Chiarimenti… e la sfida Margherita alla sicurezza

[Paternopoli/Puntualizzazioni e proposte]  

Trovo difficoltà e nello stesso tempo avverto grande determinazione nell'intervenire per fare "chiarezza". Intervento immaginato, in verità, non per rispondere a chicchessia, quanto per meglio definire alcune questioni che sono state poste in modo non corretto. Intanto il documento con cui i componenti di minoranza del Circolo A. Moro si sono dimessi, in uno al comunicato stampa n° 1, sono atti condivisi da tutti e quattro i componenti dimissionari che firmando se ne sono assunti la responsabilità politica del contenuto. Se proprio vogliamo dirla tutta, i due documenti sono stati scritti e proposti dall'amico architetto Pasquale Lapio, che già aveva prima di tutti noi manifestato la volontà di volersi dimettere e che, proprio per la loro bellezza e profondità di analisi, sono stati condivisi da tutti e quattro i Componenti di minoranza. In verità, solo per ricordare, l'argomentare dell'amico architetto Pasquale è già noto al Circolo tanto che in un incontro con il dirigente De Blasio Carmine fu oggetto di appassionato intervento da parte dello stesso e di discussione da parte di tutto il Circolo. Per quanto attiene, poi, la regolarità del Congresso, mai l'abbiamo messa in discussione. Evidenziamo, però, l'esito incerto del voto che si è differentemente espresso per il Presidente e per il Delegato al Congresso provinciale. Quello che, poi, sosteniamo è che noi non ci riconosciamo nell'attuale Presidente. Cosa ben diversa dal pensare o dire che non è il nostro Presidente. Sulla mia personale storia politica, poi, ho solo da dire che sono rimasto sempre allo stesso posto da oltre quarantanni e che da sempre mi identifico nei valori di libertà, di democrazia e di partecipazione. La lotta politica è bella; fare politica è passione. Anche mettendo in conto possibili crocifissioni, scontri, confronti. Altra cosa, però, è il linguaggio "approssimativo" che si mette in campo per denigrare l'avversario che almeno immagina di non essere nemico di alcuno. Non si può cedere alla tentazione scenica e parlare di "attacchi politici infamanti" quando da altre persone vengono espresse valutazioni politiche diverse dalle proprie. L'attacco politico, nel senso di "valutazione politica", è consentito, è necessario, è il sale della democrazia. Quando diventa "infamante", è altra cosa. Io sto parlando ancora con alcuni amici legali per capire se il concetto espresso è nocivo della mia persona e si sta valutando. Bene, questo perché, se si attribuiscono alle mie valutazioni politiche i connotati di attacchi infamanti, beh io non ci sto. Questo perché l'attacco infamante lo fa un uomo infame. Cosa in cui io non mi riconosco. Anzi ho tanta sensibilità e libertà da poter dire, magari noiosamente ripetendomi, e questa è "valutazione politica" e non "attacco politico", che si può o meno condividere e questa è un'altra cosa, che l'attuale Amministrazione Comunale non è in condizioni politiche tali da poter reggere l'urto e la sfida cui è chiamata in questo momento Paternopoli; che non mi riconosco  nel Presidente del Circolo DL-La Margherita non perché è simpatica o meno, quanto perché le nostre storie, i riferimenti, il progetto, la stessa idea che si ha del Circolo, sono diversi. Punto e basta. Niente di personale. Se poi il Presidente non riesce ancora, nella sua responsabilità, a coinvolgerci, a dialogare con noi, è un problema suo. Anche qui, punto. Tanta libertà, ancora, da poter dire con forza che tremendi dubbi alimentano la mia analisi sul futuro del Partito Democratico. Io la penso esattamente come l'onorevole Ciriaco De Mita: non riesco a vedere ancora, "oltre il tunnel, la luce"; io la penso come l'on. De Luca quando ammonisce a "non avere fretta"; io la penso come il nostro Coordinatore Provinciale quando invita a non "semplificare" sul Partito Democratico. Non è scontato che il PD si faccia a tutti i costi. Temi eticamente sensibili, storie diverse, visioni diverse della società, dello Stato e della famiglia sono un freno all'ambizione di dar vita ad un grande partito. Più che fusione a freddo fra DS e Margherita, visto che quasi tutti gli altri "minori" si stanno tirando indietro, è incontro glaciale per la possibilità di interfacciarsi di uomini che per decenni e decenni si sono combattuti. E non per gioco, quanto su problemi fondamentali attinenti la sfera delle libertà, della visione della società e del sogno di realizzare le speranze delle giovani generazioni. E si può continuare e si tratta sempre e solo di "valutazioni politiche" che per quanto non condivisibili, vanno rispettate. Io del rispetto per gli altri e del rispetto delle loro valutazioni politiche, ne ho fatto l'undicesimo comandamento. Che osservo intransigentemente. In riferimento poi allo scenario provinciale, pur confermando la condivisione della riserva espressa nel comunicato n° 1, apprezzo l'idea dell'esecutivo provinciale che fa dei dipartimenti e dei settori il fulcro nevralgico dell'attività politica della Margherita. E' un partito che si mette in cammino. E lo fa col piede giusto. C'è, però, una "vacanza" che va valutata. Se fosse ancora possibile, io immaginerei un nuovo "settore" relativo alla "sicurezza sui luoghi di lavoro". E' una sfida, questa che la Margherita è in condizioni di poter affrontare e vincere. L'attenzione, peraltro, della Margherita al mondo del lavoro, alle sofferenze di questo mondo, ai guasti in esso contenuti, alle insidie del profitto a tutti i costi, al non voler investire in sicurezza, sono da sempre nell'agenda del partito e della sua storia, come "prioritarie". Io concludo e sempre allo stesso modo: questo, sì, che è "volare".

                                                           

  Mario Sandoli Iscritto al Circolo A. Moro DL-La Margherita di Paternopoli

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