Il Retroscena della commissione di garanzia

andrea forgione In questi giorni si moltiplicano le polemiche sulla commissione di garanzia provinciale del PD. Sia l'Onorevole Rosetta D'Amelio che i rappresentati dell'area Puppato, come pure Adiglietti , hanno gridato allo scandalo perche' a loro dire non tutte le anime del partito sono rappresentate nell'ufficio adesioni , nominato proprio dalla commissione.. Nelle stanze buie del partito si raccontano diversi retroscena che noi, democratici paternesi, riteniamo giusto siano a conoscenza di tutti.
Questo bisbigliano i ben informati. Durante l'ultima riunione della commissione vi erano sette componenti: quattro franceschiniani, un renziano e due bersaniani. Il Presidente era ed e' Giovanni Colucci, espressione dell'area di Enzo Venezia. Proprio il presidente Colucci intervenne per annunciare che fra i quattro componenti che spettavano all'area franceschini uno sarebbe andato all'area Famiglietti nella persona del renziano Salvatore Antonacci. Qualcuno fece notare che un renziano c'era gia' , nella persona di Gelsomino Grasso, nominato dal componente Antonio Petruzzo, renziano della prima ora. Ma Colucci insistette dicendo che Famiglietti era gruppo a se ed aveva diritto al suo rappresentante. Poi , sempre il presidente , invito la signora Lallone e la signora Evangelista a voler concedere un rappresentante all'area D'Amelio ed in particolare di scegliere una donna , visto che l'ufficio adesioni era composto solo di uomini. Ma le bersaniane Lallone e Evangelista furono irremovibili e pronunciarono un secco no a dare un nome femminile e a dare un rappresentante all'area D'Amelio. Allora il componente dell'area Renzi , Petruzzo, chiese alle componenti piu' rappresentate di esprimere un nome, che fosse donna e fosse espressione dell'area D'Amelio, ma i maggiorenti non vollero sentire ragioni ed ognuno rimase sulle proprie posizioni i. Alla fine ognuno voto' per come si era espresso.
Ora tre cose sono certe: che nell'ufficio adesioni non ci sono donne, perche' due donne hanno nominato due uomini,; che l'area Franceschini ha un accordo con l'area Famiglietti,; che l'area Renzi ha due rappresentanti perche' e' spaccata fra famigliettiani e vittoriani. Con grande umilta' ci poniamo una domanda: non era meglio offrire ad ogni sensibilita' un rappresentante?
Ora e' possibile che queste storie siano solo racconti di fantasia , perche' in commissione vige il massimo riserbo, ma per cio' che appare all'esterno i fatti sembrano confermare i retroscena.
Ed allora assisteremo ad un congresso provinciale strano nel quale i renziani di famiglietti saranno alleati ai franceschiniani di Venezia, probabilmente schierati con D'Alema, ed ai bersaniani di Fierro divisi dai dameliani , una volta uniti in un solido sodalizio poliitco, con i renziani di Vittoria nel mezzo a fare l'ago della bilancia, con gli adigliettiani con due piedi in una scarpa.
Una guerra fra bande, diverse ma sempre uguali, insieme contro natura per un accordo di potere. Se queste sono le premesse non assisteremo ad un congresso vero , nel quale si consuma un conflitto democratico fra innovatori e conservatori , ma assisteremo al solito gioco dei capibastone con la benedizione finale dell'uomo del Colle. Povero partito democratico, poveri noi.

Andrea Forgione , delegato provinciale del PD

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