Antonino Salerno risponde a Felice D'Amato

Paternopoli, 13 febbraio 2010

 

Rifuggo dalle sterili polemiche, che servono solo a dare visibilità a chi vive nelle tenebre della propria insipienza, per cui le presenti righe non sono rivolte all'estensore di quel farneticante manifesto che mi vede oggetto di accuse infondate ed ingiuste.

Mi si rimproverano manomissioni, eppure io non ho mai preannunciato la messa in opera di una presunta commedia, riportando sulla relativa locandina la dicitura: "I promessi sposi, riveduti e corretti da ...", ben consapevole di non essere all'altezza di apportare correzioni al capolavoro di Alessandro Manzoni. Si denigra la stesura degli spartiti musicali effettuata dal compianto maestro Alfonso Giusto, professionista serio e capace che ha meritato un'indiscussa stima che non può essere minimamente offuscata da chi non ha competenze di cui vantarsi.

Mi aspettavo che si manifestasse plauso per il recupero del testo originale del "Dramma di Sant'Antonio"; mi aspettavo che per la pubblicazione dell'opera scritta dal maestro Clodomiro Federico Scalzilli si esprimesse riconoscenza al sindaco Duilio Barbieri che ha ritenuto doveroso onorarne la memoria; invece sono stato costretto a vedere affissi calunniosi manifesti improntati ad uno scomposto isterismo..

Ribadisco: le presenti, poche righe non sono rivolte all'autore del manifesto, a cui non riconosco un livello culturale tale da rendergliene possibile la comprensione, bensì a coloro i quali possano ancora nutrire dei dubbi sulla mia correttezza e sulla mia onestà intellettuale. Ad essi rivolgo l'invito a visionare, presso la mia abitazione, la fotocopia dell'originale dattiloscritto del dramma, contenente periodi e correzioni vergate di pugno dal compianto maestro, a me gentilmente fornita dalla figlia Iole Scalzilli che, unitamente alla sorella Lidia, ha assicurato la sua presenza a Paternopoli in occasione della presentazione della pubblicazione.

 

Antonino Salerno   

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