Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni
www.piccolicomuni.com
Corso Principe Umberto, - Rocchetta Sant'Antonio (Fg)
Tel.348/3722435 fax 0885/654734
SPARISCE IL MEDICO DI FAMIGLIA NEI PICCOLI COMUNI ITALIANI?
La scomparsa del medico di famiglia nei nostri piccoli comuni potrebbe accadere
con la nuova convenzione della Medicina Generale. Il nuovo accordo raggiunto
tra Governo, Regioni e alcuni sindacati di categoria prevede la costituzione di
gruppi di medici di base inseriti in una struttura centralizzata alla quale i
pazienti potranno accedere 24 ore su 24, trovando sempre un medico a
disposizione; che questo medico però potrebbe non essere il medico di fiducia
dell'assistito, contravvenendo al principio sinora operante della libera
scelta; che queste , che potremmo definire "pseudo pronto soccorso" e che nella
convenzione vengono definite UTAP (unità territoriali di assistenza di
primaria), sono costituite su base volontaria, ma la volontà della SISAC
(agenzia regionale) è che in breve almeno il 50% dell¹assistenza medica
territoriale avvenga attraverso questa forma aggregata; che l'intento
prioritario di tali strutture è quello di rendere uniforme l'operato dei medici
in modo da poter esercitare un controllo sulla spesa attraverso un budget a
diretta gestione del medico responsabile dell¹UTAP con il grave rischio che la
salute dei cittadini sia subordinata e pesantemente condizionata da logiche di
risparmio. Valutato che l¹obbligatorietà dell'adesione a progetti regionali e/o
aziendali, pena la revoca del rapporto di lavoro, comporterà una
spersonalizzazione del rapporto medico-paziente dovendo il medico rapportarsi
non più ad una persona ma ad una sintomatologia e/o patologia. Risulta evidente
la volontà della parte pubblica di concentrare in una sola e unica sede i
servizi di medicina di base, raggruppando un certo numero di medici (almeno 10)
che copra un territorio da 20.000 a 40.000 assistibili. Questo significherà la
perdita della capillarizzazione del servizio che nelle realtà medio grandi
comporterà un maggiore allontanamento degli studi dei medici curanti dalle
abitazioni e dei pazienti e nelle realtà dei piccoli comuni la scomparsa di
fatto del medico di base. Si creerà un disservizio con il problema di
spostamento dei pazienti e la perdita di quel rapporto di fiducia che per anni
ha rappresentato la colonna portante della sanità pubblica. Per tali motivi,
nel ringraziare il Sindacato Autonomo Medici Italiani per non aver firmato la
convenzione e per la meritoria opera di sensibilizazione che svolgono presso i
propri assistiti nel dire no a questa scelta ingiusta e sbagliata, infatti non
si comprendono, per quanto sopra, i benefici di queste strutture, i cui costi
potrebbero nel futuro ricadere proprio sui bilanci già disastrati dei nostri
piccoli comuni, come sempre più spesso accade, riteniamo opportuno promuovere
una doverosa campagna si sensibilizzazione della pubblica opinione nazionale su
questo tema importantissimo per la vita dei cittadini. L'unica certezza è che
così si potrà imporre un risparmio sulla spesa sanitaria attraverso l¹obbligo
di adesione a protocolli diagnostici e terapeutici che di sicuro daranno
maggior importanza alla finanza e non alla salute. Invitiamo il Ministro
Sirchia, le Regioni, il Parlamento e le Forze Politiche ad una severa
riflessione per evitare il tracollo definitivo dei piccoli comuni per
fallimento dei servizi alla persona realizzato per decreto dello Stato.
Rocchetta Sant¹Antonio,15 marzo 2005
Il Portavoce
Virgilio Caivano