La caccia al cinghiale (e non solo)

Negli ultimi tempi si è diffuso un certo malcontento peri danni alle culture procurati dai i cinghiali, e da qualche giorno sono comparsi ai limiti delle nostre aree boschive dei cartelli che segnalano la loro destinazione 'speciale' per la caccia al cinghiale.

A tale proposito desidero segnalare due cose:

  1. Il cinghiale, assente allo stato naturale nelle nostre campagne, viene 'rilasciato' dalle associazioni venatorie per essere successivamente oggetto di caccia, Perciò I primi responsabili del danni procurati da questi animali, che devono pure mangiare per sopravvivere (si cibano soprattutto di erbe, ghiande, radici e rettili), non sonni cinghiali ma i cacciatori.
  2. E' noto che la macellazione degli animali (per scopo alimentare) deve avvenire nel rispetto di norme precise per evitare sofferenze inutili: gli animali devono essere preventivamente storditi, e non entro In altri dettagli macabri. (E' vietata e sanzionata la macellazione del maiali con i metodi praticati fino a qualche anno fa). Il cinghiale, che é un maiale selvatico, viene cacciato coni cani che lo scovano, lo terrorizzano, lo inseguono , Io feriscono a morsi, e finalmente é brutalmente ucciso a fucilate dal cacciatore: questo va sotto il nome di 'nobile passione', e il cacciatore si re , un amante (Iena natura, un ecologista, e tante altre cose ancora.

Con ciò non si vuole giustificare la caccia al volatili che è altrettanto cruenta, e che ha come unico scopo quello che divertire persone che traggono piacere nell'uccidere degli animali . Bisogna sapere anche che gli uccelli feriti, che muoiono successivamente, sono forse più numerosi di quelli uccisi; che è pratica diffusa usare gli uccelli uccisi come pasto per I maiali (non si pensi che si cacci per esigenze alimentari), e che il gusto di uccidere arriva al punto di Sterminare specie protette, tortore, gazze, ghiandaie, rapaci di ogni sorta, compresi i migratori.

La caccia si riduce a questo: tutto il resto (tradizione, passione, amore per i cani, contatto con la natura, ecc..) è un penoso modo per mettere a tacere la coscienza (propria e degli altri).

La capacità di pressione sul potere politico delle associazioni venatorie e degli interessi connessi alla caccia (fabbricanti di armi e munizioni soprattutto) è enorme: sono riusciti ad ottenere con motivazioni risibili l'estensione dei giorni di caccia settimanali da tre a quattro, l'estensione pressoché continua della stagione venatoria e delle specie cacciabili, l'uso di fucili asse colpi, eccetera.

I tentativi di vietare la caccia col mezzo del referendum, come provano le esperienze passate, non hanno possibilità di successo per le regole dell'istituto referendario che accorda ai 'NO' due alternative (il voto contrario e il non raggiungimento del quorum) e ai favorevoli il solo 'SI'.

Angelo Bianco

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