Siamo oramai all'indecenza politica. Il paese langue in una profonda crisi economica. Infatti, dal 1996 abbiamo perso quasi mille abitanti, passando dai 3200 a poco più di 2000 residenti. Siamo in dissesto finanziario da due anni e da altrettanto tempo siamo stati commissariati dal Ministero degli Interni; non abbiamo un piano urbanistico comunale; non abbiamo un piano operativo per gli insediamenti produttivi; molte piccole aziende artigianali hanno chiuso i battenti e tra queste addirittura è stato chiuso l'unico negozio di scarpe, l'unica lavanderia, l'unico autolavaggio, l'unico negozio di ottica, l'unica rivendita di materiali per l'edilizia. Una crisi profonda che mette a rischio non solo l'economia, ma l'esistenza stessa della comunità paternese. Per i nostri giovani, dopo più di trenta anni, si ripresenta l'onta dell'emigrazione. Ad andarsene sono soprattutto i laureati, i diplomati e tutti quelli che hanno imparato un mestiere ma che non trovano un lavoro in questo territorio. Rimangono, come una volta, solo gli anziani che integrano il poco reddito derivante dalla pensione con i ricavati di piccoli orti che coltivano sulla loro terra. Gran parte dei terreni agricoli, che una volta erano fonte di sostentamento per molte famiglie, sono in uno stato di abbandono e sono ormai preda di erbacce e di spine.
Se non fosse per i figli degli extracomunitari, che vivono stabilmente a Paternopoli e che rappresentano circa l'otto per cento della popolazione, non si sarebbero potute in questi anni neanche formare le prime classi della scuola primaria. La stazione ferroviaria è chiusa ed abbandonata da anni e gli autobus che portano i ragazzi a scuola ad Avellino sono sempre più vuoti. Nel paese, le cunette sono invase dalle erbacce, i tombini delle fogne sono pieni di terra, le strade soprattutto di notte sono preda dei cani randagi. Una fotografia impietosa e drammatica, ma purtroppo reale, di un paese destinato a scomparire dalla carta geografica se non si corre ai ripari. Mentre questo scenario preoccupante si presenta allo sguardo di tutti i cittadini paternesi, i nostri amministratori comunali non si curano dei problemi che assillano la comunità e continuano a ballare sul Titanic che affonda. D'altronde, il Sindaco e gli assessori sostenuti da una maggioranza esigua (7 consiglieri di maggioranza contro 6 di opposizione), senza un piano di intervento, incuranti della crisi finanziaria che sta attraversando l'ente Comune che grava sui cittadini e sul personale che sarà posto in mobilità, continuano a percepire le indennità di carica che ammontano complessivamente in un anno a più di 30 mila euro. Quindi, in una situazione di tale gravità per le casse comunali, dove le tasse locali per i cittadini sono state portate al massimo, ogni anno vengono sottratti ai servizi sociali per bambini, anziani e indigenti più di 30 mila euro per indennizzare amministratori che dopotutto l'opinione pubblica percepisce come inadeguati e dannosi per il complessivo funzionamento della macchina amministrativa. Mentre i cittadini pagano i tributi comunali in misura massima, mentre i dipendenti comunali messi in mobilità preparano le valigie, mentre si riducono al lumicino i servizi comunali per i cittadini e le fasce deboli, gli amministratori comunali di Paternopoli che siedono in giunta continuano a percepire l'indennità di carica a spese dei cittadini. VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA. Tre volte vergogna. A nulla sono valsi, infatti, gli appelli pubblici diramati dal governo ombra del PD che avevano messo in guardia il Sindaco demitiano dall'arroccarsi nelle stanze del Municipio e gli appelli ad ammettere il fallimento del progetto politico bilancia. Anzi, il Sindaco Duilio Barbieri, resosi conto di non avere più la maggioranza in consiglio comunale, ha lavorato politicamente per favorire il "salto della quaglia" del Consigliere Giovanni Fiorentino, prima iscritto al PD, poi passato ai Popolari di Centro di De Mita e successivamente premiato con la nomina di assessore. Un passaggio politico, quello di Fiorentino che premia il trasformismo politico ed offende il decoro e la credibilità della politica cittadina. Così, mentre Paternopoli affonda sempre più nel baratro, i demitiani Fiorentino e Barbieri tirano politicamente a campare, sperando che a nessun consigliere comunale venga un mal di pancia o un raffreddore, pena la caduta della giunta comunale. In queste condizioni, quanta strada può ancora percorrere questa giunta demitiana? Che vantaggi trae Paternopoli da questo "governicchio" che oramai tira solo a campare? La risposta dei cittadini è quella che prima se ne vanno e meglio è per tutta la comunità. Dimettetevi prima che il danno arrecato a Paternopoli sia ancor più grave, lasciate agli elettori la possibilità di indicare una nuova classe dirigente, capace, lungimirante e che lavora per il bene di Paternopoli. Voi demitiani non avete più le condizioni politiche per amministrare il Comune, tra l'altro in un momento così difficile per la comunità paternese. Dopotutto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha fatto allontanare ancora di più i cittadini da questa amministrazione comunale è la notizia che la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sul bilancio del Comune di Paternopoli per indagare su un eventuale danno all'erario. Noi del PD e del governo ombra ci auguriamo che se danno erariale c'è stato, non siano, per l'ennesima volta, i cittadini a pagare il conto ma che la responsabilità del danno ricada totalmente su quegli amministratori che si sono fatti paladini di un progetto politico dimostratosi oggi fallimentare ed anacronistico.
Data, 28 novembre 2008
Per il Governo ombra del PD Andrea Forgione Sindaco ombra del PD