Il problema dei rifiuti nella nostra provincia tiene banco ormai da diversi mesi ma, nonostante ciò, siamo ben lontani dal trovare una soluzione.
Le istituzioni locali in collaborazione con il commissario straordinario per l'emergenza dei rifiuti in Campania stanno studiando ogni possibile rimedio, ma qualunque sia la loro decisione c'è sempre qualche comitato che si oppone e rimette tutto in discussione.
Non me ne vogliano gli amici irpini interessati direttamente dai vari decreti, ma non è più possibile andare avanti soltanto opponendosi alle decisioni prese.
Il punto su cui focalizzarsi è uno soltanto: bisogna tamponare l'emergenza, facendo dei sacrifici, e lavorare per un piano di risanamento a 360° dell'intero settore.
Personalmente credo che la costruzione del Termovalorizzatore sia una buona soluzione al problema, a patto che sia realizzato seguendo le più rigide normative in materia e che sia fatto funzionare nel modo corretto.
Ma il problema è: dove costruirlo?
Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla proposta del sindaco di Montaguto di realizzarlo nel territorio appartenente al proprio comune, proposta che nessun altro sindaco, per quanto mi è dato sapere, ha mai fatto pubblicamente.
Quando si pone la domanda del perché non si sia d'accordo con la costruzione di un termovalorizzatore nel proprio territorio, la risposta più immediata è: "..perché inquina!".
Perché inquina? Accetterei delle considerazioni sulle variazioni del microclima o sull'emissione delle diossine, ma "perché inquina" è proprio inaccettabile.
Si crede che le tante discariche abusive (in realtà per essere abusive le discariche devono avere fine di lucro, ma in questo contesto userò la definizione per rendere più forte il concetto) non comportino problemi per i nostri terreni.
Faccio l'esempio del mio paese, Paternopoli, che è uno dei comuni del comprensorio D.O.C.G. Taurasi e dove il terreno dovrebbe essere considerato come una sorta di Santo Graal; invece in diversi punti sono presenti cumuli di immondizia che in assumono anche proporzioni all'armanti. Tutti i gas, i liquidi e quant'altro sprigionato da tale materiale finisce per danneggiare le nostre coltivazioni, i nostri animali e, ovviamente, noi.
Quando il portale PaternopoliOnLine presentò il proprio dossier "Paternopoli: un territorio da preservare" mise in evidenza varie tematiche con l'intento di sensibilizzare le istituzioni e i cittadini verso il problema.
Abbiamo tutti colpa della situazione in cui ci troviamo e non possiamo sperare di risolvere i nostri problemi scaricandoli ad altri. In fondo i leghisti lombardi, nonostante usino metodi e dialettica sconsiderata per esprimere le loro opinioni, la settimana scorsa lanciavano un messaggio ben preciso che va tenuto presente: la Campania non può produrre tonnellate di immondizia ed inviarle alle altre regioni o all'estero lavandosene le mani.
Credo che la questione dei siti di stoccaggio o della realizzazione di un Termovalorizzatore sia diventata più una questione ideologica che un problema legato all'inquinamento ambientale, un po' come lo fu il referendum sulla chiusura delle centrali nucleari alla fine degli anni ‘80. In quell'occasione circa l'80% degli italiani votò NO al nucleare e oggi ci ritroviamo con carenza energetica e rischio continuo di blackout, cosa che ci costringe a comprare l'energia dalla Francia che la produce con una centrale nucleare a non più di 20Km dal confine italiano. Inutile dilungarsi sugli effetti che potrebbe avere sull'Italia la rottura di quell'impianto.
Il Termovalorizzatore, che è cosa ben diversa dall'inceneritore (quest'ultimo è praticamente un grosso forno dove bruciare l'immondizia), può portare energia elettrica, riscaldamento e nuova occupazione.
Attenzione, però: non bisogna credere che questo tipo di impianto sia la soluzione a tutti i nostri problemi. Va precisato che non è possibile bruciare ogni tipo di rifiuto ma bisogna procedere, a monte, ad una differenziazione e quindi impegnarsi nella raccolta differenziata. Non è accettabile che la media della raccolta differenziata nei nostri paesi sia intorno al 6% mentre al Nord è abbondantemente sopra il 35%, limite minimo previsto dalla legge Ronchi.
Lo ribadiscono: siamo noi i responsabili di ciò che sta accadendo e non possiamo dire no a tutte le soluzioni che i tecnici e i politici cercano di mettere in campo.
Dobbiamo smetterla con l'abbandono dei rifiuti, sconsiderato ed illegale, ovunque ci venga in mente, perché danneggiamo solo noi stessi.
Sono indignato della situazione in cui si trova l'area di stoccaggio sulla provinciale nei pressi dello svincolo per il mio comune: numerose lavatrici, frigoriferi e altro abbandonati sul ciglio della strada in prossimità del sito. Ma non ci vergogniamo a vedere ogni giorno quel degrado che, tra l'altro, costituisce anche un pericolo per la circolazione stradale? Nonostante sia illegale abbandonare tale materiale nessuno se ne preoccupa ed è come se fosse divenuto normale farlo.
Le cose devono cambiare in fretta e deve cambiare il nostro rapporto con l'ambiente.
Prima o poi bisognerà trovare dei siti di stoccaggio e allora sarebbe meglio costruire un impianto che trasformi l'immondizia e ne ricavi energia e lavoro piuttosto che pagare milioni per trasportarla altrove e permettere ad altri di fare bottino pieno.
Felice Pescatore