Comitato: “gruppo di persone cui è affidata l’autorità di studiare, trattare, ordinare, dirigere, sorvegliare la società e il territorio per il bene e l’interesse comune”. Sicuramente, non possono essere collocati in questo contesto un gruppo di facinorosi e perdigiorno come voi che, annoiati dalle lunghe sedute davanti ai bar, stufi del dolce far niente, stanchi degli strusci per le strade del paese, pensaste bene di trovare un altro passatempo, a voi molto congeniale, ossia quello di attaccare gratuitamente i miei fratelli, grandi lavoratori e che, dal nulla, sono riusciti a creare un’azienda radiofonica di tutto rispetto. Questo mi porta a pensare che siete stati mossi dall’invidia che, assicuro, non porta da nessuna parte, perché chi semina vento raccoglie tempesta, ed è proprio quello che è successo a voi. Cercate, invece, di prendere esempio da chi lavora alacremente per assicurare un certo benessere per sé e per la famiglia e staccatevi, una volta per tutte, dal cordone ombelicale dei vostri genitori o suoceri, o da entrambi. Anzi, staccatevi dai cordoni delle loro borse e vi accorgerete ”come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir l’altrui scale”. (Chi deve intendere, intenda). Non avrete più il tempo di ostacolare con mezzi illeciti il lavoro altrui, facendolo passare per illegale, illegittimo, disonesto. A proposito di questo, cari Signori, e alla luce degli ultimi avvenimenti, tocca a voi adesso dimostrare di essere degli onesti cittadini nei confronti della legge. I miei fratelli lo hanno già fatto. (Chi deve intendere, intenda).
Altri Signori, invece, battono cassa degli enti assistenziali, dichiarandosi poveri, e poi scorazzano per le strade del paese con due o più macchine di proprietà. Ancora non si è capito che attività svolgono, se non quella di arrabattarsi di qua e di là. Questi parassiti della società, invece di riacquistare la dignità perduta, per non aver saputo salvaguardare i propri interessi a tempo debito, si sono profusi, senza risparmiarsi, per ostacolare il lavoro dei miei fratelli che, al contrario, hanno saputo curare i loro interessi. Addirittura, la gentile consorte, invece di girare il sugo come le compete perché, a quel che mi risulta, è priva di qualsiasi qualifica professionale, tecnica e scientifica, approfittava anche delle festicciole dei compleanni dei bambini per distribuire volantini blasfemi nei confronti dell’operato dei miei fratelli, nonché svolgeva opera di persuasione con la sua parlantina civettuola che, però, non ha incantato nessuno. (Chi deve intendere, intenda).
Addirittura, un Signore con cui abbiamo condiviso più volte la tavola, all’improvviso, senza neanche interpellare i miei fratelli, si è scagliato selvaggiamente contro di loro e, davanti a un gruppo di persone, ha fatto proprio il gesto fisico di schiacciarli con il piede. Anche questo Signore, alla luce degli ultimi avvenimenti, è stato schiacciato lui stesso dalle dicerie popolari…… e si affanna di qua e di là a difesa dei suoi diritti che nessuno gli riconosce. (Chi deve intendere, intenda).
E arriviamo alle gentili e blasonate Signore di Paternopoli, che mi stanno tanto a cuore, se non altro per solidarietà femminile. Sì, devo riconoscere, anche se con una punta di invidia, che la parte migliore l’hanno svolta proprio loro, meglio dei loro principi consorti. Finalmente, all’epoca dei fatti, ebbero modo di uscire dalle quattro mura domestiche, troppo anguste per loro, ed inserirsi, a pieno titolo, nel tessuto sociale, politico ed economico del nostro paese e poter finalmente dimostrare le loro capacità e competenze. Per carità, la protesta è legittima, contemplata da ogni regime democratico, ma deve poggiare su solide basi, non sulla disinformazione e improvvisazione. Un unico torto hanno avuto, le Signore, quello di essersi eccitate, infervorate troppo perdendo il controllo delle loro azioni, cadendo nel ridicolo ed esponendosi anche a qualche commento e sorrisino sarcastico, neanche tanto velato. Addirittura, roba da non credere, una perspicace Signora si aggirava per le strade del paese, sotto false vesti di mendicante e, bussando di porta in porta, chiedeva come elemosina quella di non mandare i propri figli a scuola e di partecipare alla sfilata - e che imponente sfilata - organizzata dai comitati - e che comitati - contro i miei fratelli e non contro l’antenna, di cui avevano capito perfettamente l’innocuità. Queste teste coronate, prematuramente, si sono già avviate verso il viale del tramonto. Avvolte nell’oblio, non amano più i loro figli, non incombe più su di loro ogni sorta di sciagura che li avrebbe annientati in poco tempo. Non parlano più di poli tecnologici, di onde elettromagnetiche, di impatto ambientale, di disastro ecologico. Hanno vissuto il loro momento di gloria e ora si sono ritirate nelle quattro mura domestiche da dove erano uscite, a preparare il pranzo pasquale, magari a base di pollo, a patto che sia rigorosamente ruspante. A Paternopoli, un allevamento clandestino, senza nessuna autorizzazione e controlli sanitari, fornisce polli spennati e puliti che vengono recapitati al proprio domicilio con una non tanto modica spesa. L’indirizzo? Basta chiedere in giro o informazioni presso la Casa comunale dove qualcuno, animato da buona volontà, forse saprà fornirlo. Non dimenticate, gentili Signore, di preparare anche i biscotti paternesi, dolci tradizionali di Pasqua. Ricordo che mia nonna li chiamava pastette.
Ed ora ho qualcosa da dire, ma con simpatia, a certi miei amici. Come mai anche voi tacete? Forse è l’incredulità che vi ha reso muti di fronte alla fregatura che avete ricevuto da alcune persone che, in un passato molto recente, avete innalzato agli onori della Patria? Si sono serviti di voi per raggiungere i loro scopi e voi, ingenuamente, vi siete esposti come facile bersaglio a questi arrampicatori sociali che, annaspando di qua e di là, trovano sempre lo scemo del villaggio da circuire. E questa volta, a mio modesto parere e sempre con il dovuto rispetto, gli scemi del villaggio siete stati voi, vittime di persone senza scrupoli, che non predicano bene e razzolano pure peggio. Voi ci avete rimesso la credibilità e la faccia, loro si sono serviti di voi per i loro interessi.
Ma tutto tace, tutto è caduto nell’oblio, naturalmente non quello eterno. Lunga vita al popolo paternese “finché il sole risplenderà sulle sciagure umane”.
Cristina Barbieri