Il PD tra vecchie liturgie e nuovi modelli partecipativi

pd_miniSabato 27 giugno si è tenuta a via Tagliamento la direzione provinciale con all'ordine del giorno i seguenti argomenti: l'analisi dei risultati elettorali, le dimissioni del vicesegretario Gerardo Adiglietti e la nomina della commissione di garanzia per il tesseramento. Alla direzione provinciale abbiamo partecipato anche noi "riformisti coraggiosi", veri democratici, fondatori in Irpinia del P.D., guidati dal nostro coordinatore Ing. Franco Maselli, attuale presidente A.C.S. Vale, infatti, la pena di ricordare che meno di due anni fa molti di quelli che oggi si riempiono la bocca parlando del P.D. e che naturalmente siedono nelle varie direzioni, uffici politici e gabinetti, facevano anticamera a Nusco, in ossequio ai tentennamenti del on. Ciriaco De Mita, ed all'occorrenza sciacquavano anche la macchina in giardino. Noi invece, democratici coraggiosi, già a quel tempo credevamo in un partito nuovo, circondati dallo scetticismo generale dell'opinione pubblica irpina. Alla fine però abbiamo avuto ragione. Alle primarie del 14 ottobre 2007 il P.D. è nato, ottenendo alle politiche del 2008 più del 32% dei voti in Irpinia, proprio quando Ciriaco De Mita aveva appena sbattuto la porta uscendo dal P.D. Purtroppo un buon numero di suoi adulatori storici non lo ha seguito, anzi sono rimasti nel P.D. saldamente ancorati alla poltrona assegnatagli dal nipote di Ciriaco De Mita, Giuseppe De Mita primo segretario del P.D. irpino.

Ciò rende evidente a tutti come la presenza nella direzione provinciale e in altri organismi del partito, di questi nostalgici adulatori sia perlomeno politicamente obsoleta se non illegittima. Allora come è possibile che questi cooptati gridano allo scandalo solo perché nell'ultima direzione provinciale era presente una platea allargata  ai riformisti coraggiosi, a qualche delegato provinciale e a svariati sindaci e segretari di circolo accompagnati da semplici cittadini? In verità la direzione si è svolta normalmente e il risultato è stato raggiunto legittimamente: il segretario Franco Vittoria è stato confermato nel suo ruolo di guida politica, le dimissioni del vicesegretario Gerardo Adiglietti sono state accettate ed è stata istituita la commissione di garanzia per il tesseramento, decisioni prese tutte  all'unanimità dei componenti della direzione presenti, mentre la platea ha suggellato il momento con un lunghissimo applauso. A parere dei riformisti coraggiosi la direzione si è svolta regolarmente, pertanto nella prossima direzione provinciale si dovrà procedere alla nomina del nuovo vicesegretario, che noi auspichiamo sia finalmente una donna, visto che l'amico Gerardo Adiglietti con queste sue continue dimissioni ad orologeria ha dimostrato di essere politicamente poco affidabile. Riguardo al presunto scandalo della direzione provinciale di sabato 27 scorso, dovuto al fatto che essa si è svolta in maniera pubblica rispondiamo affermando che è scandaloso invece il contrario e cioè che qualcuno vuole fare la direzione provinciale a porte chiuse, secondo una liturgia cara al politburo o a certi salotti di logge massoniche in uso nella Roma degli anni ‘80. Eppure le direzioni del P.D. finora si sono tenute sempre a porte aperte e finanche in piazza, come è accaduto a Bisaccia sulla questione del Formicoso. Ogni liturgia ha le sue ragioni: la nostra è finalizzata ad allargare la partecipazione attraverso la trasparenza, fino a fare del P.D. un partito di cittadini liberi e forti; la loro a cosa è finalizzata? A noi pare che si intende restringere gli spazi di democrazia, attraverso l'opacità, per fare del P.D. un partito di oligarchi, autocratico, impegnato ad appagare gli appetiti dei fedelissimi come nel caso dell'elezione del nuovo presidente del consorzio A.S.I., che ha finito per scatenare l'ilarità di tutta la provincia. Non poteva essere altrimenti visto che si è continuato a seguire un modello di potere che funzionava solo per un ristretto numero di beneficiari, e come si è visto non per il territorio, quando Bassolino e De Mita erano in auge. Oggi che questi signori sono rimasti orfani dei due, i quali disegnano ombre lunghe essendo al tramonto, con le loro antiche congetture fanno solo ridere.

Dietro queste porte chiuse, così tanto invocate, quali cose inconfessabili vi dovete dire?

Dovete forse discutere di casi analoghi a quello dell'ASI o decidere di come spartirvi le tessere per il futuro congresso?

Noi riformisti coraggiosi non intendiamo tornare indietro alle vecchie liturgie, saremo presenti anche alle prossime direzioni provinciali e se troveremo le porte chiuse le sfonderemo, per vigilare affinché il P.D. non venga strangolato in una congiura di palazzo e i veri democratici non vengano traditi.

Data, 29/06/09

 

 

Per i Riformisti Coraggiosi, Andrea Forgione, delegato regionale del PD

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