Dobbiamo confessare che giovedì abbiamo assistito, in diretta TV, a uno spettacolo indecente per i senatori e mortificante per i cittadini. Non che mi facessi illusioni sulla tenuta del Governo Prodi ma almeno speravamo di capire le ragioni che avevano prodotto l'ennesimo ribaltone. Invece abbiamo dovuto constatare che il Senato si era trasformato in una specie di bettola, dove, tra spintoni, gesti di pistola e di corna, si udivano frasi indicibili. Aveva ragione Prodi. Meglio affrontare la sconfitta a viso aperto, mostrando ai cittadini i veri volti dei congiurati, che hanno teso l'agguato al governo dopo aver reso ingovernabile l'Italia, che tentare di vivacchiare alla giornata tra mille ricatti e incertezze. Prodi ha deciso di combattere fino all'ultimo, da vero guerriero, nel rispetto del dettato costituzionale, per dare orgoglio e lustro ai parlamentari che lo hanno sempre sostenuto in questi venti mesi e dignità al patto che aveva sottoscritto in campagna elettorale con gli elettori e con il Paese. Con Prodi, però, non cade solo un governo di centrosinistra ma si chiude anche un'epoca in cui si raggruppavano in un'ampia coalizione "il diavolo e l'acqua santa", al solo scopo di vincere le elezioni. Questi quattordici anni di seconda repubblica hanno dimostrato che non conviene né alla destra né alla sinistra continuare a riproporre larghe coalizioni senza coagulante, dove i soliti trasformisti o massimalisti, di destra e di sinistra, continuano a fare il bello e cattivo tempo, tenendo in ostaggio un'intera nazione. Nella coalizione di centrosinistra bisogna far chiarezza non solo sul piano nazionale ma anche su quello regionale, provinciale e comunale mettendo alla porta, sin da subito, tutti i trasformisti alla Mastella e gli pseudo - liberisti alla Dini. In particolare, i dirigenti del PD si attivino e agiscano tempestivamente per azzerare gli assessorati e gli incarichi politici assegnati dalla coalizione di centrosinistra ad esponenti dell'Udeur e ai diniani. Davvero è interesse dei cittadini che i governi, nazionale e locali, siano così esposti al cinismo, alla furbizia e all'egoismo di risicate minoranze? Coalizioni eterogenee il cui esito sarebbe solo nuova ingovernabilità, nuove risse, nuova frammentazione? Chi oggi festeggia per la caduta del governo Prodi sbaglia se pensa di andare alle elezioni con questo sistema elettorale e con queste regole. Un'Italia nuova nasce da un nuovo assetto istituzionale e tutte le forze politiche italiane, di maggioranza e di opposizione, hanno il dovere di correggere queste riforme e in primis la legge elettorale prima di riportare il Paese al voto. Nessuno può far finta di nulla o negare la propria quota di responsabilità nella crisi del nostro sistema. Sette anni di governo Berlusconi e sette anni di governo di centrosinistra non possono essere passati invano. I cittadini italiani non devono continuare a pagare le inefficienze prodotte da governi deboli e instabili. Il potere democratico deve essere esercitato concretamente. E deve essere, allo stesso tempo, potere e democrazia. I cittadini vogliono votare con una nuova legge elettorale e vogliono che il Paese sia guidato, per cinque anni, da un governo stabile. Vogliono poi poter pesare sugli indirizzi programmatici con le loro associazioni e con i loro movimenti. Questa è la vera democrazia. Il potere e la partecipazione. Non un'armata indistinta in cui è impossibile decidere e diventa persino difficile partecipare. Ai veri democratici infine vorremmo dire di non avere paura delle elezioni, di non arrovellarsi sui sondaggi e di aver fiducia nelle proprie possibilità e nelle opportunità offerte da una società dinamica e moderna, fiducia in Paese unito, in un'Italia che vuole cambiare, innovarsi, crescere, abbandonando tutti i trasformismi e dando priorità al futuro.
Data 27/1/2008
Ing. Antonio Petruzzo Presidente Circolo PD "M. L. King" di Paternopoli
Andrea Forgione, Delegato coordinamento provinciale PD