Primo Memorial Orlando Balestra: per non dimenticare

PATERNOPOLI/”1° MEMORIAL ORLANDO BALESTRA”

PER NON DIMENTICARE

di Mario Sandoli

Non ho avuto la fortuna di conoscere Orlando Balestra. Me ne ha parlato, visibilmente commosso, un suo cugino a me molto caro, Claudio Balestra. E’ lui che insieme agli altri parenti ed ai tanti amici hanno voluto questo “Memorial. Su tutto, un giorno, una data ed un uomo: domenica, 10/10/2010, Orlando Balestra, “l'uomo esemplare e imprenditore straordinario", “l’uomo che ha condotto abilmente l'azienda di famiglia del padre, Rocco, muore nella terra di Francia. Muore di domenica, a soli quarantacinque anni. Durante una partita di calcio della sua squadra, Orlando lamenta dolori al petto e difficoltà respiratorie. Orlando chiede di lasciare il campo, dice per riprendere fiato. Non è così. Pronto soccorso e massaggio cardiaco per quarantacinque minuti non gli permettono di tornare alla vita. Orlando Balestra lascia moglie e tre figli (due maschi ed una femmina) ed una famiglia unita. I resoconti giornalistici del tempo ci restituiscono questa dipartita come “un’onda d’urto” per quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato. E’ ovunque “forte emozione e comprensibile sgomento”. Figlio di emigranti, suo nonno Orlando era arrivato in Francia da solo come bracciante agricolo, raccoglie l’eredità lavorativa e morale di suo padre Rocco e dirige magistralmente l’azienda di famiglia, specializzata in opere di ingegneria civile ed opere pubbliche, impiegando  ben 150 dipendenti. Sono ancora i giornali del tempo a riferire che all’indomani della dipartita di Orlando “i dipendenti sono tornati a lavorare con il cuore pesante, con i valori di coraggio, efficienza e correttezza incarnati dal loro capo”. Ed ancora, Pierre Guillemant, Presidente della Atrebati, altro colosso dell’imprenditoria francese, parla di Orlando come di un “uomo di azione e di decisione”; “era un amabile, semplice, di grande chiarezza, con un meraviglioso senso di attenzione e di ascolto. La sua giustizia non soffriva critiche. Era anche un uomo d'azione e di decisione, un uomo di campo dell'ingegneria civile e di gestione. I miei pensieri per la storia della famiglia Balestra, gente di imprenditori. E 'un destino che ci scuote”. E ancora ….., ancora, “ è stato un uomo esemplare, semplice, un boss che tutti ci invidiavano. Egli era considerato il migliore al mondo dell'ingegneria civile. Sarà insostituibile”. Tutta qui la meravigliosa e tragica  storia di questo figlio di Paternopoli. Di questa Paternopoli che, non mi stancherò mai di ripetere, ha avuto figli che hanno reso onore in altra terra alla propria nazione, al proprio paese.

Certo io non conoscevo Orlando che, certamente, non è più con noi.

Capita spesso che la nostra immaginazione venga colpita da avvenimenti drammatici, di persone che appena si conoscono, persone dalle quali ci sentiamo improvvisamente attratti e nel momento del ricordo troviamo la forza di partecipare attivamente.

Eh si, scrivere di qualcuno o di qualcosa significa rendere immortale quel momento e quindi la partecipazione diventa cosa concreta. E così sia.

Provo ad immaginare, su quel campo di calcio, in quella domenica del 10/10/2010, l’ultima volata di Orlando prima che il suo corpo cedesse. La sua ultima volata, ha capito, stava finendo. Avrà pensato ai suoi cari, certamente ai suoi inconsolabili genitori, a sua moglie, ai suoi adorati figli. Certo, quella di Orlando è una morte pesante. Che ci fa riflettere. Basta guardarsi intorno. C'è una sofferenza che si manifesta e viene disattesa. C'è una mano che chiede aiuto e spesso la si ignora. Orlando, mi si dice, ha avuto pe3nsiero ed ascolto per le sofferenze e per le richieste di aiuto. E' questo il terreno su cui, tutti, dobbiamo misurarci. Paternopoli ha avuto la fortuna di avere tra i suoi concittadini, questo Uomo. Una fortuna che abbiamo il dovere di trasformare in grandi gesti di solidarietà, di coesione con tutti, privilegiando gli ultimi. Perché Orlando era dalla parte degli ultimi. Perché questi sono la ricchezza che accompagnano i nostri passi, il nostro agire. L'inquietudine che è padrona in questo momento dei nostri sentimenti, sia il veicolo attraverso il quale tutti, indistintamente tutti, ci sentiamo uguali. Orlando è andato via. Io penso che tutti noi gli dobbiamo dire grazie. Grazie per quanto ha fatto, grazie per quanto ha dato. Grazie Orlando.
Free Joomla templates by Ltheme