Il Manifesto in cui ci riconosciamo

Le divisioni del passato nell'area riformista non hanno più ragione di esistere. E' nel futuro che dobbiamo cercare le ragioni di una nuova unità, vera e feconda. Queste ragioni oggi sono forti ed hanno il loro fondamento nella domanda di cambiamento del Paese che sale da una larga maggioranza di cittadini che auspicano un orizzonte di crescita economica e sociale guidata da criteri di equità, di merito e di solidarietà, in un quadro di stabilità di governo. Offrire una risposta convincente e concreta a questa domanda è ciò che ha guidato, sin dal primo giorno, i dodici saggi dell'Ulivo nella elaborazione del Manifesto del costituendo Partito Democratico. Un Manifesto che non si limita solamente a prendere in considerazione alcuni obiettivi e valori essenziali, ma ha anche e soprattutto lo scopo di tracciare i lineamenti del "partito nuovo" che nasce da un percorso iniziato da più di dieci anni, con la feconda intuizione dell'Ulivo. Un cambiamento di portata storica che chiude definitivamente la prima lunga stagione della vita repubblicana ed apre strade nuove per il futuro del nostro Paese. Il cittadino che sottoscriverà liberamente questo Manifesto si impegnerà a lavorare con piena convinzione, determinazione e lealtà per fare, a tutti gli effetti, entro la fine del 2008, dell'Ulivo il Partito dei democratici, il nostro partito. Un partito che, sin dalla sua fase fondativa, sarà aperto alla partecipazione di una larga platea di cittadini, ed affiderà al loro voto, diretto e segreto, la scelta della classe dirigente. Un partito di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma. Capace di parlare al paese con una voce autorevole, che proponga il suo leader alla guida del governo della nazione, un partito che affidi al metodo delle primarie la scelta delle candidature alle massime cariche di governo nelle Regioni e negli enti locali. Chi sottoscriverà il Manifesto del Partito Democratico, si riconoscerà nei valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona che ispirano la Costituzione repubblicana e si impegnerà a farli vivere in Europa e nel mondo. Questi valori discendono da molti affluenti della cultura democratica europea. Hanno le loro radici più profonde nel cristianesimo, nell'illuminismo e nel loro complesso e sofferto rapporto. Traggono alimento sia dal pensiero politico liberale, sia da quello socialista, sia da quello cattolico democratico. Sono maturati nella dialettica tra queste diverse tradizioni e dal confronto con le sfide proposte dalle culture ambientaliste, dei diritti civili e della libertà femminile, oltre che nella condanna delle ideologie e dei regimi totalitari. Questi valori sono anche frutto di una lunga sequenza di conflitti, basati su appartenenze religiose o di classe, e di tragici errori che oggi possiamo considerare alle nostre spalle. Con il Partito Democratico ci proponiamo di rinnovare la politica anche in Europa, dando vita, con il PSE e le altre componenti riformiste, ad un nuovo vasto campo di forze, che colmi la carenza di indirizzo politico sulla scena continentale, abbattendo definitivamente i muri ideologici del Novecento. Intendiamo concorrere a costruire nel mondo una nuova alleanza tra tutti quelli che vogliono fare della globalizzazione una opportunità per molti piuttosto che l'occasione per rafforzare il potere e la ricchezza di pochi. Vogliamo che l'Italia dia ad ogni persona uguali opportunità di affermarsi grazie alle proprie capacità, alla creatività, al merito. Vogliamo un paese che premi le persone in base al loro lavoro e alla loro capacità di creare opportunità di lavoro per altri, più che in base alle eredità e alle rendite. La competenza, l'operosità, l'ingegno, la fatica, la capacità di creare imprese competitive devono essere concretamente riconosciute e apprezzate, in tutti i campi e ad ogni livello. Il Manifesto per il Partito Democratico rappresenta anche un rigoroso codice deontologico nella definizione di criteri di incompatibilità tra cariche elettive; nella introduzione di un limite al rinnovo dei mandati; nella promozione delle pari opportunità, per valorizzare il potenziale dei giovani e delle donne. Redigere questo Manifesto non è stato certamente un compito facile per i dodici saggi; averlo elaborato inserendo la positiva innovazione delle idee dentro una visione più ampia del futuro, in un mondo profondamente cambiato rispetto al secolo scorso, è stato il modo non per far deragliare il "tren dell'avvenir" come sostiene l'On. Fabio Mussi, ma per scrivere pagine nuove nella storia della democrazia italiana.

  22 febbraio 2007  

 

Prof. Ing. Antonio Petruzzo, PRESIDENTE APD IRPINIA 

Andrea  Forgione, VICEPRESIDENTE APD RPINIA

Arch. Alevidio Zoena, SEGRETARIO APD IRPINIA

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