Il Partito Democratico e la necessaria radicalità

apdL'esercizio più diffuso tra gli operatori della politica è ricercare leziosità e bizantinismi stilistici per rivestire, anche con il linguaggio, l'arte della politica, di un alone di mistero, per renderla  più simile alle alchimie magiche dei druidi celtici che all'oratoria dei demiurghi greci. Una pratica  frivola  che fa della politica una sorta di  sollazzo  per lo più incomprensibile alla cittadinanza che è, invece, assorta quotidianamente dai problemi contingenti quali:  sbarcare il lunario, arrivare a fine mese, migliorare le proprie condizioni di vita. Si perpetua così il perenne conflitto fra il paese reale e la sua pseudo classe dirigente oramai sorda e cieca alle istanze provenienti dal territorio. Lotta per le poltrone, tensione morale ridotta al minimo, gestione personalistica dei partiti e degli enti di servizio, rissosità costante sono  l'occupazione preferita dalla classe politica e dal suo "codazzo". Insensibile alle difficoltà della gente si crogiola e smania per ricercare nuovi contenitori dove continuare a godere dei propri privilegi assegnati dal potere, fantasticando di nuove geometrie e convergenze poltiche. La terza via, il grande centro, la casa dei moderati, una nuova democrazia cristiana, il socialismo riformato, la sinistra storica, l'alternativa di sinistra, sono solo formule vuote, utili ai politicanti per ingannare le migliaia di uomini e donne che al contrario si aspettano risposte concrete al disagio crescente.

Il Partito Democratico deve essere diverso  da tutto questo. Questo nuovo soggetto politico o è rivoluzionario oppure è un'altra geometria utile ai "soliti noti". Deve essere quindi un partito di massa intendendo per questo un luogo fisico dove le persone possono incontrarsi , socializzare, rompere l'isolamento e la diffidenza, un momento di scambio ed arricchimento reciproco. La discussione va quindi portata nella società, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle associazioni di volontariato. Essa non può e non deve rimanere a totale appannaggio delle burocrazie dei partiti. Sarebbe come se si volesse curare la malattia inoculando nell'organismo l'agente eziologico. Tutto al più possiamo permetterci dosi omeopatiche di apparati, che noi riteniamo necessari, ma che non devono inquinare questa speranza di cambiamento. Lo sforzo deve essere quello di rendere comprensibile la politica alla gente e questo lo si ottiene se essa smette i panni della arroganza, del potente che non ascolta, dell'occasione economica per i pochi fedelissimi, e ridiventa un sentimento che scalda i cuori, risveglia le coscienze, riporta il popolo nella AGORA'. Abbiamo bisogno di una nuova politica che si nutra di democrazia ed incarni i valori di libertà, giustizia e pari opportunità. La politica intesa come una comunità di uomini e donne liberi  votati al servizio del bene comune. Il Partito Democratico ha quindi bisogno di una radicalità non ideologica. È necessaria perché solo essa è capace di provocare quell'atto di ribellione  morale alla "condizione data". Il moderatismo da solo non è in grado di rispondere all'esigenza di rinnovamento che la società esprime anzi rappresenta uno degli strumenti con cui il potere perpetua se stesso. La critica allo stato di fatto va portata fino in fondo, fino all'autocritica, fino a fare i nomi ed i cognomi di chi, sfruttando lo status quo, trae guadagno a danno di tutti. Nel partito democratico non deve trovare cittadinanza l'omertà politica ma la trasparenza; va bandita la complicità a favore della condivisione; bisogna costruire uno spirito di nuova fratellanza. Per innovare, o meglio riformare, bisogna avere il coraggio di cambiare la prospettiva con cui si guarda il mondo e per fare questo è necessario andare alla radice del problema. Il dibattito in questo momento è più incentrato sulle questioni della laicità e del cattolicesimo democratico ma somiglia molto ad una dissertazione sofistica. La domanda vera invece è: a cosa siamo pronti a rinunciare per rinnovare?. Gesù di Nazareth, ad un uomo ricco ed opulento che rispettava la legge e pagava la decima al tempio, che gli chiedeva come poteva avere certezza di entrare nel Regno dei Cieli, gli rispose:" Va a casa, vendi tutto quello che hai, regalalo ai poveri e seguimi "I cattolici democratici ed anche i socialisti radicali non rinuncino al pensiero radicale".

 

Paternopoli 7 ottobre 2006

 

 

Associazione per il Partito Democratico per l'Irpinia

Il vicepresidente ANDREA FORGIONE

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