Caro Duilio,
non sono stato un tuo elettore, non ho concorso alla tua vittoria. Le regole democratiche (per fortuna esistono) dicono che tu sei il sindaco di tutti i cittadini di Paternopoli. Io, pur non vivendo stabilmente a Paternopoli per motivi di lavoro, mi sento un cittadino di questa comunità e quindi a te mi rivolgo come mio amministratore.
Ho avuto modo di apprendere dalla tua recente lettera aperta, pubblicata sulla stampa sia digitale che cartacea, dell'attività della amministrazione comunale negli ultimi tredici mesi.
Dalle tue righe si evince che la redazione del PUC (Piano Urbanistico Comunale) è in fase di studio avanzato.
Tempo fa la locale sezione di FI promosse un dibattito pubblico sull'argomento. Io ero presente e trovai estremamente positiva l'iniziativa. C'erano anche esponenti politici, specialisti della materia, componenti dell'amministrazione comunale da te presieduta e semplici cittadini. Dopo quell'iniziativa, purtroppo, nulla è avvenuto.
Riprendo l'argomento perché ritengo che dotarsi di tale strumento per una comunità è cosa molto preziosa e di vitale importanza, anche in considerazione delle grandi energie economiche investite (centinaia di milioni di vecchie lire).
Redigerlo non è cosa facile. Adottarlo ed approvarlo lo è ancora meno. Le difficoltà, intrinseche ad un piano urbanistico comunale, provengono dal suo contenuto. Il PUC è lo strumento sul quale l'intera popolazione investe le proprie aspettative di sviluppo. Nel breve, nel lungo e nel lunghissimo periodo. Nel PUC gli artigiani dovrebbero trovare opportunità di innovazione e sviluppo, gli agricoltori l'occasione di valorizzare le proprie identità, gli imprenditori la sede per le proprie attività, i lavoratori il luogo dove esercitare i propri saperi, i bambini la creazione dell'atmosfera dove trasfigurare i propri sogni e crescere nei valori, gli anziani la possibilità di essere utili e tramandare la propria esperienza. I cittadini tutti dovrebbero poter trovare in esso le occasioni per costruire lo spazio dove vivere in armonia con se stessi, con gli altri e con l'ambiente.
Le vicende che hanno portato alla situazione odierna appartengono al passato, alla storia. Non sono importanti. È importante che questo processo sia in atto.
Con queste righe voglio suggerirti ed esortarti di rendere partecipe la comunità nei confronti di questa attività.
Non è cosa difficile. Si può iniziare mettendo a disposizione della comunità gli elaborati redatti, programmando una serie di pubblici incontri, a volte con la presenza dei progettisti, ed allestendo un piccolo ambiente dedicato. Non ci sono costi, ma tanti benefici.
Il mio suggerimento nasce dallo studio su esperienze similari che si stanno praticando in tutta l'Italia. L'urbanistica partecipata mette in condizione le popolazioni territorialmente localizzate di verificare le proprie reali condizioni di esistenza, di dialogare sulla propria identità, di individuare le possibili strade di sviluppo, di chiarire a chi amministra le proprie aspettative, onde indirizzarne le scelte. Effettuare questa attività a Paternopoli potrà significare dare una speranza per il futuro all'intera comunità, nonché un segno di democrazia, di attenzione e partecipazione ai problemi comuni. Occasioni come queste capitano una volta ogni venti anni, non la sprechiamo. Avere un progetto condiviso, credo, sia una speranza in cui investire.
arch. Antonio Troisi