Paternopoli/L’INTERVENTO
A PROPOSITO DELLA COMUNICAZIONE-INFORMAZIONE
Leggiamo con sofferenza, i vari comunicati incollati alle vetrine dei bar. Leggiamo, con fastidio, le tre o quattro righe che si affidano ai “social” per informare, rettificare o comunicare. Alla fine siamo più interessati a leggere qualche “buona poesia”. Ma tanto è. “Comunicati” incollati alle vetrine dei bar, “tre o quattro righe” affidate ai social. Pessime abitudini. Si entra a pugno chiuso nello stomaco di tutti in quanto a “lucidità” e “analisi” che le stesse pur meriterebbero. Certo una consuetudine vuole che una “comunicazione”, una pur semplice “comunicazione”, si costruisca sugli accadimenti..., dovrebbe essere, cioè, senza una riga che non sia una vera informazione. Al limite, non dovrebbe esserci differenza tra commento e notizia. Il commento è tale se in pari tempo riferisce, informa e chiarisce, e la notizia è tale se per il posto dove è messa, lo spazio che occupa, il modo come è scritta, comporta, riflette, suggerisce e trasmette un giudizio. Vedete, noi pensiamo che i criteri di verifica dell’informazione siano il fondamento della comunicazione specie quando questa sfugge alla facile capacità di affondare o criticare, quindi gli altri, chiunque essi siano. Meglio ancora quando l’informazione proposta sfugge al giro vizioso e perverso che si autoalimenta da quando sono saltate regole e controlli. E ancora, però, buona è l’enunciazione ma… il problema è tutto qui. Sono saltate, un po’ da tutti, le regole e i controlli che sono fondamentali per un “comunicare-informare” che non siano più a “effetto”. La notizia a “effetto”, sparata con disinvoltura, certo, colpisce ma poi si perde nei rivoli della valutazione dei contenuti. Quindi la notizia, va data senza avere timore, perché la notizia diventa veicolo di discussione educativa e di sano confronto con chi legge. Ciò, che invece rammarica, è l’attenzione che si presta, a volte in modo sadico, su autentici “bluff politici” fatti passare in modo compiacente per “notizia”, per “informazione”. Per esempio, ci si riunisce in due o tre persone ed ecco nascere magari, un’Associazione qualsiasi. Che la mancanza di controllo del reale accadimento sul territorio, è amplificata da un’errata “comunicazione-informazione”. E’ qui il guasto. Perché da qui nascono atteggiamenti, si accampano pretese che non trovano riscontro sul territorio. La rappresentanza politica, per esempio, è stato insegnato, è frutto di consenso sul territorio. E qui la verifica, il controllo è obbligo e dovere di tutti i cittadini. E ancora. La Società civile. Ma per dire cosa o indicare che cosa. I partiti non sono forse società civile quando impegnano energie, uomini, lavoro per un domani migliore per tutti? Allora che senso ha, allargare al niente, quando nei contenitori ci siamo già tutti? E su tanto, fiumi di parole, “comunicazioni-informazioni” distorte, quando sarebbe bastato poco per leggere la realtà. Una piccola passeggiata per il paese, in uno di questi giorni anomali che novembre ci sta regalando, è sufficiente per rendersi conto che si tratta veramente di poca cosa. Un po’ ovunque se la cantano e se la suonano in pochi. E questo non può e non deve far “notizia”. Ecco, allora, l’urgenza di invocare una sana “comunicazione-informazione”, che dalla verifica e dal controllo sul territorio tragga alimento per dare notizie che restituiscano soprattutto verità. Il rischio che si corre è che leggendo attentamente comunicati e informazioni, tutti trasmettono idee positive in termini negativi, cioè critico-polemici: essi sono cioè tutti demagogici e non pedagogici, non educano ma corrompono, e in conformità a questo vincolo che stabiliscono con chi li legge, come un padre che dà denaro a un figlio per i suoi vizi, gli impongono poi per l'essenziale il proprio punto di vista che, magari tale non è. Ma che è, però, speculare della disinformazione “avuta” e non della sana “comunicazione-informazione”. Oggi c’è necessità di “comunicazione-informazione” da parte di tutte le realtà di Governo e di Associazioni presenti a vario titolo sul territorio. A Paternopoli, oggi la realtà indiscutibile è questa: dal Governo della Comunità a tutte le Associazioni a vario titolo presenti, non c’è “comunicazione-informazione”. Paternopoli presenta questo “vulnus”: da parte di tutte le realtà presenti sul territorio c’è, quando questa c’è, distorta e/o cattiva “comunicazione-informazione”, se non addirittura mancanza totale di “comunicazione-informazione”. Il guasto: confusione di dati, notizie improbabili ed attività non verificabili. La misura è colma. Noi proveremo a porvi rimedio.
Mario Sandoli