La nota del “gabbiano” (2)

Il "gabbiano", si sa, vola alto. Vive, come è logico che sia, a "volo d'uccello". Dall'alto vede tutto: per lo più miserie e sofferenze. Ieri sera era buio. Planò su piazza Kennedy. Che bello! Piazza Kennedy di nuovo ripopolata. Uno sciamare umano incredibile. Succede così e puntualmente ad ogni "chiamata elettorale". E poi, fiumi di parole. Parole in libertà. Piazza Kennedy è il luogo preferito per far "politica". Se ne sentono di tutti i colori. E poi tutti, indistintamente tutti, si lasciano andare. Qui a Piazza Kennedy quando si parla di calcio, sono tutti bravi a fare gli allenatori ed a mettere in campo le più improbabili formazioni. Qui a Piazza Kennedy, quando si parla di politica, poi, tutti si improvvisano "esperti di politica" pronti a "sfornare" formazioni di uomini da mettere in campo nelle tornate elettorali.. Così la politica tocca il punto più basso del suo manifestarsi. Incuranti del danno che arrecano, giocano su nomi che esaltano e stracciano a loro piacimento. Una carneficina che lascia corpi sul campo al di la della loro "storia" e di quanto hanno ad oggi "raccontato". Si ama sparare nel mucchio.. E poi mai una volta che senti parlare di programmi, di cose da fare, di cosa serve e subito per il paese. Mai sentito parlarne. Non si ascolta mai dire, "scendo in campo" per questi motivi, con queste ambizioni, con questo programma. Si bruciano solo uomini, esperienze, professionalità sull'altare di sfrenate ambizioni. E' questo il gioco che più piace a Paternopoli. "La carneficina" umana. E udite, udite, il gabbiano ha sentito parlare di un possibile accordo tra UDC e PD. Il "gabbiano" sa che Andrea Forgione, gli uomini ed i simpatizzanti tutti del PD hanno "spalle larghe" per non cadere in "tentazioni". Perché di questo si tratta. Di tentazioni. E' un gioco perverso. Le forze politiche immaginano che è possibile mandare senza acqua e cibo, nel deserto della solitudine, dell'indifferenza e del ricatto, l'altra forza politica magari questa, un giorno sua alleata, sperando che ceda alle proprie "voglie". Che accetti accordi che a Paternopoli sono "contro natura". Non è così e non sarà così. Duemila e più anni fa ci fu insegnato che dal deserto, dal deserto della sofferenza e della solitudine si può uscirne vivi. Il gabbiano ne è certo, Paternopoli vivrà.
Alla prossima.

Il "gabbiano"

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