Vogliamo spendere qualche minuto per effettuare un ragionamento sul sequestro effettuato ai danni di una nota azienda vinicola di Paternopoli, di cui non diciamo il nome, per ovvi motivi, ma che in paese, tutti conoscono.
Le varie ordinanze a carico di questa azienda sono di tipo “amministrativo” ed in parte imputabili alle complicate e, a volte, assurde procedure burocratiche imposte ai nostri produttori. Il tutto unitamente a tempistiche assurde, soprattutto nel periodo di vendemmi a vinificazione.
La cosa importante da sottolineare è che non è un sequestro relativo ai prodotti in se, quindi non legati alla qualità del prodotto, che è e resta d’eccellenza.
Certo, ci saremmo aspettati una presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale a tutela dei prodotti locali, in quanto sui giornali si parla di “Paternopoli” e non si specifica, giustamente, qual è l’azienda coinvolta. Fossimo stati noi a dover gestire la cosa, avremmo subito indetto una conferenza stampa e avremmo mosso mari e monti per risolvere la questione ed aiutare l’azienda in questione. Ma si sa, chi amministra ha i diritto di comportarsi come meglio crede, assumendosi oneri ed onori del proprio operato.
La questione rilevante è che i consumatori non locali che hanno appreso della notizia, probabilmente ci penseranno due volte prima di acquistare una bottiglia di vino proveniente dal nostro Comune, causando ulteriori difficoltà alle nostre aziende ed ai nostri produttori.
Per chi non avesse letto la notizia, la riportiamo di seguito:
Paternopoli - Sequestrati ettolitri di vino e bottiglie di vino di pregiati vitigni pronte per essere messe in commercio, per un valore di oltre 100mila euro. L'ingente sequestro è stato portato a segno in una nota cantina di Paternopoli, dal personale del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Avellino, di Chiusano, Montella e Volturara Irpina, coordinanti dal vice questore Maria Dolores Curto, unitamente agli ispettori del Ministero delle Politiche Agricole e agli Ispettori dell'Istituto Centrale Repressioni Frodi Alimentari di Napoli, nell'ambito del raggiungimento degli obbiettivi istituzionali del CFS per l'anno 2010 e del controllo del lavoro irregolare nel settore agroalimentare, in particolare nel contrasto dei crimini nel settore dell'agroalimentare per i prodotti di qualità.
I FATTI - A seguito di un controllo di un'industria di trasformazione di uve, leader nella produzione trasfomazione e vendita di vini IGT DOC E DOCG, i militari operanti e gli ispettori hanno sottoposto a sequestro amministrativo un cospicuo numero di bottiglie di vino, diversi tini in acciaio contenenti vino IGT DOC e DOCG ed un tino contenente vino acescente. Nell'ambito dell'operazione si è accertato che il titolare dell'opificio non era in grado di mostrare e mettere a disposizione degli organismi di controllo del Ministero gli atti giustificativi relativi alla presenza di circa 500 ettolitri di Falanghina, 350 ettolitri di Greco di Tufo e 450 ettolitri di Aglianico, al momento in fermentazione. I suddetti vini venivano conservati all'interno di 10 serbatoi in acciaio inox.
Inoltre la Cantina aveva in giacenza circa 3700 ettolitri di vino rispetto ai 2500 ettolitri comunicati ed autorizzati dall'Ufficio competente dell'ICQRF.
Oltre al suddetto vino è stato posto sotto sequestro un tino di vino acescente, di circa 90 ettolitri. Gli uomini del CFS e del ICQRF hanno provveduto, inoltre, ad effettuare un campionamento del vino stesso per successivi esame di laboratorio.
Inoltre il Personale del Corpo Forestale dello Stato e dell'Ispettorato Centrale Repressioni Frodi, nell'ambito della stessa indagine, ha individuato altri due locali ad uso privato, distanti dalla medesima Cantina ed utilizzati dal titolare per detenzione di vino imbottigliato, non etichettato e privo di altre indicazioni previste dalla normativa vigente, ma pronto per essere commercializzato. Successivamente si è proceduto ad un ulteriore sequestro di circa 600 bottiglie di Cabernet, 600 bottiglie di Chardonnay, 3000 di Aglianico, 1400 di Falanghina, 720 di Fiano e 6500 di Taurasi DOCG, per un totale di circa 13mila bottiglie di vino con successivo fermo Amministrativo. Il sequestro delle bottiglie di vino IGT DOC E DOCG è scattato poichè le stesse erano prive di etichettatura e conservate in locali non denunciati all'Ufficio ICQRF competente.
L'operazione ha portato al sequestro di circa 1450 ettolitri di vino di qualità, per un valore di circa 100mila euro. Oltre agli illeciti summenzionati sono state rilevate anche violazioni alle norme ambientali - smaltimento illecito di rifiuti derivanti dal ciclo di produzione di trasformazione delle uve, quali i raspi; difatti il controllo ha avuto per oggetto anche lo smaltimento dei sottoprodotti di vinificazione e lo smaltimento illecito dei reflui di scarico della stessa azienda.