Circa quattro anni fa, nel corso di scavi per il metanodotto, in contrada Canalicchio nei pressi del fiume Fredane, fu scoperto un importante sito archeologico: tombe perfettamente conservate. La Soprintendenza prese il meglio e risotterrò il tutto. Ora nei depositi della Sovrintendenza, vi sono tombe complete, gli scheletri di due esseri umani, uno dei quali forse di un bambino, una collanina con pietre dure, una braccialetto da schiavo, vasellame e bugie, ma anche punte di frecce; dunque si tratta di tombe con costruzione a cappuccina di epoca romanica, ma vi sono anche reperti dell'età del bronzo. Il materiale poi non è stato ritrovato solo in profondità, anche in superficie.
Tanti privati o nel lavorare la terra o nel corso di altri lavori hanno ritrovato oggetti, come ad esempio una amigdala in selce, punte di frecce sempre in selce lavorata, armi e attrezzi primitivi usati per scuoiare animali. D'altro canto Paternopoli non è nuova a ritrovamenti archeologici. In località Casale venne alla luce una Villa Romana, anche quella poi risotterrata.
Le due pietre con il simbolo del gladiatore, inserite in una parete esterna della Chiesa Madre probabilmente provengono da lì, visto che nei pressi delle abitazioni delle genti più ricche poteva esserci una piccola arena per i combattimenti. Insomma tutto lascia pensare che vi siano altri tesori nascosti nelle zone circostanti Canalicchio, Casale e altre ancora, sarebbero dieci i siti, sarebbe bello portarli alla luce, valorizzarli. Fa rabbia sapere che ciò che è stato fin'ora ritrovato, non solo non sta più a Paternopoli ma non è disponibili al pubblico, si trova nei depositi della Sovrintendenza.
Qualcosa comunque si sta movendo.
Privati e pro-loco, non ci stanno ad accettare passivamente questo stato di cose, hanno già avuto diversi colloqui con il Sovrintendente, si sa queste cose sono lunghe, ma perseverando sicuramente qualche risultato ci sarà.
(di Monica de Benedetto)