Intervista al presidente dell'APD, Petruzzo

Petruzzo, nel PD irpino c'è posto per la Società civile?

Un partito che ha l'ambizione di essere nuovo, di rappresentare i riformisti del ventunesimo secolo non può essere vittima di meccanismi verticistici costruiti a tavolino e calati dall'alto. Il Partito Democratico irpino, lo stesso Ciriaco De Mita, che rimane un padre nobile del progetto, ne uscirebbero a brandelli. Il PD irpino ha bisogno di un cambio di rotta perché non può continuare a sbagliare. A chi conviene tenere fuori la Società civile, sottraendo spazio a quelle energie legate al territorio che non rispondono alla logica spartitoria  tra Margherita e DS?  Non certo al  "partito nuovo" che aspira a diventare il primo partito in Irpinia e in Italia.

Ma la vostra Associazione è stata esclusa dal Comitato dei 66. Lei che ne pensa?

Se si esclude chi fino ad oggi non ha militato nei partiti, si esclude proprio la novità del Partito Democratico facendo spegnere quell'attenzione e quell'entusiasmo che pure si sta creando intorno al nuovo soggetto politico. Se in Irpinia continuiamo ad utilizzare il metodo che è stato utilizzato per la composizione del "Comitato dei 66", il partito dei riformisti rischia di morire in fasce. Pertanto, o il Partito Democratico irpino saprà rinnovarsi e aprirsi davvero alla Società civile, oppure, dopo aver perso ampie fasce di consenso, sia a destra coi "popolari" di Bianco che a sinistra coi "dambrosiani", rischia realmente di fare karakiri.

Lei cioè ritiene che questa freddezza tra partiti e associazioni  possa arrecare danno al nuovo partito?

Il tentativo di isolare e sconfiggere chi non è inquadrato nelle fila marziali dei partiti, che nella nostra provincia viene praticato ogni giorno e con ogni mezzo, viene letto dai cittadini, che guardano con interesse al PD, come un avvertimento a tenersi lontani dalla "faccenda" perché, di fatto, DS e Margherita tenteranno, anche questa volta, di applicare il noto principio della conservazione della classe politica, ovvero, "nulla si deve creare e nulla si deve distruggere ma tutte le oligarchie e i vecchi apparati di partito devono fingere di trasformarsi in una nuova e rigenerata classe dirigente".

Si spieghi meglio.

Quando si fanno pressioni politiche su un Sindaco, che liberamente ha preso la tessera rilasciata dalla nostra associazione, per tentare di ostacolare la candidatura e l'elezione di nostri iscritti nella lista LIBERALIRPINIA che si presenterà alle Primarie del 14 ottobre; quando dirigenti provinciali di partito impongono ai loro subordinati, che ricoprono anche cariche elettive, di prendere le distanze dalla nostra associazione anche a costo di compromettere rapporti familiari, amicali e affettivi; quando i Circoli si svuotano di militanti e rimangono solo pochi [...]; quando si promette quello che non si può mantenere; allora la gente, quella normale, si ritrae, perde l'entusiasmo e finisce per dar ragione a chi pensa che non vale la pena pagare un prezzo così alto per una politica che, sostanzialmente, rimane "sporca".

Insomma secondo Lei le segreterie provinciali di DS e Margherita stanno lavorando per occupare tutti i posti disponibili?

Se ciò non fosse vero, mi piacerebbe allora sapere: perché l'APD per l'Irpinia è stata tenuta fuori dal Comitato dei 66? Perché le Sezioni DS e i Circoli della Margherita chiudono le porte, invece di aprirle, alla Società civile e ai cittadini senza tessera? Perché si cerca di creare un cerchio di fuoco intorno ai cittadini e alle associazioni che si organizzano in modo autonomo per partecipare alla fase costituente del Partito Democratico? Perché Petruzzo, Forgione e Zoena e tanti altri cittadini che guardano con fiducia e speranza al PD non possono legittimamente aspirare a far parte dei 24 delegati irpini che parteciperanno alla costituente di Roma?

Quindi teme che le aspettative dei cittadini che possa nascere un partito veramente democratico sarebbero deluse?
Sì, perché i DS e Margherita non possono nascondersi dietro un muro di regole che promettono di rinnovare e innovare la politica e poi seguitare ad avere una gestione verticistica ed antidemocratica, assolutamente identica a quella dei vecchi partiti. I professionisti nostrani della politica fanno finta di non ascoltare le voci che provengono dai cittadini, e così, invece di rispondere alle domande sempre più incessanti della Società civile non fanno altro che discutere di questioni legate alla loro sopravvivenza politica. Da qualche settimana, appunto, è cominciata un'interessante gara a chi ritrae meglio l'identikit del futuro Segretario regionale del PD.

A proposito, qual è la vostra posizione sulla candidatura per la segreteria regionale del PD?

La posizione presa sabato 4 agosto dai promotori della lista "LIBERALIRPINIA" coordinata da Franco Maselli sulla probabile candidatura di Ciriaco De Mita alla segreteria regionale per le primarie del 14 ottobre non vuole essere una pregiudiziale sulla persona o su quanto ha rappresentato politicamente, nel secondo novecento, sul piano nazionale e su quello locale. L'invito che i "coraggiosi" lanciano in primo luogo al centrosinistra è quello, ben più urgente, di costruire un gruppo di giovani dirigenti che abbia l'indole, la passione, l'energia mentale e quella etica per segnare un nuovo inizio. D'altronde, la panacea non può essere rappresentata dal ritorno nell'arena politica del Presidente Ciriaco De Mita. Non si tratta di ragioni anagrafiche, che nel caso del Presidente De Mita rappresentano una virtù non certo un difetto, ma di un dovere a cui il nuovo partito non può sottrarsi. Infatti, un partito che guarda al futuro, che guarda ai giovani, che guarda alla complessità della società con gli occhi di chi vive e gestisce il difficile equilibrio quotidiano non può essere guidato da chi, da protagonista, ha calcato la scena politica di un'Italia in bianco e nero, in una storia che non sarà mai la storia del nuovo partito.

Perché avete deciso di presentarvi alle primarie del 14 ottobre?

Perché il PD non è un affare interno di DS e Margherita e con le nostre liste vogliamo dare voce e rappresentanza anche a quei cittadini che non hanno, in tasca, tessere di partito. Perché un partito che ha l'ambizione di essere nuovo e per davvero democratico non può fondarsi su concetti primitivi e, per certi aspetti, massonici della cooptazione o del nepotismo. Vogliamo costruire, se gli elettori ci daranno la forza il 14 ottobre, un partito provinciale che nasca dal basso, dal contributo attivo dei cittadini, delle associazioni, degli amministratori locali, di tutte quelle forze vive che sono presenti in provincia e che vogliono vivere la politica - e non vivere con la politica - da protagonisti e non da sudditi. Fin dalla prossima settimana, la nostra associazione insieme ai promotori della lista LIBERALIRPINIA sarà presente sulle piazze dei Comuni irpini per una campagna di adesione e di sottoscrizione della lista LIBERALIRPINIA che sarà presente in tutti e quattro i collegi della provincia di Avellino e che avrà come obiettivo quello di mandare a Roma, all'Assemblea Costituente del PD, uomini, donne e giovani, forti e liberi, che vogliono cambiare la politica e liberare l'Irpinia dal fantasma di un vecchio potere, chiuso nel castello e custodito da vecchi dinosauri della politica e da nuovi avvoltoi di cartapesta.

 

Data  14 agosto 2007

  IL PRESIDENTE DELL'APD PER L'IRPINIA

Prof. Ing. Antonio Petruzzo

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