Il Fronte dei Mussiani e il Partito Democratico

Il dibattito fecondo e libero tra i rappresentanti di partiti, associazioni e movimenti interessati a trasformare l'Ulivo da alleanza elettorale a soggetto politico ha fatto crescere nell'opinione pubblica la consapevolezza che la sfida lanciata ad Orvieto non è una velleità di una elite illuminata ma la giusta aspirazione del vasto popolo che si riconosce nell'Ulivo.

Ora, mentre l'intero gruppo dirigente dell'Ulivo e l'associazionismo democratico sono uniti nell'assunzione di responsabilità e lavorano per consolidare la coesione della coalizione di centrosinistra e per portare a compimento il progetto del partito unico dei riformisti, nella nostra provincia c'è ancora chi, all'interno dei Democratici di Sinistra, manifesta ostilità e disagio sulla realizzazione di questa nuova prospettiva. Ovvero, chi, arroccato su presunte rendite di posizione, trova inaccettabile che i partiti si aprano alla società civile o che avanguardie e associazioni per il Partito Democratico, legittimamente riconosciute e non affatto autoreferenziali, possano avere voce autonoma ed autorevole nel dibattito politico che si è aperto sul processo costituente del nuovo partito. Non ci turbano più di tanto, le dichiarazioni di alcuni giovani dirigenti DS irpini, ancora traumatizzati dalla "questione Alto Calore", che mentre da una parte rigettano l'idea di un partito unico dei riformisti, dall'altra lamentano l'atteggiamento di una Margherita  che rifiuta di sedersi attorno al tavolo per discutere di "problemi reali". I giovani dirigenti DS irpini, nel loro ragionamento, si pongono una domanda: come possiamo creare un partito insieme al fiorellino se loro non riconoscono la rappresentatività dei vertici DS?  Questa domanda, che apparentemente sembra legittima, se analizzata attentamente, insinua nel lettore un dubbio: sono le ragioni ideali a motivare il "no" al Partito Democratico da parte del gruppo dirigente DS irpino, oppure è il timore di rimanere schiacciati, nel nuovo partito che si va costruendo, dal peso eccessivo che la Margherita detiene in provincia di Avellino, sia in termini di consenso che in termini di leadership?

Cari compagni mussiani della segreteria provinciale DS, se la questione viene posta in questi termini è naturale che la sinistra radicale e la società civile, in questa provincia, sono destinate a soccombere nel processo di unificazione delle forze riformiste. Ma, se l'ambizione del Partito Democratico, come scrive il Segretario dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino è quella di raggiungere almeno il 40% dei consensi, allora, è chiaro a tutti che, questo obiettivo può essere raggiunto solo se si darà vita ad un contenitore ampio e aperto in cui si può ritrovare la società civile e anche una parte di quella sinistra radicale che non è più ideologica.

Non possiamo ripetere gli errori del passato. Non dimentichiamo che nelle ultime elezioni politiche, la lista dell'Ulivo, in Irpinia, ha ottenuto meno voti della somma dei voti raccolti singolarmente da Margherita e DS. Questo risultato disastroso, che non ha eguali nelle altre province italiane, è la conseguenza sia di una scarsità di dialogo e di collaborazione tra i gruppi dirigenti dei due partiti irpini che, pur governando insieme, continuano a considerarsi avversari politici, sia di una chiusura netta alla società civile.

Il Partito Democratico, se vuole diventare per davvero un partito del 40%, deve nascere attraverso la partecipazione attiva di tanti cittadini: militanti di partito e cittadini comuni; donne e uomini; esponenti delle istituzioni e amministratori locali; rappresentanti dei movimenti e delle associazioni. Ci auguriamo di non dover più assistere a un dibattito tra chi non vuol morire socialista e chi non vuol morire democristiano. Non possiamo continuare a discutere di come vogliamo morire. Il nuovo partito ha urgente bisogno di persone che hanno voglia di vivere e che guardano al loro futuro e a quello dei loro figli con fiducia e speranza. In questo quadro, la nostra Associazione vuole svolgere una funzione di pungolo e vuole essere un riferimento, una risorsa, uno strumento che possa favorire questo processo costituente. La nostra missione sociale sarà raggiunta contestualmente alla nascita del Partito Democratico. Noi quel giorno ci scioglieremo perché avremo raggiunto il nostro unico ed esclusivo obiettivo. Ma fino a quel giorno vogliamo e dobbiamo esserci da protagonisti.

Avellino,  9 novembre 2006

 

Prof. Ing. Antonio Petruzzo,  Presidente APD Irpinia e Componente APD Campania 

Andrea Forgione,  VicePresidente APD Irpinia e Componente APD Campania

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