Ho provato a darti un volto, caro Adolfo. Ammetto che per un po' non ti ricordavo... Ho segmentato ricordi, squarciato tenebre che ancora e credo per sempre faranno parte della mia esistenza, per darti un volto. Da quando la notizia che non c'eri più si è diffusa, rimbalzando per strade, vicoli e contrade, come corpo che travolge tutto e tutti, ho inseguito ricordi, ho disegnato volti, ho pensato alla tua famiglia, ai tuoi affetti qui a Paternopoli, al tuo caro papà che io da immemore tempo voglio un gran bene. Di colpo, una immagine ha squarciato il buio e si è materializzata. Adesso, caro Adolfo, mi sono liberato di un gran peso. Ti conosco. Forse ti ho conosciuto da sempre. Un volto bellissimo, occhiali che ti rendono più uomo di quanto la tua giovane età può dimostrare. Anche sorridente.
Chissà quante volte ti ho incrociato, immagino le volte che mi hai cercato con il tuo dolce sguardo e anche sorriso. Non posso che ringraziarti per questo. Sai, anche io vengo da una storia dolorosissima e per questo mi sento tanto, ma tanto vicino a te. Ho una gran voglia di piangere. Ma devo parlarti e dire qualcosa anche ai tuoi che io so quello che provano. Oggi rientri a Paternopoli. Oh, quanto è strana la coincidenza... qui c'è festa. Non ti si può accogliere in modo diverso. Tu sei giovane, brillante, gioviale. Nessuno ha il diritto di chiedersi... ma perchè? Appartiene alla tua storia, noi non abbiamo il diritto di interrogarti su niente. Sai, ti vogliamo tutti un gran bene, qui a Paternopoli. L'ho potuto leggere nei volti e nel cuore di tanti. Sei una persona meravigliosa. So che mancherai a tutti tanto, perché molti mi hanno sussurrato ... si, ritorna ... ma poi... ripartirà. Io caro Adolfo, sperimento ogni giorno questa partenza e so il dolore che accompagna il partire e l'attesa del ritorno. Vedi tu sei stato come un piccione che ha toccato il cielo e ora in libera caduta, ha aspettato solo di toccare terra per dire... è finita la mia corsa ......... E' stato probabilmente un conto alla rovescia... ci voleva forza e invece hai aspettato che il cronometro segnasse zero per andare via. Avrai immaginato, una volta andato via, lacrime d'amore, lacrime d'affetto, lacrime di tristezza ma so per certo che vorresti vedere una lacrima "rosa" come il colore dell'amore, dell'amore come puro segno di amicizia, lacrime che stiano a segnalare: "come faremo senza di te". Ecco, caro Adolfo, come faremo, come faranno i tuoi tanti amici senza di te. Come faranno i tuoi genitori, la tua amata sorella, senza di te. Io so tutto, caro Adolfo, io so dell'incommensurabile dolore che come linfa si sostituirà al sangue che mantiene in vita i tuoi. Il loro unico alimento sarà il dolore. E poi il buio... I tuoi vivranno col buio... Sai in questi tragici eventi, si cerca di colorare il buio. Il buio, fa paura. E si cerca di colorarlo. E' immenso, caro Adolfo, il dolore di questa Comunità che in un giorno di "festa" ti accoglie. Come accogliemmo tuo padre, quando giovane carabiniere venne qui a Paternopoli. Venne a Paternopoli per servire Paternopoli e questo paese lo ha sempre ricambiato con enorme riconoscenza ed affetto. Adolfo, la corsa è finita. Vorremmo tanto trattenerti con noi, ma sappiamo che devi andare. Ti vogliamo tutti un gran bene. Ci mancherai tanto.
arch. Mario Sandoli