Congresso della Margherita: quale proposta?

Il congresso provinciale della Margherita è ormai alle porte. Già si stanno avviando i congressi dei circoli nei tanti comuni irpini. Si tratta dell' ultimo congresso della Margherita prima di intraprendere senza alcun indugio la costituzione del Partito Democratico.

Con un Partito che di fatto ha serrato le fila, sembrano attenuarsi quelle forze centrifughe che, nonostante in questi mesi avessero manifestato una forte riluttanza al progetto unitario, non hanno poi raccolto un numero significativo di adesioni tra iscritti e militanti.

Il futuro Leader della Margherita dott. Giuseppe De Mita, con sfumature e sensibilità diverse dal gruppo minoritario capeggiato da Maselli-Santoro, si è dichiarato favorevole ad intraprendere questo comune percorso che ci condurrà al nuovo soggetto politico, non nascondendo tuttavia la preoccupazione di dover assistere ad una discussione condizionata più dal giudizio moralistico, da ragioni di convenienza o da rancori personali che dall'analisi sugli argomenti.

Le preoccupazioni del dott. Giuseppe De Mita sono condivisibili ma il fenomeno, comune anche ad altri partiti, appare limitato e non potrà certamente assumere forme patologiche. Quello che invece, per chi guarda come noi, con attenzione alla Margherita provinciale, interessa maggiormente, non sono le trame interne o i pettegolezzi privati, ma una politica in cui si respiri aria pulita e che si concretizzi in "una proposta per la rinascita di questa provincia" su cui discutere e costruire una casa nuova in cui coloro che non provengono dai due partiti fondatori possano sentirsi in casa propria, e non ospiti in casa altrui.

Le preoccupazioni e i pettegolezzi saranno vinte, una volta per tutte, se dal congresso di febbraio emergerà con forza "una proposta concreta" che riuscirà ad entusiasmare anche chi guarda al Partito Democratico con fiducia e speranza. Solo così, le ombre degli ignavi smetteranno di agitarsi nel privato e le luci degli uomini liberi potranno illuminare l'agorà del confronto e della partecipazione democratica.

Questo non è da poco, perché l'urgenza di creare un "Partito Nuovo" e definire una "Proposta Concreta" nasce anche dalle difficoltà di garantire la piena agibilità politica ai propri iscritti e ai cittadini.

Non è un mistero e nemmeno una meraviglia che questo percorso costituente, che oserei chiamare rivoluzionario, stia incontrando varie resistenze interne dovute alle più disparate ragioni, più o meno nobili, più o meno comprensibili, ma vi è un dato che nessuno possa prescindere: il Partito Democratico lo vogliono gli elettori riformatori e progressisti che non si sentono adeguatamente accolti né rappresentati dai singoli partiti che compongono il centrosinistra. Qualcuno dice che siano una minoranza, ma nessuno dubita che essi rappresentino il "valore aggiunto" che spesso determina la vittoria del centrosinistra, così come dimostra il risultato dell'Ulivo alla Camera rispetto a quello conseguito al Senato con liste separate. Alla vigilia del congresso della Margherita, ci auguriamo che la domanda di innovazione del sistema politico non sia soffocata da quell'aria ferma e pesante del chiuso che ha caratterizzato i precedenti congressi. La sfida che abbiamo davanti a noi, confidando nella volontà, è superare le forme e le culture politiche che hanno mostrato forti crepe nell'ultimo trentennio, a cominciare dal consociativismo e tutto quello che ne è derivato. L'obiettivo comune che dovrebbe essere posto a base della costruzione del Partito Democratico è la ricerca - e soprattutto la pratica, laddove si governa - di forme più moderne e avanzate di democrazia partecipata. E' auspicabile che questo enorme impegno di ricerca e di lavoro solleciti i dirigenti più maturi e consapevoli dei due maggiori partiti del centro-sinistra a svolgere un ruolo di "padri nobili", più che "guardiani di identità smarrite", sarebbe utile fossero accompagnatori di un processo che, per forza di cose, dovrà vedere protagoniste le nuove generazioni.

 

Avellino 26.1.2007

   

Prof. Ing. Antonio Petruzzo

 

PRESIDENTE APD IRPINIA E COMPONENTE APD CAMPANIA  

Andrea Forgione, VICEPRESIDENTE APD IRPINIA E COMPONENTE APD CAMPANIA  

Arch. Alevidio Zoena, SEGRETARIO APD IRPINIA E COMPONENTE APD CAMPANIA

Free Joomla templates by Ltheme