La legge regionale numero 15 del 2 dicembre 2015 ha sancito il riordino del servizio idrico integrato e l’istituzione dell’ente idrico campano.
In buona sostanza, l’ATO regionale sarà organizzato in 5 ambiti distrettuali.
La comunità di Paternopoli si troverà a far parte dell’ambito Calore-Irpino che vede la presenza di tutti i paese della provincia di Benevento unitamente a 117 paesi della provincia di Avellino.
Ci sarà per ogni distretto, un consiglio di distretto e un piano d’ambito. Il Piano d’ambito sarà lo strumento che pianificherà il modello gestionale ed organizzativo; cioè la struttura operativa mediante la quale il servizio idrico sarà realizzato nonché la tariffa di distretto nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità.
Da mesi si sta conducendo una forte battaglia e una forte discussione, nella nostra provincia, sulla gestione dell’acqua in maniera pubblica o privata. Da un lato i fautori di una gestione schiettamente pubblica e di A.C.S(ALTO CALORE SERVIZI). Dall’altro i fautori dell’aggregazione di A.C.S-GE.SE.SA( ACEA) e quindi una gestione di tipo privatistica .
Allo stato A.C.S ha una situazione debitoria di 120 milioni di euro, almeno così dicono le cronache. Se la gestione fosse esclusivamente pubblica significherebbe che i comuni si accollerebbero tutto il passivo e anche la ricapitalizzazione per altri 27 milioni di euro.
La proposta, figlia della fusione A.C.S GE.SE.SA, prevede un piano industriale da realizzarsi in 10 anni; salvaguardia dei posti occupazionale di A.C.S; ristrutturazione del debito grazie al peso economico di ACEA con le banche; tamponamenti ed interventi di parte delle rete idrica vetusta e obsoleta; gestione idrica fino al 2022.
Credo che sia fondamentale garantire una gestione del servizio idrico basata sull’efficienza, efficacia e continuità nell’erogazione del servizio.
E’ molto importante garantire una erogazione del servizio idrico di qualità a costi accessibili.
Una gestione che rispetti, soprattutto la volontà popolare che ha stabilito, per il tramite di un referendum del 2011, che l’acqua è un bene primario esclusivamente pubblico.
Una gestione del servizio idrico che garantisca politiche perequative di finalità sociale, soprattutto per i ceti meno abbienti; una gestione che possa garantire tariffe sociali per le classi in forte disagio economico.
Bisogna allontanare con tutte le forze una gestione di tipo privatistico.
La gestione squisitamente privatistica si basa esclusivamente sul raggiungimento del massimo del profitto, sulla speculazione e sul guadagno. I debiti accollati, saranno scaricati sull’utenza per il tramite delle tariffe, con il conseguente restringimento dell’erogazione di un servizio inalienabile ed inviolabile ad una ampia fascia della popolazione.
La questione è molta seria e va affrontata con serietà e rigore, senza infingimenti, ipocrisie ingiuste e falsità.
Ecco perché invito il Sindaco di Paternopoli e tutto il consiglio comunale a rispettare la volontà popolare dei cittadini espressa nel 2011 ed a proporre all’assemblea dei sindaci A.C.S e al consiglio di distretto un modello di gestione e societario interamente pubblico.
Antonello Garofano