Il Sollazzo del Compare

  • 1990: II Capogruppo di opposizione, sig. Pasquino Gennaro, democristiano doc, promette e si impegna per votare e far votare il compianto Generale Amerigo Martone. Poi, tre giorni prima delle elezioni, dopo aver ricevuto una delegazione inviata da Luogosano, cambia idea e vota per l'ex Sindaco, Alfonso De Rienzo.
  • 1995: Il sig. Pasquino Gennaro si candida nella lista " stretta di mano" capeggiata dall'ex Sindaco, Felice De Rienzo e costringe il cognato, compagno Giuseppe Rabasca a recedere dalla possibilità di candidarsi nell' altra lista.
  • 1996: Il sig. Pasquino Gennaro rinnega Felice De Rienzo e costruisce insieme ad altri ex democristiani la sezione del Partito Popolare.
  • 1997: Nonostante l'allora Circolo di Rifondazione Comunista lo avesse pubblicamente difeso dagli attacchi dei suoi amici consiglieri, che lo accusavano di essere un traditore, non ebbe nessuna remora ad attaccare il Partito della Rifondazione Comunista mentre teneva un comizio in piazza insieme ai suoi "padroni" politici (On. Enzo De Luca e il Presidente della Comunità Montana di allora).
  • 1998: Il sig. Pasquino apre un contenzioso con gli stessi iscritti del suo partito, ed in particolare con l'arch. Alevidio Zoena, con il geom. Luigi Barbieri e soprattutto con il suo collega, consigliere comunale, Felice Modestino. Anche al Modestino, il Pasquino rimproverava di strappare i manifesti, tant'è che, in una notte piovosa, si recò alla Stazione Carabinieri di Mirabella Eclano per presentare regolare denuncia anche se contro ignoti (provate ad immaginare chi gli consigliò di non fare nomi sulla denuncia, evitando così una controquerela).
  • 1999: Nella primavera del ‘99 decise di ritirarsi dalla politica lasciando finalmente il passo al suo cognato Rabasca, politico sicuramente più raffinato e affidabile. Dopo pochi mesi, la sua condizione "politica" gli impose di ritornare sulla scena. Prima versa lacrime di coccodrillo in presenza del suo tutore politico Andrea Forgione, poi da scaltro politico, ritira nuovamente il cognato Rabasca e riesce ad ottenere una candidatura nella lista capeggiata da Michele Storti. Ottiene una trentina di voti (il suo amico Forgione, il doppio) ma non gli bastano per entrare in minoranza. L'occasione gli viene fornita dalle dimissioni dal Consiglio comunale di Michele Storti e Antonio Morsa. Successivamente, riesuma il solito pianto con lacrime di coccodrillo. Infatti, chiede ed ottiene dal consigliere Forgione di poter fare il capogruppo di minoranza (più o meno lo stesso schema attuale). Come dire: il lupo perde il pelo ma non il vizio.
  • 2000: Chiede al consigliere Forgione di intercedere presso il Sindaco Felice De Rienzo al fine di vedere riconosciuto il diritto a ricostruire il fabbricato di proprietà del padre. Aggiunge e dà mandato a Forgione di trattare a suo nome a qualunque costo e a qualunque condizione. Ottenuto il buono contributo, tira i remi in barca, frequenta poco i suoi colleghi di minoranza e a volte nega anche la visione delle delibere che gli vengono trasmesse per legge (la stessa cosa che gli rinfaccia l'attuale consigliere Antonio Garofano). Poi si eclissa totalmente dalla politica per qualche anno.
  • 2003: Riesuma nuovamente il pianto rivelando al consigliere Forgione che il Sindaco De Rienzo gli ha sì concesso il buono contributo ma non per intero, negandogli delle somme che a suo dire gli spettavano. Chiede al consigliere Forgione di aiutarlo a costruire una nuova leva politica: il Circolo "Aldo Moro" della Margherita. Forgione come sempre lo asseconda, mosso da ragioni di compassione ed empatia. Si scopre così che il Pasquino era più di sei mesi che cercava di costruire il circolo ma non gli riusciva. Con l'innesto di Forgione ed altri amici, nel giro di una settimana si realizzò il progetto.
  • 2004: Promise solennemente di non candidarsi più e lasciò il passo a Federico Troisi, scegliendo come proprio rappresentante il sig. Giuseppe Tecce. Durante la campagna elettorale, però, avendo scoperto che su Giuseppe puntava un'altra persona influente di Paternopoli, cambiò idea e alla fine votò per un altro candidato che era più vicino ai propri interessi. Perse le elezioni con la Colomba, abbandonò la Margherita e si iscrisse ai DS. Non diciamo nulla di strano se affermiamo che Gennaro Pasquino è avvezzo al "salto della quaglia".
  • 2005: Cade l'amministrazione Barbieri, e Pasquino nauseato dichiara per l'ennesima volta di volersi ritirare dalla politica.
  • 2006: Come da copione, il sig. Gennaro Pasquino lo ritroviamo candidato nella lista dei DS non prima di aver obbligato il cognato a ritirarsi dall'impegno politico con la lista di Duilio. Per la precisione, Pasquino fu uno dei protagonisti del blitz con cui si obbligò il cognato Rabasca a dimettersi dal ruolo di segretario dei DS. Ottenuta la candidatura, Pasquino aveva un problema: dove trovare le preferenze per farsi eleggere? A questo punto viene fuori quello che definirei il vero capolavoro del sign. Pasquino. Per farsi eleggere ha accettato un compromesso con i grandi elettori dell'ex Sindaco Felice De Rienzo. Per dirla in breve senza annoiare il lettore, il sig. Pasquino in politica si muove come una canna al vento ,senza perdere nessuna folata di vento e facendo leva sempre su suo cognato Rabasca: "caro amico Peppino che guaio che hai passato".

 

Egregio sig. Pasquino Le ricordo che il suo ruolo politico è fare la minoranza al Sindaco Duilio Barbieri, cosa che invece fa con poca incisività e senza visibilità sul territorio. Siccome io credo che Lei non ha le condizioni politiche per esercitare il ruolo di consigliere comunale, in questo momento, le consiglio di dimettersi e quindi di dedicarsi con le sue inesauribili energie e le immense doti di stratega alla costruzione della "casa" per la quale in questi dieci anni ha fatto di tutto e di più. Nella sua attività politica non vedo altro filo conduttore se non la legittima aspirazione a vedere riconosciuto un diritto alla casa che però, come è stato per tutti ,si traduce inevitabilmente anche in un accollo spese da parte del beneficiario. Caro compare Gennaro la casa si ricostruisce con il finanziamento pubblico, quale contributo massimo ammissibile, ma poi bisogna farsi carico con il proprio portafoglio del costo della rimanente parte di superficie che nessun Sindaco potrà mai finanziare. Se vuoi dare una casa alla tua famiglia ti devi uniformare alle regole e soprattutto non perdere altro tempo altrimenti rischi che, decaduto il contributo per sopraggiunti termini, quella parte di abitazione semi-demolita venga eletta a simbolo perenne del terremoto e della ricostruzione paternese e con la beffa che diventi anche un soggetto per la mostra di pittura estemporanea.

A nulla Le serve attaccare a testa bassa il sottoscritto, nel tentativo di spingere l'anziano segretario dei DS (siamo felici di apprendere che "Zi Felice" gode di buona salute) a sostituirsi a Forgione quale fulcro della Sua leva politica perché ormai Paternopoli la conosce e mi pare che non le assegni eccessivo credito. Se insiste sulla strada degli attacchi personali mi vedrò costretto, in pubblico comizio a ripercorrere e a svelare alcuni "fumosi" retroscena delle sue avventure politiche passate. Io signor Pasquino non ce l'ho con Lei ed ho piacere se Lei finalmente si ricostruisce la casa. Semplicemente io, quale fassiniano convinto lavoro per la costruzione del Partito Democratico.

Qualcuno nei DS vuole impedire questa nostra legittima aspirazione. Lei ho l'impressione che tenti di mettersi di traverso e si fa strumento nelle mani dei miei detrattori. A questo punto non mi è chiaro chi Lei si vuole politicamente "trombare" se il sottoscritto o i miei detrattori. Quello che le dico e che se io la ritroverò sul percorso politico che insieme ad altri amici stiamo tracciando non userò più nessuna delicatezza, nessun amor proprio, nessuna attenzione e mi dimenticherò di tutti gli anni in cui siamo stati buoni amici. Io mi diverto , non so lei. Immagini i restanti anni di politica che abbiamo davanti. Buona Fortuna .

 

ANDREA FORGIONE vice presidente Associazione Partito Democratico per l'Irpinia

Ex comparone ed ex amico del compare

Portavoce componente "Sinistra e Mezzogiorno" Democratici di Sinistra

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