Questo dissesto non s’ha da fare

Ebbene si: il nostro caro poeta Pietro Aretino (nome di fantasia o anagramma di uno reale?) ci ha onorati inviandoci la sua ultima composizione che, come ricorderete, è stata affissa sui muri del paese solo per qualche ora.  

70.000 denari! È questa dunque la cifra?

Per siffatta somma ci abbandoniam all'abisso?

Colmo di sdegno, trabocca d'ira

l'animo mio. Nel discorso, poco prolisso,

di quel dì funesto

avesti la forza di accertar tale dissesto.

 

La paradossale scena di chi esultava,

di chi, pel quel gesto di vite, ti osannava

ancora vivida m'intorpidisce la mente

ancora rinsalda la sfiducia che serbo in questa gente.

 

Prendendo quella decisione

avvalorasti la tesi per cui l'uomo d'azione

è essere in prevalenza limitato,

non disattendendo l'assioma comprovato.

 

Il dado allora fu tratto

perché dunque non si ufficializza l'atto?

Perché si galleggia nel limbo

a rimirar quel che era ritenuto finto?

Mi corruccio intorno alla questione:

Codardia? Saggezza? Prudenza?

Ahimè non trovo soluzione,

quale sarà il motivo di tale reticenza?

 

Credevate forse di alleggerirvi

dell'onere increscioso

di mandar via Tizio o Caio

affidandovi al paravento, gaio,

di un commissario lamentoso?

 

Come colosso dai piedi d'argilla,

dilaniato da ferite profonde,

il consiglio innanzi alle avversità vacilla.

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