La SP39 ridotta ad una pattumiera

 

Cari amici Paternesi, cari Irpini e cari Amministratori (locali, provinciale e oltre), diciamoci la verità: dell'ambiente non frega quasi nulla a nessuno, tranne quando c'è da alzare un polverone ideologico o mostrarsi paladini della purezza dei nostri territori per interesse.  

Rasentano quasi la comicità quanti si battono continuamente per evitare la costruzione di impianti di compostaggio o dei termovalorizzatori, senza rendersi conto che la mancanza di tali strutture porta poi alla nascita continua di mini-discariche a celo aperto sparse su tutto il territorio provinciale.

Ovviamente è meglio un territorio disseminato di pneumatici e lavatrici, piuttosto che un impianto tecnologicamente avanzato, che può rappresentare anche un opportunità di lavoro per le nostre zone interne e sicuramente da un po' di respiro al decennale problema. Sembra assurdo ma per molti è così!

Dall' indagine ufficiale promossa dal Dipartimento della Protezione civile sull'impatto sanitario del ciclo di rifiuti in Campania (che riportiamo in fondo all'articolo) emerge che:

è possibile evidenziare  l'esistenza di un'associazione tra alcuni effetti di salute (mortalita' per alcuni tipi di tumore, incidenza di alcune tipologie di malformazioni) e la prossimita' a siti di abbandono incontrollato dei rifiuti''

Una ricerca ufficiale che quindi va ad avvalorare le tesi e le prove di molti esperti del settore che da anni denunciano, anche in Irpinia, l'aggravarsi delle problematiche di vita legate all'abbandono selvaggio dei rifiuti.

Ma tanto infondo che problema c'è! Ci possiamo mai preoccupare degli effetti che il nostro sacchetto di batterie avrà sul nostro futuro ed adoperarci per depositarlo negli appositi contenitori? Assolutamente no. Ai gravi problemi di salute si aggiungono altri costi sociali, come quelli legati alla bonifica, perché prima o poi qualcuno dovrà fare pulizia ed allora saremmo in errore se ci lamentassimo dell'aumento delle imposte per le nostre mancanze.

Potremmo scrivere righe e righe sull'argomento, ma lasciamo spazio alle immagini della povera SP39, la strada che dallo svincolo per Fontanarosa (la "Rundinella") ci porta all'imbocco del raccordo dell'ofantina. Perché questa zona? Semplice, perché è una vergogna! Ai margini della carreggiata c'è di tutto!

Ma vi rendete conto dei tanti paradossi? La Comunità Montana Terminio-Cervialto spende migliaia di euro per valorizzare il nostro territorio per fini turistici e quando un visitatore arriva qui si trova immerso nell'immondizia. Chi volete mai che consideri queste terre come meta delle proprie vacanze o del proprio relax in queste condizioni.

Io, francamente mi vergogno. Altro che Verde Irpinia, qui di verde è rimasto solo il colore dei cassonetti.

 

Ing Felice Pescatore, Paternopoli OnLine

 

fonte:http://www.retejonicambientale.it/discariche_e_tumori.htm

 

DISCARICHE E TUMORI:

UNO STUDIO RILEVA NESSO, ALLARME IN CAMPANIA

I dati definitivi saranno noti a maggio, ma gia' oggi ''e' lecito affermare che decenni di gestione illegale e incontrollata dei rifiuti in Campania hanno prodotto effetti sanitari negativi misurabili'': esiste cioe' un legame tra alcuni tipi di tumori e malformazioni e la vicinanza a discariche abusive. E' quanto sostiene uno studio sull'impatto sanitario del ciclo rifiuti in Campania, promosso nel 2004 dal Dipartimento della Protezione civile tra le attivita' di supporto all' ufficio del commissario per l'emergenza rifiuti. Lo studio si trova nel 'Documento programmatico' per superare la situazione di crisi, che l'attuale commissario straordinario Guido Bertolaso ha presentato nei giorni scorsi alla commissione Ambiente del Senato. Lo studio, commissionato dal Dipartimento, e' stato coordinato dal centro ambiente e salute dall'Organizzazione mondiale della Sanita', con la collaborazione del Cnr, dell'Istituto superiore di Sanita' e della regione Campania. E si e' basato su dati provenienti dai nastri di mortalita' dell'Istat. Le analisi, dice lo studio, ''hanno consentito l'identificazione di un'area nella quale la mortalita' generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente elevati rispetto ai valori regionali''. Una zona che comprende alcuni comuni delle province di Caserta (Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano D'Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada e Villa Literno) e Napoli (Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pomigliano D'Arco, Sant'Antimo e Volla). Per quanto riguarda le cause dei tumori, le principali sono ''riconducibili a fattori legati allo stile di vita (alimentazione, fumo, infezioni) e ad esposizioni professionali''. E seppur al momento ''non confermate - afferma lo studio - esistono pero' segnalazioni epidemiologiche che li hanno messe in relazioni ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziale'' a discariche abusive''. L'ultima fase del lavoro e' proprio quella di effettuare l'analisi statistica dei dati sanitari e ambientali, per vedere se c'e' ''un'associazione tra la presenza di siti di smaltimento e abbandono dei rifiuti e fenomeni patologici rilevanti'' Questa fase e' in via di conclusione, ma nel rapporto consegnato ai senatori c'e' gia' una priva valutazione. ''L'analisi dei dati e' ancora in corso e il rapporto definitivo sara' disponibile entro il prossimo mese di maggio - scrivono gli esperti - E' tuttavia gia' possibile evidenziare l'esistenza di un'associazione tra alcuni effetti di salute (mortalita' per alcuni tipi di tumore, incidenza di alcune tipologie di malformazioni) e la prossimita' a siti di abbandono incontrollato dei rifiuti''. Tale nesso, prosegue lo studio, ''necessita' evidentemente di analisi e valutazioni ulteriori, ma, e' lecito affermare che decenni di gestione illegale e incontrollata dei rifiuti in Campania hanno prodotto effetti sanitari negativi misurabili, su un territorio gia' gravato da situazioni di deprivazione socio-economica e penalizzato per quanto riguarda l'accesso ai servizi sanitari''. (21 marzo 2007-19:18)

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