De Rienzo: ecco come si arriva al dissesto (pt. 3/5)

Nella speranza che qualcuno ci renderà presto partecipi dei dati ufficiali del conto consuntivo del 2005, possibilmente per voci nominali e non per codici tecnici, in modo che tutti possano intendere, continuiamo l'esame dell'eziogenesi della crisi finanziaria del Comune andando a sbirciare tra i debiti fuori bilancio, di cui pure tanto si è parlato negli ultimi tempi. Lo faccio, non per annoiare con una lunga teoria di numeri, ma perché temo che, siccome "la giusta comprensione delle cose e l'incomprensione delle stesse non si escludono del tutto" (Kafka), si possono generare valutazioni e comportamenti errati. Si è parlato, genericamente, di debiti fuori bilancio, senza dire quali sono, come e quando sono maturati.

Durante il mio sindacato non è stato mai pagato un debito fuori bilancio imputabile a nostri errori o a nostre inerzie. Abbiamo pagato, invece, a decine, esposizioni debitorie pregresse, che provenivano da contenziosi e procedure lasciate in sospeso nei trentacinque anni precedenti, quando queste erano legittime ed ineludibili, mantenendo così alto il prestigio e l'onorabilità dell'Ente. Abbiamo onorato impegni pregressi molto onerosi (parecchi miliardi di lire), impegnandoci con entusiasmo e dedizione nella gestione della cosa pubblica, senza mai farci sfiorare dalla scellerata idea di fare dissesti finanziari. I debiti fuori bilancio ultimi sono stati censiti e pagati dal Commissario con la delibera n. 21/2005. Essi riguardano spese maturate a partire dal luglio 2004, quando era già sindaco il Barbieri. Il saldo delle competenze all'avv. Monaco sono da considerarsi un impegno necessario, a fronte della notifica di una sentenza della Cassazione, ancorchè la stessa favorevole all'Ente. Si riferisce ad un contenzioso promosso dal geom. Caruso nel 1997 per le competenze (trecento milioni) relative ad un progetto eseguito nel lontano 1990. La tesi difensiva, proposta dalla mia amministrazione e portata avanti dalla difesa legale, ha prevalso nei tre gradi di giudizio. Non è colpa mia se i giudici hanno compensato le spese di lite. Di sicuro l'Ente è stato preservato da una aggressione di trecento milioni. Sono eclatanti, invece, le modalità con cui sono maturati i debiti fuori bilancio veri. In particolare quello nei confronti della società che gestiva il servizio lampade votive nel cimitero. Il debito transatto di 18.650,00 è il frutto di un'operazione intempestiva ed inopportuna, posta in essere col bilancio di previsione 2005, di assunzione in proprio della gestione del servizio. Un altro debito di 4.020,00 scaturisce per lavori ordinati verbalmente dal sindaco Barbieri alla ditta Blasi. Tralasciando i 30mila euro per i rifiuti ed altri debiti, pure maturati a partire dal luglio 2004, per complessivi 26mila euro, è significativo il debito fuori bilancio maturato nei confronti dell'avv. Giovannelli, titolare di oltre quaranta incarichi avuti dalle amministrazioni precedenti la mia. Tantissime sue parcelle, notificate al Comune durante il mio sindacato, sono state puntualmente onorate. Appena eletto sindaco il Barbieri, l'avvocato notificò all'Ente dodici citazioni per spettanze relative ad altrettante difese dell'Ente in giudizi civili promossi prima del 1995, per un importo complessivo, e comprensivo di tutto, di circa 90mila euro. Solo dietro mie pressanti insistenze l'Ente si costituì contro le procedure intentate (delibera di C.C. n. 212/2004). Con sentenza n. 971/2005, il Tribunale di Ariano Irpino accolse in toto le argomentazioni dell'Ente e riconobbe alla parte attorea solo 24.419 euro, oltre Iva e spese generali, per un valore complessivo pari a circa un terzo del reclamato. In data undici ottobre 2004 il precitato professionista notificò altri 4 decreti ingiuntivi, che il sindaco si tenne nel cassetto facendoli diventare esecutivi. E non è finita. Nonostante le mie sollecitazioni affinchè venisse pagato quanto riconosciuto nella sentenza di cui si parla, si ritenne di non pagare esponendo l'Ente a tre procedure esecutive dinanzi al Tar, con ulteriore lievitazione delle spese. Alla fine il Commissario ha transatto e pagato un debito complessivo di 50.841,00. Questa vicenda è esemplare e testimonia la superficialità e l'improvvi-sazione che caratterizza il modo di amministrare del Barbieri e dei suoi collaboratori. E' stata questa ignavia, questa indolenza, questa pigrizia, associata ad una certa dose di protervia, che ha generato situazioni debitorie così importanti.

 

Felice De Rienzo

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