Anche quest'anno, in molte scuole d'Italia si è rinnovato il "miracolo" della moltiplicazione (e della spartizione) dei P.O.N. e dei pesci.
Il "miracolo" s'è avverato pure nella mia scuola. Molto più che in passato ho potuto seguire il turpe spettacolo messo in scena nel "progettificio scolastico" nel quale lavoro. Si è consumato l'ennesimo "mercato delle vacche", senza offesa per le vacche e i loro venditori. Con la differenza, non secondaria, che un vero mercato delle vacche denota una maggiore dignità e legittimità, una maggiore serietà e nobiltà, almeno rispetto alle oscenità affaristiche e venali a cui si assiste in un "progettificio scolastico".
Ma perché mi dichiaro apertamente contro i cosiddetti "progettifici scolastici"?
E' presto detto. Sono contro i "progettifici" non per ragioni ed istanze ideologiche astratte, non per partito preso o una posizione aprioristica, bensì per riflessioni legate alla mia cognizione ed esperienza diretta, avendoli sperimentati personalmente nel corso della mia carriera professionale, in modo particolare negli ultimi anni.
Nulla mi impedirebbe di essere propenso verso l'offerta, il finanziamento e l'esecuzione di progetti di qualità, purché siano creati, presentati e realizzati seriamente, ma mi accorgo che i casi positivi sono eccezioni molto rare, anzi rarissime.
Invece, i "progettifici scolastici" si caratterizzano negativamente per vari motivi, anzitutto per un'assenza di intelligenza, di creatività e trasparenza, per scarsa correttezza ed equità, per mancanza di razionalità e rispondenza ai reali bisogni psicologici, formativi, sociali e culturali degli studenti, mentre obbediscono solo ad una logica cinica e affaristica. Per non parlare dei continui strappi alle regole, delle reiterate violazioni di norme e diritti sanciti dalla legge, delle innumerevoli e meschine scorrettezze commesse all'interno delle scuole.
Dunque, ribadisco di essere favorevole ai progetti di qualità ma fermamente contrario ai "progettifici", in quanto i primi si basano (appunto) sulla qualità, mentre i secondi sulla quantità, in molti casi addirittura sulla quantità "industriale". Non a caso i "progettifici" sono definiti in tal modo, proprio perché si configurano come "fabbriche di progetti".
In gran parte si tratta di progettini vuoti ed insulsi, privi di intelligenza e valore culturale, di estro creativo e progettuale, senza armonia e rispondenza alla realtà del territorio, anzi in grave disaccordo con le istanze effettive degli alunni. In molti casi si tratta di "progetti-fantasma", esistenti solo sulla carta, la cui attuazione non è sottoposta ad alcun sistema di controllo. Gli stessi meccanismi e strumenti di monitoraggio e verifica sono inefficaci o inesistenti, ovvero esistenti solo sulla carta.
Sono sempre più numerose le scuole italiane che tendono a configurarsi come "progettifici" senza valore, per la semplice ragione che la produzione e l'offerta di progetti e progettini su scala industriale conviene economicamente ai dirigenti scolastici e ai colleghi più venali ed affaristi. I quali, non a caso, puntano sui "progettifici" e non sulla qualità, perseguendo esclusivamente la "produttività economica", vale a dire il facile guadagno.
In particolare nella mia scuola, quest'anno i progetti (mi riferisco non solo e non tanto ai P.O.N., quanto soprattutto ad altre tipologie di progettazione e di finanziamento economico) hanno conosciuto una proliferazione impressionante, si sono moltiplicati a dismisura, si sono scissi, frammentati e ricomposti "magicamente", sono stati riciclati e riesumati in modo "prodigioso", cambiando natura e caratteristiche, veste, tipologia e denominazione, persino il nome del referente. Perciò, sono nauseato e indignato!
Lucio Garofalo, insegnante