La catastrofe era nell'aria. Noi , i democratici paternesi, forza di opposizione l'avevamo ipotizzata gia' a fine 2014 con manifesti pubblici e comunicati stampa. Oggi la bufera si e' materializzata con una determina-istruttoria del responsabile area finanziaria del Comune di Paternopoli . Infatti , nella determina n. 9 del 21 marzo 2016 l'area finanziaria dell'Ente sancisce un debito fuori bilancio per la somma di 153.922, 91 euro , credito vantato da un professionista, un avvocato del nostro paese. La stessa determina viene trasmessa al segretario comunale ed al Sindaco di Paternopoli affiche' si convochi il Consiglio Comunale , si approvi il debito fuori bilancio per poi trasmettere il tutto alla Corte dei Conti. Da quel momento il Sindaco e' autorizzato ad innalzare le aliquote dei tributi fino al massimo consentito dalla legge, a tagliare i servizi considerati non indispensabili ed a razionalizzare la spesa dei dipendenti per un minimo di cinque anni. Nel frattempo l'Ente Comune ha subito azione di pignoramento su diversi capitoli di spesa per lo stesso ammontare.
Ora che il baratro finanziario del Comune di Paternopoli e' vicino una domanda sorge spontanea: perche' l'attuale Sindaco di Paternopoli , eletto a giugno 2014 , pur sapendo che l'avvocato professionista vantava crediti per procedimenti legali non ha cercato una transazione con lo stesso?. Perche' il Sindaco di Paternopoli si e' opposto al pagamento del professionista obbligando lo stesso a ricorrere al Giudice , cosa che ha fatto lievitare le spese legali , quasi raddoppiandole?. Quale arcano mistero ha impedito al Sindaco di risolvere una questione semplice che il tempo ha reso drammatica e disastrosa?. Noi abbiamo la risposta e la conoscono anche tutti i cittadini di Paternopoli che dovranno aprire i portafogli e pagare.
Ma se gli amministratori del Comune hanno commesso un solo errore ne risponderanno ' davanti alla Corte dei Conti. Noi cittadini pagheremmo quello che ci spetta, gli amministratori pagheranno i danni erariali.
La nostra non e' una minaccia ma una promessa.
Per il Partito Democratico
il segretario Andrea Forgione