , comincero' anche io a portare qui i miei figli ed in particolare il primo, Giovanni , che si chiama come te. Per pochi chilometri di questo pellegrinaggio sei stato con me . Padre ti voglio bene e mi manchi . Gli altri entrano nella chiesa madre nuova per la Santa Messa delle undici . Io, scendo al piano inferiore della basilica e mi imbatto in un predicatore che con tono dolce ma catastrofico invita la gente alla conversione. Lui parla ma io non ascolto. Nella mente solo la nostalgia dei ricordi. Mi alzo ed esco . Mi sono ricordato che mio padre faceva sempre una donazione per la rivista “ in cammino con San Gerardo”. Entro nel museo gerardino e mi avvicino al banco delle offerte. Chiedo un abbonamento alla rivista . L'addetto mi chiede il nome. Forgione Andrea Gerardo , rispondo. Dal computer risulto gia' abbonato , ma in ritardo di qualche anno con i pagamenti. Colmiamo questi anni pagando per il 2017 e confermo il nome dell'abbonato scelto da mio padre. Poi la stanza dei fiocchi , i quadri che rappresentano la breve ma intensissima vita del santo . Infine finisco come un automa davanti alla cella del santo. Qui ho come l'impressione che il tempo si annulli. Chiudo gli occhi , anche per la stanchezza, e mi rivedo bambino sulle spalle di mio padre raccolto in preghiera. La cella era il suo luogo preferito per il raccoglimento. Da ora in poi sara' anche il mio.
A mezzogiorno termina la mesa e ci ritroviamo tutti al ristorante. Ci raggiunge anche il nostro parroco Don Rocco Salierno. La festa puo' cominciare . Mangiamo bene e beviamo tantissima acqua . Di Fronte il Monte Paflagone , dove sono le sorgenti del Sele, arde da due giorni. Un piccolo elicottero fa la spola con un recipiente d' acqua nel vano tentativo di spegnere le fiamme. Invece il fuoco che fin da giovane ardeva dentro di me sembra lentamente attenuarsi. Quel fuoco che tante volte mi aveva diviso da mio padre , lo stesso fuoco che mi aveva fatto commettere tanti errori giovanili. Papa ' tornero' qui anche l'anno prossimo. Ci tornero' con mio figlio e mia figlia. E saremo ancora uniti nell'amore per San Gerardo. Si spegne il pomeriggio quando in macchina torno a Paternopoli in compagnia dell'amico Orlando Balestra.
Camminando si apprende la vita,
camminando si conoscono le persone,
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce,
seguendo le orme di altri passi. I passi dell'amore .
Andrea Forgione
P.S. Il video del pellegrinaggio e' visibile su you tube con il titolo :
IL CAMMINO DELLA FRTAELLANZA

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