Il Libro Paga

La campagna elettorale è agli sgoccioli.

Quello che è accaduto a Paternopoli potrebbe essere argomento di studio. Dalla formazione della grande alleanza democratica lista “La Bilancia”, con candidato Sindaco l’amico Duilio Barbieri; dalla smaterializzazione di almeno tre potenziali candidati antagonisti di Barbieri; fino alla costituzione estemporanea della lista Civetta capeggiata dal Sig. Quirino Lapio ed eterodiretta dall’On. Michele D’Ambrosio; è stato un susseguirsi continuo di colpi di scena e di situazioni anomale.

La domanda sorge spontanea: perchè Michele D’Ambrosio preferisce fare cinque anni di opposizione e non ha inteso giocare la carta del Centro Sinistra con possibile candidato (le condizioni sembravano essere favorevoli) il Dott. Federico Troisi iscritto dei DS?

La risposta è, a nostro modesto avviso, semplice ed ormai conosciuta da tutti. Nella sua ormai stucchevole, e dannosa per l’intera Irpinia, battaglia di posizione contro l’On. Ciriaco De Mita, per estensione, ha posto una pregiudiziale “ad personam” sul leader della Margherita paternese, Duilio Raffaele Barbieri, perchè questo suo dire “No” gli garantisce la possibilità di polarizzare simpatizzanti di sinistra. Il fine è mantenere il proprio potere personale sulla Federazione Provinciale dei DS.

Per ottenere questo scopo è pronto a qualunque forma di sacrificio: ha obbligato l’ex Segretario Giuseppe Rabasca ad abbandonare il partito; ha ritirato dal panorama politico il suo uomo migliore che lo ha “servito” per più di trenta anni (Federico Troisi); non ha lesinato di trattare nottetempo, sottotraccia ed a scavallo con soggetti politici che fanno riferimento alla Destra di Governo, fino a tutt’oggi, in barba alle regole dello Statuto Nazionale, continua e permette forme di ostracismo politico nei confronti di una sensibilità – componente di rilievo nazionale, presente nel Partito e nella Sezione di Paternopoli.

Ovviamente perché la trama avesse successo D’Ambrosio aveva bisogno sul territorio di “bravi” esecutori dei suoi “capricci politici”. Duilio Raffaele Barbieri è un uomo di trentacinque anni ed ha costituito una lista di persone giovani, culturalmente avanzate, appartenti e riconducibili a sensibilità di Centro Sinistra. Non è un Fascista, non è un “Panzone Politico con la cravatta”, è incline all’ascolto, è riconosciuto come persona democratica, fautore e promotore della partecipazione, dotato di esperienza amministrativa che nel prossimo futuro tutti potranno apprezzare.

Se la discriminazione politica del D’Ambrosio - Pensiero si fonda , quindi, esclusivamente sul fatto che Barbieri sarebbe il “vecchio” in quanto dal 1999 al 2004 è stato Consigliere Comunale nella lista “Stretta di Mano” con Sindaco il Dott. Felice De Rienzo, allora Michele D’Ambrosio, come dice un vecchio adagio paternese “fa lo fessa per non andare in guerra”.

Il suo “Cavaliere”, senza macchia e senza peccato, che capeggia la lista dei DS, è stato Consigliere Comunale di Minoranza dal 1995 al 1999 durante il primo sindacato del Dott. Felice De Rienzo. Ebbene, l’attuale candidato Sindaco dei DS, e le Delibere Comunali lo provano, ha votato i bilanci di De Rienzo come ha fatto Barbieri. A questo punto io Forgione Aandrea iscritto DS , e componente paternese della sensibilità bassoliniana, chiedo a D’Ambrosio: chi dei due è più moralmente condannabile per l’operato di Consigliere Comunale? Chi è più deprecabile, chi vota i bilanci essendo Consigliere di Maggioranza o chi essendo avvezzo al salto della quaglia lo fa dall’opposizione? E come giudica Lei, alcuni iscritti dei DS, che pur di avere un posto al sole, “pugnalano” altri Compagni e non disdegnano di trattare con Alleanza Nazionale e Forza Italia?

Ci risulta che è stato Barbieri , appena diventato Sindaco, ad allontanare definitivamente il De Rienzo dalla gestione della cosa pubblica. Allora chi è, a questo punto, il vero cambiamento democratico che tutti auspicano?

Sappiamo con certezza che alle nostre domande non seguirà risposta. Lei sa di essere nel torto e per una forma di pudore politico, che noi Le riconosciamo, si chiuderà in un religioso e a lei funzionale silenzio. Chi invece non tace è il nuovo referente dambrosiano sul territorio, il Sig. Felice Pescatore. Da tutti in paese ormai riconosciuto come “il padrone” del partito, è stato protagonista insieme al sottoscritto ed al nipote Giuseppe Rabasca della stagione politica dal 2004 fino al 05.01.2006.

Da sempre antagonista dei dirigenti della federazione provinciale, tanto è che all’ultimo congresso di sezione si segnalò come sostenitore della mozione presentata dalla compagna D’Amelio, come Saulo sulla via di Damasco, improvvisamente si convertì al dambrosio pensiero, poi, colta l’opportunità di instaurare una forma di “dittatura” sulla Sezione si fece promotore di una campagna di screditamento politico nei confronti della segreteria Rabasca che, nell’arco di qualche mese, grazie alla complicità di tre o quattro “abatini della politica”, lo ha posizionato saldamente alla guida tattica e strategica del D’Ambrosio - Progetto.

Ora appare anche evidente il perchè D’Ambrosio ritirò il Dott. Federico Troisi. I detrattori di quest’ultimo erano guidati da una mente lucida e risoluta, tesa, a consumare la più grande vendetta politica della storia di Paternopoli.

Il “grande inganno”, come lo chiamano ormai in paese.

Far credere agli uomini ed alle donne di Sinistra che Federico Troisi si era “venduto” e per questa via demolire anche la posizione dei suoi più fedeli Compari (il riferimento è al sottoscritto e a Giuseppe Rabasca). Solo una persona apparentemente mite ed avanti con gli anni, poteva avere le condizioni per essere credibile pure quando racconta menzogne e mistificazioni. Presentatosi sotto mentite spoglie, ha saputo distruggere un partito, un Centro Sinistra possibile,solo ed esclusivamente per consumare una vendetta che il suo dilatato orgoglio gli suggeriva.

Non poteva, infatti, sopportare l’idea che Giuseppe Rabasca lo avesse definito “uomo a libro paga di un altro progetto”. Potrà sembrare strano al lettore, ma quello che vogliamo dire è che tutto è successo perchè di base c’è stata una incomprensione e poi si sono innestati meccanismi di clan familistici che sono per definizione la “negazione delle politica”. Forse è proprio questa l’etichetta da dare alla lista DS di Paternopoli: “la negazione della politica”. “Una tempesta in un bicchiere d’acqua”; come dice un ex sostenitore di De Rienzo oggi pentito.

Nessun problema di interesse collettivo troverà risposta in queste premesse, nessuna strategia di lungo respiro, pochissima capacità di attrazione del consenso segnerà il percorso politico della lista dei DS. Occorreranno almeno dieci anni per ricostruire le minime condizioni perché nella sezione DS di Paternopoli ritorni una normale dialettica tra le diverse sensibilità.

Purtroppo, invece, i rapporti personali non credo che potranno trovare soluzioni in altrettanto tempo. Quando la premessa del confronto politico si basa sull’odio personale, sentimento seminato ad arte a Paternopoli, nella notte del 05 gennaio 2006, a tutti conosciuta come la “notte dei lunghi coltelli”, la fine è scontata: si finisce tutti nel pozzo dell’ “odio”. Per concludere, rivolgiamo un appello all’amico Duilio Barbieri: dopo la vittoria della “Bilancia” che sarà, certamente, larga, la tua pazienza, la tua capacità di ascolto il tuo senso della misura, ponili al servizio dell’intera Comunità, perché ritrovi la pace sociale e possa attraverso la riconciliazione e lavorare all’unisono per il futuro dei nostri figli. Mai più deve esserci spazio per i “seminatori di zizzania”.

 

Per Sinistra e Mezzogiorno, Componente Direttivo Di Sezione, Andrea Forgione

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