Sul mio pino marittimo, lungo la strada che porta al Canalicchio, anche quest'anno avevano nidificato due coppie di tortore. Ieri e tornata solo una tortora, con evidenti segni di avvelenamento, e non penso che sopravvivrà.
Due coppie di tortore in meno non le noterà nessuno e qualcuno sorriderà che io ne parli.
Nelle campagne si sta imponendo la presenza di corvidi onnivori quali le cornacchie e le gazze, che hanno preso il sopravvento sulla fauna volatile più comune, decimata.
Le rondini sono rare.
I nugoli di farfalle cavolaie sono ricordi d'altri tempi.
Sopravvivono i passeracei, ma non ci rendiamo conto degli squilibri che si sono prodotti all'interno della specie (dove sono finiti i cardellini ad esempio?).
L'upupa, un uccello di una bellezza che incanta, e ormai rarissima.
Paese di cultura contadina, gli abitanti di Paternopoli corrono a reclamare presso le autorità per i cani che abbaiano e i galli che cantano.
La vendita di veleni, non solo più contro gli scarafaggi ma contro ogni specie che si muove, e
impressionante: è una corsa al "tutticidio" dalle lumache alle formiche, dalle vespe ai serpenti, dai piccoli topi di campagna alle talpe. Nulla deve sfuggire.
Veleni micidiali sono a disposizione di chiunque; il loro uso incontrollato e indiscriminate
L'uso del diserbante e diventato la norma.
E' la cultura del bianco più bianco, del pulito più sicuro, ultra, universale.
Avremo prati hollywoodiani, saremo liberati dagli insetti, i nostri orti dei campi minati per qualsiasi animale che oserà avventurarvisi, dormiremo senza essere disturbati dall'abbaiare dei cani e non saremo svegliati dai canto dei galli, ne l’insistente tubare delle tortore e dei colombi disturberà i nostri riposi pomeridiani.
Avremo un mondo perfetto. Finche non toccherà a noi.
Angelo Bianco
Paternopoli, 19 giugno 2011