Premio letterario "Bere il Territorio"

Il periodico GoWine (www.gowinet.it) organizza ogni anno il premio letterario: "BERE IL TERRITORIO", quest'anno tra i vincitori c'è anche la "nostra" Annamaria Fiorentino, risultata vincitrice nella sez. dedicata agli istituti agrari. Vi presentiamo il testo vincente:

 

 

Il BICCHIERE DELLA STAFFA
(DEDICATO A CHI SA)
di Annamaria Fiorentino

 

Vino, vinello....... Brutto briccone, vieni che ti metto in prigione.
E giù a tracannarsi, con vogliosi gorgoglii, dalla caraffa di ceramica della bisnonna, comprata in pellegrinaggio a S. Michele Arcangelo in Foggia, litri di corposo e delizioso vino.
Il rito magico ogni anno si racconta, ripetendosi.
L'inverno è qua, fuori fa freddo, la neve è sopra i tetti, regna il sovrano silenzio nella sua irrealtà.
Ma un sentimento ci prende diritto fin dal cuore e ci ubriaca il cervello.
Ci riuniamo, intorno al vecchio caminetto acceso che borbotta, cacciando rosse linguacce scoppiettanti.
Ci sfreghiamo le infreddolite mani: le caldarroste sono sotto un cumulo di viva cenere. E' l'ora del grande rito propiziatore!
In una lenta processione ci rechiamo nella buia cantina, a qualche metro sotto la terra di roccia.
Il lambicco della lanterna, inzuppato nell'olio di oliva, emana una luce tremolante che dipinge ghirigori nel soffitto.
La avviciniamo alla grande botte di legno di 20 Q.li dove riposa il giovincello. E' d'annata lui.
Schhhh! In silenzio, bisogna fare piano.
Spilliamo tirando il turacciolo.
E' un attimo, l'esalazione di quel tipico forte odore di vino Aglianico docg solletica le nostre narici.
Uhmmm! Che profumo antico!
Siamo in spasmodica attesa. E zac! Viene via il tappo e un violento e continuo fiotto di vino limpido e rosso sanguigno zampilla dal garganello.
Mille e mille bollicine, ossigenandosi, si mescolano nella caraffa che viene passata di bocca in bocca, uno alla volta, il rito è lento.
Il girotondo è finito!
Uno sguardo a tutte le nostre facce ed è un'esplosione. Vanno i nostri pensieri...........
Cantiamo gli avi con le canzoni popolane: "La cacioloniata Paternese" (nenia spasmodica e lenta ma cosi dolce e sanguigna, fuoriesce accennata dalle labbra di quel "fiero" popolo contadino del mio paese.
"Russo Melillo" (serenata dell'allegretto popolano all'innamorata con quella boccuccia rossa e succosa come la mela.......).
Ripassa il padrone con le coppe ebbre. Cin cin ! e intoniamo la loro canzone. Si dia inizio alla tarantella. All'improvviso si ha un boato e "trona" (tuona).

TRONA (tuona)

Versi:
Trasi , trasi ca mo' vene a 'cchiove (entra, entra che adesso viene a piovere
'ncigna,'ncigna lo capicuollo taglia , taglia il capicollo
mitti a beve li sunaturi. dai da bere ai suonatori)


Ritornello.........

Grazie combà (grazie padrino
Grazie combà grazie padrino
Piglia lo vino ca me oglio 'mbriaca'. Prendi il vino che voglio ubriacarmi.
Grazie combà grazie padrino
Grazie combà grazie padrino
Piglia l'ombrello ca me 'oglio arritirà. Prendi l'ombrello che voglio rincasare).






Dionisio è in noi, è tra di noi, si mostra il goliarda!
Ha i pantaloni rattoppati, due lacci di ginestra essiccata, glieli tengono su. Indossa sopra una logora camicia di flanella, i cui lembi nella danza lasciano intravedere la sua pancia arrotondata. Due rivoletti di vino scendono dai lati delle sue labbra.
Ci accompagna nel gioco della staffa.
Sta sempre sotto a prendere gli schiaffi e noi a cantare "uno, due, tre...... chi è stato?".
Ma lui non indovina mai. Brindiamo per questo e siamo allegretti.
Chi è il padrone qui?
I percorsi della memoria ci riportano sempre indietro a ricordare quello che noi eravamo; quel bagaglio culturale oggi lo portiamo appresso, ci sorregge e ci fa essere orgogliosi di ciò che siamo.
Rivendicano i nonni nostri con forza quello che ci insegnarono sul vino del dì che prima "fu".
Il "mio territorio" io me lo bevo alla maniera dei miei antenati. Ballo con loro che sanno....
Con i loro piedi pigerò le mie uve!
Custodisco sempre, con fiero amore, la stessa grande botte per brindare al nuovo anno, al sarà, e a quello che già è stato con l'ultimo bicchiere della staffa.
Sotto a chi tocca!

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