Pensando a Gianni....

PENSANDO A GIANNI.....

di Mario Sandoli

 

La mia personale storia di dolore, parla di altre storie di dolore. Rivado a lunedì 15 ultimo scorso. Una giornata come tante. Eppure un caldo afoso, manifestatosi all'improvviso rende l'aria quasi irrespirabile. Il caso vuole che per motivi di lavoro, da Avellino devo recarmi a Montemarano. Raggiungibile velocemente da Avellino attraversando l'Ofantina. L'Ofantina! Strada delimitata da croci. Fiori qua e là a ricordarci che qualcuno, forse ormai troppi, sono andati via. Strada tracciata e bagnata dalle lacrime di padri, madri, fratelli, mogli, figli. Strada che racconta storie di sangue, di immane dolore, di indicibile sofferenza. Eppure bisogna percorrerla. Man mano che mi avvicino alla stazione di rifornimento di carburante di Chiusano S. Domenico, avverto una sempre maggiore inquietudine. Faccio appena in tempo ad accarezzare una curva che dà su un lungo rettilineo, che davanti agli occhi mi si presenta una situazione che ha dell'incredibile. Penso di stare male.

Una lunga fiumana di gente ha invaso la sede stradale. Vedo gente disperata seduta su muriccioli di fortuna. Le telecamere delle televisioni impazzano a riprendere la scena. Continuo a camminare, in modo del tutto autonomo e le figure di tanti, tantissimi paternesi, mi squarciano il cuore e la mente impazza a capire. Inavvertitamente, senza rendermene conto, con un improvviso movimento del collo, il mio sguardo si posa su di un tratto di strada recintato con nastro colorato. Sullo sfondo una vecchia porta di un'abitazione e della rete metallica. Non focalizzo bene. Le urla che si alternano ad un silenzio irreale, mi procurano agitazione. Mi faccio forza, cerco di vedere bene, quasi mi fermo nonostante un carabiniere, visibilmente sconvolto, mi fa cenno di andare veloce.

Guardo bene. Vedo una moto di colore azzurro le cui condizioni mi restituiscono l'ampiezza del dramma. Vicino, un lenzuolo. Più in là oltre la rete metallica, un altro lenzuolo. Dio mio, è successo qualcosa di grave. Il carabiniere continua a gesticolare e devo proseguire. Andando avanti incrocio Pino Boccella e la mamma di Daniela Biondi. Guardo nei loro occhi. Hanno appena la forza di dirmi: Gianni non c'è più. Il mio pensiero va subito alla sua adorata moglie, alla piccola Giada, ai suoi genitori ed ai familiari tutti. Ma io che vivo il dolore nella sua interezza, quello stesso dolore che poco alla volta si impadronirà della loro esistenza, cosa posso dire?

Intanto che io come una innumerevole serie di persone, abbiamo tanto e tanto voluto bene a Gianni. Lo abbiamo voluto bene perchè Gianni era persona dal sorriso per tutti. Anche quando rabbuiato, aveva la capacità di smorzare i toni con il suo irripetibile ed inconfondibile sorriso. Non dico altro, perché potrei scivolare in una recita a tema che tale non è. Ne voglio solo ricordare, però, la sua disponibilità verso tutti, il suo attaccamento alla famiglia e l'orgoglio di essere un figlio di LVA. Un'attività quella della LVA che lui ha vissuto sempre in maniera professionale, dignitosa ed orgogliosa. Ne voglio ricordare il suo immenso amore per la sua Adelaide e per la piccola Giada.

E allora cosa posso dire io così tanto provato dal dolore ai suoi disperati familiari? Che certamente il tempo che inesorabilmente scorrerà, non servirà a niente.

Il tempo non lenisce un bel niente; il tempo, anzi, infetta la ferita. Allora bisogna avere la forza di vivere aspettando che Gianni ritorni da quel posto dove si era recato per lavoro. Avere la pazienza di aspettare. Affacciandosi al balcone ed immaginando che quel rombo che viene da lontano è Gianni che ritorna. Apparecchiare la tavola e preparare accuratamente il posto dove Gianni sedeva. Passare la giornata, capire che Gianni non torna ancora e pensare che domani sarà la volta buona e poi domani e ancora domani. Il tempo scorrerà così. Perché pensare che non torni più, può condurre solo alla pazzia. Immaginare che si possa andare via così presto, con tante cose ancora da fare è inumano.

Non posso che dirvi di aspettare, aspettare perché Gianni ritornerà.

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