Non è stato un grande spettacolo quello che si è visto sabato 24 novembre al Viva Hotel di Avellino. I delegati eletti alle Primarie del PD, chiamati ad eleggere il Coordinatore Provinciale temporaneo del Partito Democratico, hanno dovuto assistere ad una vera e propria farsa, lontanamente somigliante alle solite liturgie congressuali dei vecchi partiti e completamente avulsa dallo spirito che ha animato la nuova stagione politica. Mentre in sala si svolgeva una scarna e sterile discussione, gli occhi della platea erano tutti puntati sui "due attori principali" della giornata che entravano ed uscivano da camere attigue alla sala, nel tentativo di trovare una mediazione che garantisse "la coessenzialità nella gestione del potere". Ciò che doveva rappresentare un momento di vera democrazia, di onesto confronto, di raggiunta unità tra tutte le sensibilità presenti nel partito e nella società civile è stato ridotto, de facto, a un mero mercimonio di "posti e pagnotte" (per usare le parole pronunciate in Assemblea dall'on. Anzalone). L'assise si è conclusa alle ore 14:00, quando gli esigui apparati dei due vecchi partiti rappresentati dall'on. Ciriaco De Mita per la Margherita e dal Presidente dell'ATO Lucio Fierro per i DS, hanno suggellato, con una stretta di mano ed un cenno del capo, un patto dai contorni ancora oscuri che per ora si è tradotto esclusivamente nell'elezione del nipote del Presidente De Mita alla carica di Coordinatore Provinciale. Eppure, all'apertura dei lavori dell'Assemblea, i DS avevano aspramente criticato la condotta della Margherita, accusandola di essere arrogante e prevaricatrice nell'agire politico. Questo loro severo giudizio politico si era esplicitato anche attraverso un documento che è stato letto dal tavolo della Presidenza dell'Assemblea affinché fosse posto in votazione.
Contemporaneamente, in sala circolava la voce che, laddove la Margherita non avesse tratto le dovute conclusioni, i DS avrebbero abbandonato l'aula, facendo mancare il loro consenso al nipote del Presidente De Mita. Cosa ha fatto, allora, cambiare idea ai DS che hanno finito per votare Giuseppe De Mita? Sarà Peppino Di Iorio il Vice-Coordinatore Provinciale, nonostante la Margherita avesse posto su questo nome una pregiudiziale? Sarà Gerardo Adiglietti il futuro segretario cittadino del PD? Sarà Alberta De Simone ricandidata al ruolo di Presidente della Provincia? I DS si vedranno assegnati trenta segretari di circolo alle prossime Primarie del 23 dicembre? Avranno i DS rappresentanti in tutti i consigli di amministrazione degli Enti Pubblici? Se tutte le risposte a queste domande saranno affermative, allora, troverà conferma la tesi, sostenuta da alcuni commentatori politici, che l'assemblea costituente di Avellino, più che un partito unitario, ha restituito due identità politiche, DS e Margherita, diverse ed ancora ben distinte, forzatamente tenute insieme da un patto federativo teso a serbare i propri spazi di potere. Per dirla alla Pirandello: "a ciascuno il suo". A questo punto un'altra domanda sorge spontanea: chi è uscito perdente dall'Assemblea di sabato? A nostro parere, i primi sconfitti sono certamente i cinquantamila cittadini che si sono recati fiduciosi alle urne, nella speranza di costruire un partito nuovo, partecipato, veramente riformista. I secondi sono quelli che credono in una politica fatta di impegno civile, di passione e di speranza in un futuro migliore. Per ultimo, esce sconfitto il nostro territorio che, giorno dopo giorno, affoga nell'immondizia, con i suoi decennali problemi irrisolti: crisi economica, nuova emigrazione, precariato e delinquenza. Ma, a ben pensare, la giornata di sabato segna anche un altro illustre sconfitto: il Coordinatore temporaneo provinciale del PD, dott. Giuseppe De Mita. Infatti, egli avendo dovuto subire il "compromesso del Viva Hotel" è diventato "ostaggio" dei veri padroni del patto federativo che, pregiudicandogli ogni autonoma manovra politica, ridurranno il suo ruolo a quello di mero "notaio" che si limita spesso a siglare decisioni altrui. Altri protagonisti che sembrano stare in disparte, presenti sia nella componente DS che in quella della Margherita, meno appariscenti ma non meno influenti, giocheranno ad inibire ulteriormente l'azione del neo-Coordinatore Provinciale per raccogliere tutta l'eredità politica del "demitismo" in Irpinia. Un complotto indecente che si consuma sottotraccia a danno di una sana e normale dialettica politica. Noi Riformisti Coraggiosi, veri veltroniani, aspiriamo invece ad un Partito davvero Democratico ed abbiamo profuso energie, negli ultimi due anni, per realizzare questo obiettivo. Il nostro sforzo è stato quello di dare voce alla Società civile, fatta di uomini e donne, in carne ed ossa, che lavorano e rappresentano la vera forza motrice del Paese, che sono preoccupati per il futuro dei propri figli e che vorrebbero vivere in un Paese prospero, civile e democratico. Questo nostro sforzo si è concretizzato nella candidatura di Franco Maselli unita alla presentazione di un manifesto programmatico (unica componente a presentarlo) che è riassumibile in tre punti fondamentali: discontinuità con le logiche dei vecchi partiti, partecipazione democratica alla vita del nuovo partito e una ritrovata etica della responsabilità nel porsi al servizio della gente. In questo percorso, coerente e lungimirante, continueremo a muoverci, convinti come siamo che il nostro progetto servirà finalmente a liberare le energie all'interno del partito, oggi mortificate, e nella società irpina che aspira e merita un futuro migliore e una nuova classe dirigente.
Paternopoli 26/11/2007
I Riformisti Coraggiosi:
Andrea Forgione - Componente Coordinamento Provinciale del PD
Antonio Petruzzo - Componente Provinciale dei Riformisti Coraggiosi
Alevidio Zoena - Segretario Circolo "M.L. King"