Un manipolo di sedicenti amministratori, tanto incapaci nell'operare quanto spregiudicati nello spargere veleni ed ingiurie gratuite verso il passato amministrativo.
Babrieri, con la sua giunta, ha confezionato al popolo di Paternopoli un "pacco regalo" che sprigionerà effetti devastanti nel futuro dell'Ente Comune e dell'intera comunità.
Hanno, infatti, deliberato il dissesto finanziario del Comune motivandolo con argomentazioni false e prive di oggettività scientificamente verificabile.
Si sono inventati la definizione di deficit strutturale ed hanno messo in circolazione una serie di illazioni e di false comunicazioni. Ma le loro sono accuse sine materia che tentano spudoratamente di falsare la storia e gli eventi amministrativi degli ultimi dieci anni. E allora è necessario fare chiarezza e mettere ordine nella confusione di questi tristi giorni, per ristabilire la verità e per difendere l'onorabilità e la grandezza morale e politica dell'amministrazione che ha guidato il paese dal 1995 al 2004.
Un'amministrazione che è stata capace, in nove anni di successi politici e di grandi risultati amministrativi come nessuno mai prima, di coniugare ragione e passione, intelligenza ed onestà, ca-pacità operativa e e dedizione al bene comune, senza mai ammiccare agli interessi personali, fami-liari e professionali.
Innanzitutto va sottolineato che il deficit di 219mila euro (denunciato nel dibattito consiliare e per il quale è stato deliberato il dissesto) non è un deficit strutturale e non è riconducibile agli esercizi finanziari che vanno dal 1995 fino al 2004, tutti chiusi con l'avanzo di amministrazione ed il conseguimento di tutti gli obiettivi prefissati in sede di bilancio di previsione. E con i parametri finanziari allegati al certificato del rendiconto sempre perfettamente positivi a testimoniare la robustezza economica del Comune. Le tesi e le teorie dell'amministrazione in carica, avallate e propagandate da falsi profeti e da messia improvvisati, sfuggono, invece, clamorosamente a criteri di parametrizzazione scientifica certi e garantiti come quelli del certificato sul rendiconto.
Questi parametri, per il Comune di Paternopoli sempre positivi fino all'ultimo consuntivo approvato dal Commissario e relativo all'esercizio 2004, sono quelli che consentono alla Corte dei Conti di monitorare, anno per anno, lo stato di salute degli Enti locali.
Il Comune di Paternopoli fino al 2004 non è mai stato strutturalmente deficitario, per cui è inconcepibile come sia stato possibile prefigurare la più grave condizione del dissesto, in mancanza anche di debiti fuori bilancio gravi e conclamati.
Per la verità dai dati contabili attuali che si conoscono, neanche oggi il Comune di Paternopoli è strutturalmente deficitario. La spesa dei mutui e quella del personale (se non gonfiata dalle spese folli ed inverosimili di un fondo incentivante oltremodo generoso e di una una segretaria che dal 2005 costerebbe tra i 70/80 mila euro) sono perfettamente in regola con i limiti consentiti dalle leggi dello Stato. E neppure sono stati acclarati debiti fuori bilancio significativi.
Gli ultimi debiti fuori bilancio sono stati monitorati e liquidati dal Commissario e riguardano solo il precedente sindacato di Barbieri. Quelli presunti, pacchianamente sbandierati in Consiglio, sono tutto tranne che debiti fuori bilancio.
I fondi del pignoramento De Piano, ad esempio, sono ricchezza pura lasciata in eredità a questa amministrazione visto che nell'autunno del 2003 la lite è stata transatta in termini molto vantaggiosi per l'Ente e sono state pagate le spettanze alla curatela fallimentare. Si tratta solo di completare l'iter per svincolare fondi che di fatto sono nella perfetta disponibilità dell'Ente.
La criticità finanziaria attuale, invece, nasce nel 2005 e si consolida nel 2006 ed è dovuta a deficit "clientelari e voluttuari". Deficit, cioè, dovuti a spese non necessarie e ad omesso controllo sulle entrate.
La crisi è dovuta, in definitiva, ad imperizia, imprudenza e negligenza di chi ha gestito, a vario titolo, le finanze del Comune di Paternopoli nella stesura del bilancio di previsione del 2005, uno strumento contabile, è bene ricordare, approvato dal sindaco Barbieri senza numero legale, con il parere sfavorevole del revisore dei conti e la netta opposizione del suo vice sindaco e della minoranza. Le responsabilità politiche sull'esercizio 2005 e su questo del 2006 sono di tipo omissivo sul fronte delle entrate e di tipo permissivo sul fronte delle spese.
Questi comportamenti amministrativi, ancorchè testimanianza di analfabetismo contabile, sono finalizzati, evidentemente, alla creazione di sacche di attenzione e di privilegi non in sintonia con il bene comune.
Alla luce di tutto ciò c'è voluta una bella dose di incoscienza per fare il dissesto, perchè i numeri non giustificano un atto amministrativo così grave. Fare l'amministratore è un'attività rischiosa che comporta assunzione di responsabilità di alto profilo cosa che è mancata nel nostro caso.
La deliberazione del dissesto certifica, a parer mio, l'incapacità e l'inidoneità degli amministratori attuali a fronteggiare le reponsabilità del ruolo. Testimonia una disabilità amministrativa che porta a smarrire l'etica della responsabilità. Si tratta di un handicap, questo sì strutturale, che riguarda chi non è in grado di fronteggiare le nuove esigenze finanziarie ed organizzative del Comune, sulla scia dei grandi mutamenti nella genesi delle risorse e nell'evoluzione delle necessità di spesa degli ultimi anni. Quella degli amministratori attuali è stata un'operazione politica bassa, oltre che sciagurata. Paternopoli, invece, era abituata alle operazioni politico-culturali alte, oltre che altre per ricchezza di contenuti etici e materiali.
Il dissesto è stato come somministrare la medicina della morte sociale ed economica al paese e declinare le proprie responsabilità, per le quali era stato chiesto il consenso, è comportamento amorale.
La criticità finanziaria attuale del Comune di Paternopoli, che trova la sua scaturigine ultima nel bilancio di previsione del 2005, è comunque contingente e reversibile. L'Ente ha le risorse oggettive e potenziali per rientrare da questo deficit: tagliare le spese finalizzate al mantenimento di posizioni privilegiate e accertare con rigore tutte le entrate possibili.
Ad alcuni personaggi, infine, che si credono emergenti ma che sono già crepuscolari, mi permetto di consigliare di smettere i panni del Don Chisciotte che si affanna contro i fantasmi di un passato che ha rappresentato una grandezza mai conosciuta a Paternopoli, piaccia o no ai nostri ineffabili per-sonaggi. Chi ha voluto il dolce e tormentoso carico di prendersi cura della cosa pubblica, deve operare un'assunzione di responsabilità dal profilo alto. Non può registrare in maniera acritica le difficoltà, ma deve promuovere le risposte per superare le difficoltà.
Aspetto la pubblicazione della delibera con la quale è stato dichiarato il dissesto per illustrare tutta la verità ed i retroscena dell'accaduto al popolo paternese. Intanto, dalle colonne del Corriere dell'Irpinia e dal Portale Paternopoli OnLine, nei prossimi giorni, analizzerò, uno alla volta tutti i fattori che hanno generato nel corso del 2005 e del 2006 la criticità finanziaria di cui si discute.
Felice De Rienzo, ex sindaco di Paternopoli