Con Bonino, Vendola e De Luca possiamo Ripartire

pdSe accettassimo di subire l'Opa dell'UDC e del suo segretario Pierferdinando Casini che hanno lanciato sul Partito Democratico guidato da Bersani e dal mago di Gallipoli porremmo per sempre fine alla speranza riformista e democratica nata dall'idea di Veltroni e di quattro milioni di italiani che il 14 ottobre del 2007 hanno dato vita al Partito Democratico. Peccato perché, nel nostro piccolo, nella fase congressuale che ha poi portato all'elezione di Bersani, noi democratici veltroniani avevamo messo in guardia gli iscritti ed i cittadini sul rischio di eleggere un uomo vicino a D'Alema con un linea politica debole e confusa. Infatti, la sua elezione già allora era foriera di quanto accade oggi: la rinuncia alla vocazione maggioritaria, per esempio, ha reso il PD fragile e in balia dei diktat di "Pierfurby" Casini che, con cinismo spietato, illude Bersani e alimenta una politica trasformista e opportunistica al solo scopo di mantenere saldamente la poltrona del potere ben incollata al fondoschiena, mentre il PD, in attesa, rimane paralizzato dal conflitto tra "innovatori" che aspirano a costruire un partito nuovo capace di cambiare la politica e "nostalgici" del vecchio PCI e delle sue assurde liturgie, privi di un progetto alternativo che sappia parlare ai cittadini più che ai partiti. Oggi Casini sceglie di stare nel Lazio con la candidata di Berlusconi solo perché la Bonino ha messo tutti alle strette, ma domani, siamo sicuri, sarà la volta di Campania e Puglia dove, dopo aver illuso lo spasimante Bersani, non potrà che allearsi con la destra che in queste due regioni porta in dote un maggiore consenso. Per quanto tempo ancora Bersani e D'Alema intendono fare il gioco di "Pierfurby" Casini? Il problema oggi non è vincere o perdere le regionali di marzo ma quello di scegliere candidati credibili su cui costruire il futuro del partito e del centrosinistra. Ecco perché oggi nel Lazio, in Puglia e in Campania bisogna puntare su tre candidature forti, autorevoli e credibili come sono quelle di Emma Bonino, Nichi Vendola e Vincenzo De Luca. Fuori da questo schema c'è di sicuro la sconfitta ma quello che più ci preoccupa è il rischio di perdere per sempre quel poco di serio e di buono che il PD ha costruito nella sua breve esistenza. E' ovvio che queste tre candidature, che incarnano la novità, il buon governo delle istituzioni e un grande patrimonio di valori, per quanto autorevoli e perfettamente legittime, non sono gradite alle vecchie oligarchie dei partiti, agli ayatollah romani, ai mandarini locali ed ai cacicchi di periferia perché inevitabilmente limitano il loro potere. Con Bonino, Vendola e De Luca però, noi cittadini democratici, ci riappropriamo della nostra dignità di uomini liberi, riformisti e di sinistra. In caso contrario saremmo costretti a subire i soliti cooptati che in Campania rispondono al nome di Cascetta o di altro cooptato e in Puglia a quello di Boccia  che non solo ci faranno perdere rovinosamente le elezioni ma decreteranno la fine di un partito che con Veltroni ha rappresentato una speranza per l'Italia. Noi veri democratici veltroniani diciamo no alla logica della cooptazione e sosteniamo con convinzione nel Lazio la candidatura di Emma Bonino, in Puglia la candidatura di Nichi Vendola ed in Campania la candidatura del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. L'UDC se vuole, visto che è una forza politica minoritaria e marginale, può accettare di appoggiare le nostre candidature non prima però di aver risolto e ricomposto le sue contraddizioni politiche: non si può infatti essere incoerenti fino al punto di pensare di governare una regione con il centrosinistra quando nel contempo si governano le sue province insieme con la destra. Un vecchio proverbio dice che "chi cammina con lo zoppo impara a zoppicare" e noi veri democratici non vogliamo certo imparare dai democristiani dell'UDC ad usare la politica come merce da vendere al miglior offerente al solo scopo di mantenere poltrone e potere. Naturalmente, dopo le dichiarazioni di Bersani, il potere decisionale nel caso della Campania è soprattutto nelle mani del segretario regionale Enzo Amendola. A  lui rivolgiamo un unico pensiero. Attento segretario, perché se perdi le elezioni regionali con Cascetta o con altro candidato cooptato vai a casa il giorno dopo poiché i veri democratici non sono più disposti a farsi guidare da politici che invece di servire con umiltà e dedizione, si servono del partito e dei suoi elettori per continuare a garantire un sistema di potere che in Campania fa riferimento all'asse "De Mita - Bassolino".

 

Data: 8.1.2010

Andrea Forgione, delegato provinciale del PD

Antonio Petruzzo, Circolo PD "M. L. King"

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