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Apprendiamo con grande soddisfazione la nota chiarificatrice dell'Ufficio Tecnico Comunale sulla questione POLO TECNOLOGICO di via Serra. Infatti in questa nota si comunica alla ditta richiedente che le autorizzazioni rilasciate sono semplicemente decadute per decorrenza dei termini previsti per la realizzazione delle opere stesse. In altre parole l'Ufficio Tecnico Comunale ha solo fatto rilevare quanto chiaramente stabilito dall'art. 87 comma 10 del Dlgs 259/2003 (codice delle comunicazioni elettroniche in base al quale era stata presentata la richiesta da parte dell'azienda che intendeva installare il traliccio), che recita: "le opere debbono essere realizzate, a pena di decadenza, nel termine perentorio di dodici mesi dalla ricezione del provvedimento autorizzatorio espresso, ovvero dalla formazione del silenzio-assenso". Come si può facilmente comprendere, dal tenore letterale dell'art. 87 del Dlgs 259/2003, il provvedimento autorizzatorio rilasciato nel febbraio 2006 è DECADUTO PER LEGGE. Nessun provvedimento era dovuto o necessario da parte dell'Ufficio Tecnico Comunale. Riteniamo perciò che l'intervento dell'UTC sia stato motivato dal senso di responsabilità che ha permesso di evitare, nel caso fossero iniziati i lavori, un atto dovuto come la sospensione dei lavori stessi, il sequestro del cantiere e la conseguente comunicazione all'autorità giudiziaria dei soggetti coinvolti nella realizzazione dell'opera, perché in quel caso si sarebbero iniziati i lavori in assenza di permessi autorizzatori.

Pensiamo che tutto ciò doveva essere fatto dal "governo" politico del paese che invece ha preferito sfuggire e rifuggire ogni possibilità di dialogo e di confronto. Ha preferito essere, per dirla con le parole del consigliere Fiorentino, "ente certificatore degli stati di fatto" senza neanche indagare (o malamente indagando) se i cosiddetti stati di fatto avevano o meno ancora efficacia e legittimità.

Questo provvedimento di chiarezza, che ripeto riteniamo utile e responsabile e che accogliamo con soddisfazione, non è però sufficiente a fermare l'attività del CPAE, il nostro obiettivo è il censimento delle stazioni radio-base presenti sul territorio comunale e la regolamentazione della materia installazioni. Solo in questo modo, oltre a decidere la ubicazione fisica degli impianti in zone più idonee, potremo attuare anche i controlli previsti dalla legge in materia di emissioni elettromagnetiche.

Ci auguriamo sinceramente che la Giunta Comunale voglia trarre insegnamento da questa vicenda e non si sottragga più al confronto con una consistente (a nostro avviso maggioritaria) fetta di cittadini Paternesi che sollevano questioni reali alle quali è necessario dare risposte reali senza lavarsene le mani. La forza della politica deve essere quella di essere al passo con le esigenze della collettività, di capirne le aspettative, di cogliere i cambiamenti della società e di mettere in atto risposte adeguate anche invertendo posizioni pregresse che non siano più adeguate o che siano superate dal tempo e dai tempi. Allo stesso modo la collettività si aspetta dalla politica risposte chiare, fuori da ogni ambiguità, siano esse anche contrarie alle singole o collettive convinzioni purché siano limpide, trasparenti e sgombre da ogni sospetto di parzialità o collusione.

Speriamo vivamente che i signori Consiglieri Comunali, alla luce di questi ultimi avvenimenti, vogliano far sentire la loro voce e vogliano dare giusta considerazione ed ascolto alla petizione popolare che è giunta a circa 700 firme e che solleva la questione installazioni radio-base come un problema serio, reale e da disciplinare e che perciò facciano tutto quanto è nelle loro facoltà di rappresentati del popolo affinché si giunga a disciplinare questa materia.

    Il Comitato Paternese Antielettrosmog

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