Permettetemi di fare un ragionamento che, probabilmente, farà storcere il naso ai più ma credo sia condivisibile da tutti gli irpini che sono stufi di tante promesse e sono stufi di essere continuamente penalizzati e sbeffeggiati.
Siamo alle solite, alla solita emergenza (se così possiamo continuare a chiamarle) che attanaglia l'Irpinia e la Campania. Quasi quindici anni e miliardi di euro non sono stati sufficienti per trovare una soluzione alla tragedia dei rifiuti che ormai siamo tristemente abituati a vedere negli angoli della nostra città e dei nostri paesi. Non solo, sfido chiunque a trovare un solo lembo di terra in Irpinia che non contenga rifiuti di qualche tipo.
E noi Irpini cosa facciamo: non discutiamo di come risolvere l'emergenza, non ci incazziamo con i nostri politici, non cerchiamo di fare incontri per redigere una proposta seria! L'unica cosa che sappiamo fare è dire di NO a qualsiasi soluzione ci venga proposta ed applaudire l'amministratore che ci spalleggia nonostante sia proprio lui la causa di tutto. Paradossi che si commentano da soli.
Certo la solidarietà a quei comuni che come Ariano hanno già dato tanto è doverosa, ma ora bisogna voltare pagina e bisogna avere il coraggio di farlo.
La responsabilità di chi fa politica non è quella di seguire la "folla" e far finta di pensarla sempre e comunque come essa. La vera sfida, il vero coraggio e la vera levatura di un politico si misura anche dalla forza nel prendere decisioni impopolari, decisioni che sicuramente faranno alzeranno nell'immediato un mare di proteste ma che, negli anni a seguire, potrebbe finalmente dare dei risultati. Certo è difficile perché scontentare gli elettori significa mettere a rischio possibilità elettive o ri-elettive, ma in fondo, qual è il compito di un politico se non quello di guardare le cose da una prospettiva più ampia e pensare al futuro dei cittadini e del nostro Paese? Se poi non si riceve più un mandato pazienza, ma è meglio aver operato nell'interesse comune che nel solo interesse di restare seduti su una poltrona.
Vede Paternopoli: un paese che negli ultimi decenni si sta man mano spopolando ed il cui futuro è sempre più cupo. Questo è quello che si intravede per il Paternopoli ed è quello che si assapora per l'Irpinia in generale, con rarissimi distinguo. La paura di fare scelte difficili, che non trovano un immediato accoglimento da parte della gente, ha portato la nostra splendida provincia in una sorta di "limbo" temporale in cui i problemi si rimandano al domani ed in cui anche i più basilari diritti sono un optional.
Com'è possibile che nel resto d'Europa problemi quali la spazzatura sono risolti da almeno un decennio e qui ogni due mesi siamo a punto e a capo? Come è possibile che non si abbia fiducia nelle nuove tecnologie e anzi non si investa in esse ma le si contrasti, non facendosi poi scrupoli nel buttare un televisore sulle rive dei nostri fiumi, ormai inquinatissimi? Poi ci meravigliamo e incazziamo se i turisti non ci sono, se sui giornali si riporta che 1/4 del territorio Italiano inquinato è campano, se negli ultimi dieci anni c'è stato un aumento dei tumori di oltre il 40% e... mi fermo qui perché l'elenco sarebbe praticamente senza fine.
Tocca agli amministratori, ai politici cambiare tutto ciò con ferma decisione perché solo loro possono "imporre" determinate scelte.
Con questo non voglio dire che bisogna comportarsi da "padroni del potere", il diritto di partecipare alle scelte che interessano il proprio futuro è sancito dalla Costituzione ed è sacrosanto. Ma quando non si riesce a trovare la quadratura del cerchio non c'è alibi che tenga: chi amministra ha il dovere di prendere decisioni e di farle applicare. Se non si ha il coraggio o la forza di fare ciò è meglio tornarsene a casa e dare la possibilità ad un'alternativa di misurarsi con i problemi e dimostrare il suo eventuale valore.
Unitamente alla necessità di una classe politica "coraggiosa" noi cittadini dobbiamo riscoprire un nuova cultura sociale di diritto che imponga ciò ai nostri amministratori e, nel contempo, dobbiamo essere pronti ad affrontare ogni questione senza pregiudizio analizzandola seriamente e approfonditamente, imparando infine anche ad accettare scelte che non condividiamo. Potremmo scoprire, nel medio-periodo, che tutto sommato avevamo torto.
Ing. Felice Pescatore, Forza Italia