Il deserto rosso avanza tra truppe cammellate, sciacalli e sceicchi locali
In questi giorni è in corso di svolgimento il congresso più infuocato, dopato e cammellato (*) nella storia del Prc, in cui si consuma uno scontro che non ha nulla di nobile ed epico, ma corrisponde solo ad una spregevole resa dei conti finale.
Va in scena una farsa grottesca che non concede momenti di tregua alle risse plateali e alle faide intestine tra gli sceicchi del partito, né consente spazi di agibilità e serenità democratica, di libero dibattito e confronto sui contenuti reali delle questioni. Semmai qualcuno avvertisse il bisogno di un riscontro empirico, la vicenda fornisce l'ennesima, incontestabile prova che i burocrati sanno occuparsi solo di insulsi cavilli burocratici.
Un deserto morale, intellettuale e politico avanza senza sosta e senza ostacoli, soffocando e annebbiando le coscienze, spegnendo i desideri e i sogni di compagni ingenui ed ignari, estranei a logiche e disegni machiavellici. Divisi in fazioni contrapposte si azzuffano i seguaci mistici di un fanatismo pseudo-ascetico che dissimula il comportamento farisaico ed opportunista dei dirigenti forchettoni, messi al riparo da eventuali accuse ed assalti frontali.
In una cornice surreale e parossistica si celebra l'apoteosi del cretinismo parlamentare, malattia senile dell'opportunismo, per cui non resta che redigere l'epitaffio funebre di un covo sepolcrale di funzionari mediocri ed arrivisti: "Chi di parole e poesie ferisce, di parole e poesie perisce". Falsi poeti e parolai, insediati comodamente al comando del partito, si ergono a giudici implacabili quanto iniqui, pronti a ripartire per adagiare nuovamente il proprio onorevole deretano sugli scranni del parlamento borghese. Oggi sono in preda ad una grave crisi d'astinenza i dis-onorevoli delusi e... trombati.
La ludoteca estiva riservata ai cretini parlamentari e agli pseudo-rivoluzionari da accatto, refrattari alla lotta ed incapaci di abnegazione, facili ed inclini all'oratoria televisiva, è infestata da ottusi burocrati, presuntuosi sputasentenze e saccenti predicatori (im)morali che razzolano peggio di farabutti e pregiudicati senza scrupoli.
L'oscuro ed infernale regno del terrore, il tempo degli inganni e delle menzogne, delle ambiguità e delle mistificazioni, delle inquisizioni e delle epurazioni, delle censure e delle reprimende, sembra essere tornato agli antichi fasti e splendori staliniani. Come affermava giustamente Karl Marx, la storia si ripete sempre due volte: la prima volta in tragedia, la seconda in farsa. Ed io aggiungo anche in pubblico ludibrio. Ma una clamorosa risata collettiva li seppellirà!
Altro che critica e superamento degli schematismi ideologici novecenteschi, come predicava l'inFausto Berty-Notte. Qui siamo precipitati in pieno revisionismo ideologico, nell'opportunismo più sordido e affarista, nel qualunquismo e nell'apatia, nella negazione della politica come partecipazione autentica, non drogata e cammellata.
Il partito di gramsciana memoria, il partito come modello e anticipazione della futura società comunista, è ormai ridotto ad un cumulo di macerie.
Lucio Garofalo
(*) Il termine "cammelli" viene comunemente usato per indicare quei tesserati che compaiono improvvisamente quando si svolgono i congressi di circolo: gente che nessuno ha mai visto, che non ha mai svolto alcuna attività e che, naturalmente, non partecipa in alcun modo al dibattito, ma che si materializza miracolosamente al momento del voto, esibendo tessere nuove di zecca. (Definizione tratta dal sito www.bellaciao.org)