Ieri mattina, Roma è stata invasa da migliaia di pellegrini giunti nella capitale per assistere alla cerimonia di beatificazione di Karol Wojtyla, in arte papa Giovanni Paolo II. Per l’occasione sono rimasti aperti i numerosi negozi che riempiono le vie della Città del Vaticano, lo stato più piccolo e nel contempo uno dei più ricchi e potenti del mondo.
Piazza San Pietro è stata il punto di arrivo e di raccolta in cui si sono concentrate le masse dei fedeli idolatranti. L’evento mediatico, trasmesso a reti unificate, ha eclissato e costretto in secondo piano le manifestazioni legate al Primo Maggio, celebrato quest’anno in salsa “patriottica” in omaggio al 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Le folle di devoti adoranti, riunite dinanzi al “Cupolone” della basilica di San Pietro, hanno oscurato il raduno che si svolge ogni anno in Piazza San Giovanni per seguire il classico concerto musicale organizzato dai sindacati confederali, anch’esso dedicato alla ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia. In tal modo, l’apoteosi papista e clericale si è sovrapposta all’orgia nazionalista. Il risultato è una sbornia di proporzioni colossali.
A proposito del “Cupolone”, anche a Lioni (visto che non ci facciamo mancare assolutamente nulla) abbiamo il nostro piccolo “cupolone”, o “panettone”, come qualcuno l’apostrofa, vale a dire la chiesa consacrata al patrono del paese, San Rocco.
Inoltre, a contendersi gli scranni del sindaco e della Giunta comunale si sono presentate quest’anno due “cupolette”, in pratica due cricche locali. Pertanto, dover scegliere tra due “offerte opzionali” perfettamente complementari tra loro, per nulla alternative bensì speculari, è un atto semplicemente imbarazzante, nonché sterile e frustrante.
C’è chi obietta e suggerisce di votare (dunque, premiare) il “male minore”. Ah! Ah! Ah! Una valanga di risate li seppellirà. Ma se non basterà una risata, vorrà dire che si dovrà “scendere in campo” per contrastarli sul loro terreno, cioè sul terreno dei rapporti di forza, per “marcarli stretti”, incalzarli e, se necessario, scontrarsi con il potere reale.
Conviene ridere per non piangere. Si pretende di farci credere ancora alla favola del “male minore” a cui non credono più neanche i bambini. Ma quale sarebbe il“male minore”? Probabilmente l’abbiamo già sperimentato. Quella del “male minore” è una soluzione consolatoria che equivale a decidere quale potrebbe essere la “fregatura minore”. Ma una fregatura è in ogni caso una fregatura. Per la serie “comunque vada, sarà una fregatura”. E non ci saranno santi protettori a salvarci dalle loro grinfie rapaci.
Sono anni ormai che la “sinistra” italiota, sia nazionale che locale, si è ridotta a propagandare la tesi balorda e ridicola secondo cui “conviene” (a chi?) scegliere il “male minore” e puntualmente, ci ritroviamo al potere il “male peggiore”. E’ ora di smetterla.
Il “miracolo della democrazia” consiste nell’estrema facilità con cui la gente si lascia abbindolare ed ingannare, nell’estrema facilità con cui la gente si convince a recarsi alle urne per scegliere ogni 5 anni, se non anticipatamente, i padroni da cui farsi sfruttare.
Lucio Garofalo