De Rienzo: ecco come si arriva al dissesto (pt. 4/5)

Qualche buontempone ha ancora voglia di scherzare e prendere in giro il popolo di Paternopoli se continua a riproporre, come un disco incantato, dati e fatti palesemente infondati; a dispetto della scientifica precisione della realtà che emerge dall'analisi che sto facendo dalle colonne di questo giornale.

La perseveranza nell'equivoco è diabolica e promuove il sospetto, a questo punto, di retropensieri finalizzati ad obiettivi politici poco trasparenti.

Ci viene riproposta, infatti, sempre la melensa storiella dell'eccessivo indebitamento con la Cassa DDPP, del personale, delle spese legali. I mutui strangolerebbero le finanze dell'Ente. Tutto falso alla luce delle regale e delle leggi vigenti in materia, come ho già detto nei giorni scorsi. Allora (repetita iuvant) ribadisco che la rata annuale dei mutui è al di sotto (19,6 %) della soglia di attenzione, fissata per legge al 25% dei primi tre titoli delle entrate.

Il che, detto in soldoni, significa che il Comune dì Patemopoli ha ancora una buona capacità di indebitamento, nel pieno rispetto delle regole della buona amministrazione.

Otto milioni di euro di debito è una cifra che non ha riscontro scientifico, non esiste nè in cielo e nè in terra. Sarò didascalico. Prendiamo ad esempio un mutuo ventennale di 400 mila euro per l'acquisto di una casa. Chi contrae un mutuo del genere ha un debito annuo di 20mila euro. Punto e basta. Nel caso del Comune la rata annuale, essendo la sommatoria di più mutui a scadenze diverse, segue una progressione discendente a scalare negli anni, cioè diminuisce ogni volta che si estingue un mutuo. La rata attuale è perfettamente regolare.Quindi la cifra iperbolica che viene diffusa è tendenziosa. Va ricordato, inoltre, che sulla spesa attuale dei mutui, che ribadisco non é eccessiva, incidono anche i ratei del mutuo acceso per la nuova rete idrica comunale ed il 40% (l'altro 60% è a carico dello Stato) dei ratei dei diversi mutui contratti per far fronte ai maggiori oneri di esproprio, in esito alle transazioni per i contenziosi nati negli anni ottanta in cui l'Ente, qualora fossero arrivati a sentenza, sarebbe stato sicuramente soccombente per parecchi miliardi.

Le spese legali: altra bufalo che metterò a nudo nei prossimi giorni. Già ieri s'è capito per alcune spese legali di chi è stata la responsabilità Ma sul tema scopriremo davvero delle belle sorprese. I nostri ineffabili amministratori ed i loro sprovveduti simpatizzanti, dunque, continuano a diffondere, con ogni mezzo, notizie false e tendenziose sui miei trascorsi amministrativi che, invece, sono stati nobili per le finalità perseguite e trasparenti per gli obiettivi conseguiti.

La loro è una fissazione monotematica, che va inquadrata in una sorta di apologia del "dire senza mai dire", pseudo-arte dagli effetti comici esilaranti per manifesta carenza di riferimenti certi.

Imperterriti, infatti, sbattono ancora la testa contro le presunte eccessive spese del personale.

Tutto falso, ovviamente, sia dal punto di vista storico che contingente. Nel 1995 i dipendenti del Comune di Paternopoli erano 26 e la spesa del personale superava il 50% delle spese correnti.

Dopo pochi mesi l'Ente rientrò nei limiti di legge. Lo stato virtuoso è durato nel corso degli anni, con punte di eccellenza nel 2000/2001. Nel 2003 e nel 2004, pur con 24 dipendenti ed una convenzione per la segreteria, la spesa del personale è rimasta al di sotto della soglia, imposta dalla legge, del 48% delle spese correnti. Nel 2005 e nel 2006, con 20 dipendenti ed una segretaria comunale, la spesa del personale supererebbe la soglia limite, quando anche un profano in materia realizza al volo che la spesa dovrebbe diminuire.

Allora il problema, mi pare evidente, è di altra natura: dal 1995 al giugno 2004 Patemopolì ha avuto la fortuna di avere amministratori e condottieri veri che sapevano pianificare i programmi e gli obiettivi in funzione delle risorse e viceversa. I conti di coloro che vogliono screditare il passato, come si vede, non tornano. Gridano al vento, abbaiano alla luna come fanno i cani di notte, ma in concreto il loro operato, fino ad oggi, compreso il vergognoso atto del dissesto, si è segnalato solo per una involontaria paronomasia politica, ed un comico malapropismo amministrativo. E' il loro comportamento teatrale che inquina il dibattito sociale nel nostro paese, riportando la politica indietro di parecchi decenni. L'esposizione puntuale della verità è, invece, arte nobile e generosa che non si concilia con la propaganda politica di basso profilo.

 

Felice De Rienzo

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