Cos’è la termovalorizzazione?

La termovalorizzazione è un processo che sfrutta il contenu­to calorico presente in una de­terminata materia.

Mentre con gli inceneritori si parlava sem­plicemente di termodistruzione tramite la combustione dei ri­fiuti raccolti, oggi l'uso del ter­movalorizzatore consente di ot­tenere dopo la combustione elettricità e riscaldamento. I ri­fiuti da bruciare con questa nuova tecnologia non sono però indifferenziati e integri ma arrivano all'impianto già sele­zionati e trattati, in frazione sec­ca altamente calorica ottenuta da carta, legno e plastica, non altrimenti riciclabili.

Il primo processo di combustione viene in questo modo ottimizzato e si svolge all'interno di un forno a una temperatura di circa 1000 gradi centigradi.

La camera di post-combustione serve poi per garantire il completamento del processo termico e la distruzio­ne della maggior parte degli in­quinanti.

I fumi che escono dal­la camera entrano immediata­mente in una caldaia che li riuti­lizza per la produzione di ener­gia elettrica e termica, con una quota residuale di scorie per cui è prevista la riconversione o lo smaltimento.

Prima dell'emissione in atmo­sfera i fumi vengono infine fil­trati e depurati per l'abbatti­mento del contenuto inquinan­te, più e più volte, attraversando un reattore, un filtro depolve­rante, una torre di lavaggio ed infine il camino, nel rispetto dei parametri di legge in materia di emissioni. Dalla combustione inoltre rimane un 10-15% di sco­rie sul peso totale del materiale bruciato, da smaltirsi in apposi­te discariche controllate o da trattare per un riutilizzo ulterio­re.

Con gli inceneritori l'impatto ambientale era peggiore, per­ché il residuo di scorie era dop­pio (30%) e derivato dall'ince­nerimento di materiale non se­lezionato e, soprattutto, perché i fumi venivano trattati da un solo filtro elettrostatico.

Oggi in Italia sono presenti ancora 63 inceneritori, alcuni dei quali ri­convertiti alle nuove tecnolo­gie, e sono stati costruiti cinque termovalorizzatori, tutti nel Nord (se si esclude quello di Arezzo) e tutti vicino ai centri abitati. In Europa questa tecno­logia è diffusa in larga scala; solo in Francia sono presenti 84 impianti.

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